La recente e decisa presa di posizione del Sindaco di Matera contro il deprecabile sistema delle raccomandazioni ha avuto il merito di rilanciare, agli occhi dell’opinione pubblica, un tema considerato ovvio per molti, talmente ovvio che poco o niente si è sentito, a favore o contro, proprio dal mondo della politica.
Sorprende che tale appello (che ha tuonato anche come un atto d’accusa), evidentemente rivolto anche alla politica, sembra caduto nel vuoto o, comunque, sia stato accolto con indifferenza dai colleghi del Sindaco Adduce.
Quando un politico segnala pubblicamente una pratica grave e diffusa, evidentemente lo fa con cognizione di causa; si rende conto che il sistema delle raccomandazioni è oramai diventata una vergognosa prassi e, come tale, la denuncia all’opinione pubblica, lanciando un messaggio forte e chiaro.
Si tratta della denuncia di un modo di fare politica che, da parte di tutti, è diventato un rito: il cittadino-cliente fa comodo al politico ma anche allo stesso cittadino, che utilizza il proprio voto come merce di scambio, consapevole che è l’unica arma in suo possesso per spuntare qualcosa di utile per se o per la propria famiglia.
D’altronde siamo abituati, quasi geneticamente, alla raccomandazione: quanti di noi non hanno mai pensato di chiedere un “piacerino” per una pratica, una informazione, un posto migliore al ristorante?
Spesso ricordo una frase sentita diversi anni fa, ai tempi del Liceo, quando l’allora Sindaco del Comune di Matera, durate una assemblea di istituto dichiarò che “non ci sono clientelismi laddove non ci sono clienti”, ribaltando sui cittadini la responsabilità di un andazzo che, allora come oggi, continua a colpire i meritevoli a favore dei furbi.
Aveva ragione, quel sindaco, ma dimenticava ( o faceva finta di dimenticare) che la pratica della richiesta di raccomandazione, spesse volte, è solo una richiesta di aiuto di fronte all’impotenza ed al bisogno.
Mi viene il sospetto, ogni tanto, che alla politica convenga mantenere un territorio nella crisi economica e nella difficoltà, perché quello sarà terreno fertile per la pratica clientelare: dove c’è bisogno, dove c’è necessità, ci saranno sempre più persone disposte a “piegarsi”, a svendere l’unica cosa che li rende cittadini partecipi di una gestione democratica, il voto.
Ecco perché l’invito di Adduce fa piacere, soprattutto se sarà seguito dai fatti: perché prova a smontare un sistema che tutti conoscono ma nessuno vuole ricordare, anzi, che la politica fa finta di ignorare, quasi riguardasse altri luoghi, altri cittadini.
Il richiamo di Adduce lancia il tema della meritocrazia: solo chi merita deve avere accesso a postazioni, incarichi, occupazione.
C’è da augurarsi che ciò avvenga sempre, e non solo al Comune di Matera: se in tutti gli enti pubblici si applicasse il teorema della “persona giusta al posto giusto” i meritevoli dormirebbero sonni più tranquilli, gli altri si sforzerebbero un pò di più per crescere e migliorare.
In ogni caso bene ha fatto Adduce, a dire quello che ha detto: tocca a lui, ora, portare questa crociata all’interno dei partiti, che hanno accolto con un silenzio significativo le dichiarazioni del Sindaco; evidentemente c’è ancora molto da fare.
Il Presidente Confesercenti Matera
Giovanni Schiuma
E’ proprio vero ! E’ a dir poco “imbarazzante” il silenzio dei politici. In Primis quelli del partito democratico: Santochirico, Antezza & family leggi Braia, e a seguire tutti gli altri sia della maggioranza che opposizione. Su questa questione dovrebbe trovarsi tutti in accordo!
A meno che….. mi raccomando: acqua in bocca!
ormai siamo come a casa di ulisse…nelle vicende del romanzo dell’odissea…..ma sappiamo tutti com’e’ finita la storia….
cosi’ finirà al comune,provincia e regione un bel giorno……meditate gente meditate…….ciao