“La mancanza di lavoro anche nel comparto delle costruzioni che, come sindacati confederali di categoria denunciamo da troppo tempo, inascoltati, non deve produrre forme estreme di protesta come quella del lavoratore edile materano che vorrebbe vendere un rene o come quelle conosciute nei mesi scorsi di operai saliti su gru e piattaforme di cantieri mettendo a rischio la propria vita”. E’ quanto afferma il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma aggiungendo che “le assemblee dei lavoratori edili di tutti i territori, cantieri e sedi delle imprese che terremo insieme a Filca-Cisl e Fillea-Cgil entro il 23 novembre sulla piattaforma di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 2013-2015 saranno l’occasione per un confronto diretto anche sulle esigenze degli operai da tempo senza lavoro e su come mettere in campo, in questa stagione autunnale, nuove azioni di mobilitazione per l’immediata riapertura dei cantieri di quelle opere pubbliche già finanziate. E’ soprattutto fondamentale – aggiunge Palma – far sentire la vicinanza del sindacato a quanti sono senza lavoro o hanno perso l’impiego per non lasciarli soli con le famiglie nel dramma sociale. La crisi del settore delle costruzioni, infatti, ha prodotto in questi anni pesanti effetti sul piano produttivo ed occupazionale, le cui conseguenze sul piano sociale sono sempre più evidenti e preoccupanti. Ciò nonostante la crisi rappresenta anche una occasione “unica” per affrontare con decisione i cambiamenti e gli adeguamenti che già da tempo si sono resi necessari e urgenti.
Lo strumento della contrattazione, ad iniziare dal rinnovo del CCNL – come sosteniamo unitariamente nella piattaforma di rinnovo – è la sede per trovare le soluzioni più idonee e garantire l’unità del comparto, la partecipazione e la rappresentanza di tutti i soggetti. In questo senso, quale aspetto preliminare, deve essere data rapida attuazione agli impegni sottoscritti per completare il rinnovo di tutti i Contratti Integrativi Territoriali di secondo livello.
In una fase di crisi, la tutela dei diritti e la centralità del lavoro rappresentano il punto da cui partire in questo percorso. Le Parti Sociali devono dotarsi di ulteriori regole, più aderenti alla realtà, più lungimiranti ed innovative, a reciproca garanzia di un regolare e positivo sviluppo del settore edile, oggi in stato di profonda sofferenza, aggravata anche da una crescente competizione tra imprese e, spesso tra imprese sane ed imprese irregolari. Tali regole, però, sarebbero del tutto inefficaci se non fossero ispirate ad un ulteriore ampliamento dei diritti dei lavoratori.
Dobbiamo guardare da subito alla prospettiva del comparto, all’economia verde e alle innovazioni tecnologiche di ciclo e di prodotto che rappresentano una scommessa da vincere se vogliamo garantire una buona e duratura occupazione. La nostra iniziativa per rivendicare gli investimenti necessari per l’apertura dei cantieri, per la realizzazione di nuove infrastrutture, per una concreta programmazione degli interventi destinati all’assetto ed al recupero del territorio, per la manutenzione ed il restauro, deve proseguire con coerenza e determinazione visto anche la scarsa efficacia dell’azione del Governo verso il comparto edile”.
Ott 30