È dedicato a Maria Santissima della Bruna la copertina del nuovo numero della rivista “Intransit, Fotografia in movimento” che esce oggi, 2 luglio, nella sua versione on-line sul sito intransit.it. Tra qualche giorno la copia cartacea del magazine edito da Galleria Porta Pepice sarà invece in distribuzione a Matera. Sacro e Profano è il tema di questo numero in cui sarà possibile scoprire usanze ancestrali e riti religiosi nei quali è difficile una distinzione nitida tra questi due aspetti. A partire proprio dall’ampio reportage dedicato alla “Festa di Maria Santissima della Bruna” che mescola equilibratamente i due elementi in un rituale tradizionale che consente di creare o di rinsaldare i legami tra gli individui della società a prescindere dai particolarismi culturali. Dalle foto di Gaetano Plasmati scattate in una passata edizione della Festa si scorge la folla che si riappropria della città in un tripudio di colori. Immagini che testimoniano un evento religioso che è un trattato di antropologia scritto da secoli di tradizione. Un trattato che si legge nell’arco di un solo giorno, semplicemente partecipando alla Festa della Bruna. Partendo da queste considerazioni si snoda il viaggio di Intransit per raggiungere Cocullo in Abruzzo dove i simboli più rappresentativi del sacro e del profano si fondono ancora una volta per la “Festa dei Serpari” in onore del patrono della città, San Domenico. Immagini in bianco e nero che danno l’impressione di immergersi in una dimensione mistica alla scoperta di uno dei più pagani tra i riti cristiani. Ma il rapporto che unisce sacro e profano prescinde dal credo religioso o dalla tradizione storica e culturale. Prova ne è il reportage tra i colori dell’India. Tra la gente raggruppata alla foce del Gange per il rituale collettivo del bagno nel fiume sacro. Anche qui mito, leggenda e religione formano una dimensione unica e indissolubile.
Sfogliando questo numero di Intransit forse sarà più difficile capire cosa “nasconde” un rito. Ma sicuramente diventerà più facile scorgere un denominatore comune tra culture diverse e distanti. Sarà più facile prendere atto che “i comportamenti stereotipati dei riti offrono rassicuranti modelli da seguire, costruendo quella che viene successivamente definita tradizione popolare” come scriveva Ernesto De Martino, fra i più autorevoli antropologi italiani, che visitò Matera e la Basilicata nel 1952.