L’antica Grecia ha creato anche le Olimpiadi, unitamente alla cultura e alla civiltà.
Da noi sono frequenti i giochi strani dell’idiozia, che nel loro insieme potrebbero costituire le moderne “imbecilliadi”.
L’Ospedale di Tinchi è una delle tante arene nelle quali questi giochi si stanno svolgendo. Infatti, i coraggiosi cittadini, che sul suo tetto più alto stanno difendendo la sua sopravvivenza per l’utilità di tutti, sono stati chiamati “imbecilli” da soggetti individuati e da persone sconosciute. Quelli individuati corrispondono al Direttore Generale dell’ASM (Azienda Sanitaria del Materano) e a una “pseudo-tutrice” dei diritti del malato.
In ogni caso i denigratori conosciuti e quelli anonimi della strada sono abilitati ad essere tali per la forte dose di imbecillità congenita.
Il vocabolario di lingua italiana del Palazzi spiega che il termine “imbecille” può essere adoperato come aggettivo e come sostantivo.
Precisa poi che esso sta ad indicare “chi per difetto naturale, per età, per malattia e simili, difetta di intelligenza”. I suoi sinonimi sono: citrullo, deficiente, ebete, grullo, idiota, scemo, scimunito, sciocco, stupido.
La parte ludica destinata a Tinchi è varia, stuzzicante e in pieno svolgimento.
Rimesso a nuovo con ingente impiego di danaro pubblico, l’Ospedale di Tinchi è in fase di smantellamento. Efficienti reparti di chirurgia e di medicina sono stati chiusi nonostante l’efficacia dei servizi offerti. La struttura sanitaria pubblica rischia di essere “regalata” ai privati. E’ imbecille chi contesta o chi ordina di smobilitare?
I contestatori sono stati visitati dal Sindaco di Pisticci e da un suo consigliere, dall’Assessore regionale alla Sanità e dal Direttore Generale dell’ASM. In nessun caso sono stati effusi segni di cordialità e di speranza. Non sono state chiare neppure le finalità di tanta premura. L’irritazione che ne è nata, a vostro parere, è addebitabile ai “visitati” o ai “visitatori”? Dunque, in quale parte è l’imbecillità?
Il Presidente della Provincia di Matera, Franco stella, ha detto che la battaglia per l’Ospedale di Tinchi è “nobile”. Egli si è posto da questa parte. Non tollerando che Potenza debba aggiungere un tredicesimo ospedale ai dodici già esistenti, e Matera debba perderne due su cinque, ossia Stigliano e Tinchi.
Con parafrasi imprenditorialistica potremmo dire che la “POTENTINA spa”, sotto la regìa manageriale del duo De Filippo-Martorano, batte la “MATERANA srl” tredici a tre. Di che grado è questa imbecillità?
Ma sulla nostra regione, la Basilicata, vi sono imbecillità più gravi e solenni.
Sulla costa jonica, quella nostra per la precisione, si moltiplicano i villaggi e i porti turistici senza attenzione per le esigenze del territorio e per i diritti degli altri. Le “opere da fiaba” già costruite sono per i ricchi, non per i comuni mortali. Non è imbecillità anche questa?
I compensi dati alle Regioni dalle multinazionali per l’estrazione del gas e del petrolio sono i più bassi del mondo. I contraenti che hanno accettato questi contratti sono veramente imbecilli.
Sono imbecilli, secondo voi, quelli che denunziano gli inquinamenti, le speculazioni, la cattiva politica e la corrotta amministrazione, o quelli che dicono “ma chi te la fa fare?”
Resteremo imbecilli, se non capiremo che siamo “soggetti” di diritti nei confronti dello Stato, e se ai pubblici operatori non faremo capire che essi sono “servitori” dei nostri diritti.
E’ imbecillità tragica che dopo 23 anni non si sappia ancora se Luca e Marirosa, fidanzatini di Policoro, siano state vittime di assassinio o di fortuita casualità.
Amici di Lucania, voi non siete imbecilli.
Prova ne è che i vostri figli, in altra terra, brillano in ogni campo di lavoro.
Dovete liberarvi, però, da ogni paura e da ogni complesso nei confronti di chiunque voglia dominarvi o condizionarvi.
Non saremo più imbecilli quando non saremo più suggestionati dai falsi sorrisi dei falsi amici, quando sostituiremo l’indifferenza con l’impegno, quando saremo convinti che ai figli e ai nipoti occorre dare insieme alla vita le buone condizioni per apprezzarla, quando saremo decisi a sostituire nei governi gli imbecilli con gli onesti.
Tinchi , 9 luglio 2010
Pietro Tamburrano, presidente
del Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto
SOLIDARIETA’ AI CITTADINI DI BERNALDA E METAPONTO DA PARTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE BASILICATA
Matera, 9 luglio 2010 – Sulle questioni sociali e sui diritti civili il MoVimento 5 Stelle Basilicata continua a dimostrare tutto il suo interesse e la voglia di chiarezza, elementi che da sempre contraddistinguono il gruppo. Per questo motivo, Il MoVimento intende – attraverso il seguente comunicato – esprimere la propria solidarietà a una comunità che, nonostante i pareri politici locali contrastanti e le polemiche in atto, continua a far sentire il suo malcontento.
Senza entrare nel dettaglio di una vicenda che ha assunto toni sempre più controversi, è chiaro che la notizia del ridimensionamento dell’ospedale di Tinchi – alias distretto d’eccellenza – non sia solo una questione di un singolo paese che chiede il mantenimento di una struttura che da circa trent’anni esercita un servizio pubblico per la comunità, con un bacino di utenza di più 100.000 abitanti e una posizione riguardevole per efficienza e servizi offerti.
In gioco non sarebbe “solamente” il diritto alla salute dei cittadini, ma soprattutto la realizzazione dell’uguaglianza sostanziale che comporta, come è espressamente disposto dall’articolo 3 della Carta Costituzionale, il dovere dello Stato di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del paese. Questo significa riconoscimento di diritti sociali, cioè riconoscere e assicurare a ciascuno le prestazioni pubbliche necessarie per il raggiungimento di livelli minimi di esistenza civile. Questi diritti sono attribuiti al cittadino, non come individuo isolatamente considerato, ma come componente di un gruppo sociale che affida allo Stato la tutela del proprio benessere e dei propri interessi.
Pertanto, sebbene la situazione complessiva della sanità lucana appare complessa e manifesta una notevole carenza di risorse, come peraltro sottolineato dall’Assessore regionale Martorano ieri, ciò non giustifica in nessun modo la spinta ad operare univocamente nel segno della razionalizzazione e della riorganizzazione aziendale giungendo addirittura ad annoverare episodi di accanimento, di incertezza decisionale e di scontro, come dimostrano i fatti accaduti a Tinchi.
I cittadini, i dipendenti della struttura e noi tutti chiediamo unione, conoscenza e chiarezza dei fatti; chiediamo di fare fronte comune nella partecipazione alle decisioni pubbliche, soprattutto quando si parla di salute e di diritti fondamentali ed essenziali che spettano ad un cittadino- utente di un servizio e non cliente di un’azienda–stato . Tutte cose, del resto, che in un Paese che si rispetti accadono quotidianamente senza eccessivo spreco di tempo, risorse e pubblico denaro.
Movimento 5 Stelle Basilicata
Comunicato ai Sindaci del comprensorio ASM
Il Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto e il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Tinchi, uniti nella lotta per la conservazione e il rafforzamento del nosocomio metapontino, richiamano l’attenzione dei Sindaci dell’ASM (Azienda Sanitaria del Materano), chiamati a discutere dei Distretti della Salute, su alcuni punti essenziali da non disattendere.
In primo luogo, l’Ospedale di Tinchi non può legare la sua sorte alle esigenze di un “futuribile” Distretto della Salute, che è problema diverso e distinto da quello relativo alla sussistenza di questo presidio ospedaliero rimesso a nuovo per continuare a fornire servizi da sempre prestigiosi e di rara qualità, vera àncora di salvezza per il popoloso territorio metapontino.
In secondo luogo, non è da trascurare che l’abolizione delle ASL e la nascita dell’ASM abbiano ampliato il bacino di utenza confluente sull’Ospedale di Tinchi con l’aggiunta dell’area di Bernalda e Metaponto.
Questa circostanza aggrava la responsabilità di chi amministra la Sanità locale, perché la nuova dimensione descritta impegna ancora più severamente il servizio sanitario da svolgere nell’Ospedale di Tinchi.
Se si procede allo smantellamento di questo, l’utenza metapontina da poco tempo ampliata verrebbe dirottata sugli ospedali di Matera e Policoro, con gravi e inevitabili disagi sia per la popolazione che sarebbe costretta a spostamenti rischiosi soprattutto nella emergenza, sia per gli ospedali che la ospiterebbe con aggravio di prestazione e con inevitabile rischio di caotico affollamento, di per sé causa di disservizio.
Ciò detto, è logico che gli accordi intercorsi tra il Comune di Pisticci e l’ASM siano “NULLI”, e le programmazioni fatte debbano essere rivedute e corrette.
In più, le ristrutturazioni fatte all’Ospedale di Tinchi, con rilevante impiego di denaro pubblico per rendere i suoi reparti più moderni e d’avanguardia, sono in contraddizione stridente ed irritante con il progetto in atto del suo smantellamento.
I cittadini sono scioccati e sgomenti, perché non sanno darsi ragione di questi fatti che sono di turbamento alla loro serenità e li sconvolgono per la perdita di servizi da sempre certi ed efficaci.
I sottoscritti Comitati, pertanto, non desisteranno da una lotta a oltranza e senza risparmio di sacrifici personali e collettivi, e si appellano anche alla conferenza dei Sindaci dell’ASM perché sia restituita all’Ospedale di Tinchi la sua identità sanitaria di sempre, quella che ha soddisfatto i bisogni della collettività territoriale e di una utenza anche extraregionale.
L’Ospedale di Tinchi deve riavere gli stessi servizi che ha sempre avuto, e che l’hanno reso prestigioso fra tutti i nosocomi dell’intera Basilicata.
Tinchi, 7 luglio 2010
La Sagra che non c’è
La protesta per la non chiusura dell’Ospedale di Tinchi è riportata dalle cronache quotidiane di tutti i giornali locali e di tutte le emittenti televisive e radiofoniche locali. Agli uni e alle altre vanno il ringraziamento e la gratitudine di tutti quelli che, se si salverà l’Ospedale di Tinchi, qui troveranno sollievo e salvezza.
Benedetti siano “il Quotidiano della Basilicata”, “la Gazzetta del Mezzogiorno”, “la Nuova Basilicata”, “Telenorba”, “Radionorba”, “Blu Tv”, “La Nuova TV”, “TRM”, “Radio Laser”, “ADN Kronos”, “ANSA” e tutti quei Siti, Forum di Internet e Facebook, giornalisti e operatori che vediamo spesso tra noi manifestanti, esposti al sole e agli incerti umori della meteorologia, per svegliare le coscienze e rivendicare il diritto di non privare di un ospedale già esistente il proprio territorio, a servizio di una comunità che non è l’ultima della Basilicata, ma è prima nella fornitura di voti elettorali a politici indegni di rappresentare tanto il proprio partito quanto la comunità metapontina. Il disgusto è estremo!
Alla RAI 3 BASILICATA nessun ringraziamento e nessuna gratitudine.
Le riserviamo, invece, una pubblica denunzia alla Commissione Parlamentare sulla Vigilanza RAI per la sua misera informazione su quanto sta accadendo all’Ospedale di Tinchi e ai coraggiosi alfieri della resistenza in atto, avversi al suo smantellamento, per interessi di parte e non della collettività.
Rai 3 Basilicata è presente con ampi servizi di informazione e di documentazione a tutte le fiere di vanità che abbondano in questa terra dei balocchi, a tutte le sagre paesane sostanziate di pietanze e vini che portano a rinsaldare il già abbondante grasso accumulato, alle passerelle politiche e ai tagli inaugurali di opere già morte prima di nascere.
Se si pensa che Rai 3 Basilicata ha fatto e fa su personaggi ed eventi di vario genere servizi pregiati per contenuto e forma, ci chiediamo come mai ciò non accada per tante lotte civili, talvolta drammatiche, qual’è la conservazione di una struttura sanitaria di pubblica utilità nel territorio più popoloso e florido dell’intera regione.
E certamente faremo anche noi una sagra paesana, magari la sagra delle rape (o delle rapine…) per attirare nei modi giusti l’attenzione e l’interesse, finalmente, anche di Rai 3 Basilicata.
Riconversione ospedale di Tinchi: il presidente della Provincia di Matera solidale con i cittadini e i lavoratori
Non si placano le ansie dei lavoratori e dei cittadini che da una settimana manifestano contro la volontà di riconvertire l’ospedale di Tinchi. Uomini e donne a cui il presidente Stella e l’intera Provincia di Matera manifestano la propria solidarietà.
“La riconversione di questo presidio sanitario, che di fatto ha già portato alla chiusura del reparto di Medicina,– hanno sottolineato il presidente della Provincia di Matera Stella e il consigliere provinciale Vito Anio Di Trani – preoccupa non solo i lavoratori della struttura e i cittadini di Pisticci, ma anche l’intero territorio provinciale di cui l’ente Provincia rappresenta la sua massima espressione. Oltre all’angosciante fenomeno del salasso occupazionale, che getterebbe nel panico decine di lavoratori, faremmo i conti con un problema sanitario di assoluta rilevanza. L’ospedale in questione, infatti, garantisce servizi di cura e assistenza a un bacino di utenza molto vasto che durante i mesi estivi arriva anche a triplicarsi, esigenze che hanno portato, in tempi recenti, a effettuare una ristrutturazione dell’immobile particolarmente ingente sotto il profilo economico.”
Gli ospedali presenti sul territorio regionale sono 17, di cui 12 nella provincia di Potenza e 5 in quella di Matera, ma il rischio di essere soppressi lo corrono soltanto Stigliano e Tinchi. Come se il problema della sanità lucana potesse risolversi semplicemente sopprimendo i due nosocomi del Materano.
“La protesta pacifica, – hanno aggiunto il presidente Stella e il consigliere Di Trani – sotto questo sole caldo e soffocante, e dodicimila firme di cittadini rivendicano il diritto di un popolo alla tutela del diritto alla salute. La Provincia, che vigilerà sulla questione affinché vengano rispettati gli impegni assunti nei confronti dei cittadini, auspica che si giunga in tempi rapidi alla soluzione attesa dall’intera comunità pisticcese.”
Ospedale di Tinchi – Chiesto l’intervento della Protezione Civile Nazionale
Alle ore 18,00 di martedì 6 luglio i cittadini in protesta ininterrotta dal 1° luglio 2010 sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi di Pisticci (Matera) sotto il sole cocente e i violenti temporali che si susseguono, sono rimasti vittime di una ennesima e sconcertante provocazione da parte di un dirigente sanitario, forse incaricato di osteggiare con metodi da regime gli onesti cittadini che con enormi sacrifici stanno rivendicando per la comunità la non sottrazione di un grande e meritevole servizio pubblico sanitario.
Si subiscono trattamenti intimidatori, minacce di denunce e ritorsioni varie anche sui familiari, derisioni e privazioni delle sicurezze logistiche previste dalla legge.
Nella fattispecie, per l’uso dei bagni igienici sottostanti al presidio, non è stata data la prevista autorizzazione.
Per tale assurda situazione è stata contattata la Protezione Civile Nazionale, sia per i disagi patiti dai malati (soprattutto quelli anziani) costretti a percorrere 40 km per raggiungere gli altri ospedali situati sul territorio a seguito della soppressione dei reparti dell’Ospedale di Tinchi, e sia affinchè ai dimostranti siano garantiti, come per legge, i servizi essenziali e assistenziali di sicurezza.
Nel frattempo, due dimostranti si sono posizionati pericolosamente a penzoloni sul vuoto per più marcata e ulteriore forma di protesta.
BASILICATA BORBONICA
Con la proclamazione dell’Unità d’Italia nel 1861 la Basilicata non cessò di essere borbonica. La prova che essa lo sia ancora, nonostante due conflitti mondiali, la resistenza e la nascita dell’Europa Unita, è data dalla dilagante “passività” popolare, conseguente a insicurezze e paure, sostentate ad arte da emarginazioni, esclusioni, intimidamenti e ricatti.
Quando un lucano non ne può più, fa la valigia e parte, da solo o con la famiglia.
In Basilicata è mancata l’esperienza delle lotte partigiane, e i briganti sono scomparsi per sempre. Gli effetti che ne sono derivati sono, appunto, l’impotenza e la rassegnazione.
Sopravvivono i Vicerè borbonici, forti e vegeti nei Parlamenti e nelle Pubbliche Istituzioni. Essi decidono le sorti comuni senza confronto con i cittadini, destinatari unici di leggi e di diritti.
Borboni di Basilicata, sapete che esiste nella Costituzione Repubblicana italiana la “sovranità popolare”? Sapete che valgono anche per questa parte dell’Italia il dialogo istituzionale, la partecipazione dei cittadini al controllo della gestione pubblica amministrativa, la soggettività del diritto dei singoli cittadini di fronte allo Stato, l’uguaglianza di fronte alla legge, il benessere collettivo come fine dello stato e della politica?
Baroni di Basilicata, c’è la morte fisica anche per voi!
Avete tempo, però, per abdicare al potere fine a se stesso e renderlo servizio al popolo.
Al tempo dei Vicerè borbonici le campane a morto suonavano solo al funerale dei nobili, non a quelli della plebe, perché solo essi, com’era d’uso, potevano pagare il suono delle campane.
Che differenza fa che, oggi, la popolazione metapontina debba essere defraudata di un ospedale pubblico per semplice decisione di baronìe locali?
La “plebe” metapontina non permetterà la chiusura del “suo” Ospedale di Tinchi, rifugio sereno nel quale essa trova risanamento o pace eterna.
Tinchi, 6 luglio 2010
Pietro Tamburrano, presidente
Comitato Cittadiniattivi
di Bernalda e Metaponto
O TINCHI O MORTE
Noi Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, in contestazione sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi, sotto il sole impazzito di questo Luglio surreale, decisi a ostacolarne lo smantellamento in atto, auguriamo a tutti gli operatori istituzionali della Sanità Regionale lucana e dell’ASM di Matera (Azienda Sanitaria del Materano) buone vacanze e felice soggiorno nelle stazioni balneari dalle acque limpide e rilassanti.
Auspichiamo che i loro figli prendano salute e benessere da queste vacanze, e le loro donne ritornino più fresche e floride che mai.
A questi uomini delle Istituzioni felicità e prosperità senza fine, anche per le loro carriere politiche o professionali.
Noi quassù, sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi, sotto il sole stiamo impazzendo per difendere la conservazione dell’ospedale non per posti di lavoro ai nostri figli, non per nostra carriera politica (non siamo iscritti a nessun partito politico e non votiamo!) non per stupido esibizionismo, ma a difesa dei diritti più elementari della persona e del cittadino: la salute e l’assistenza sanitaria.
L’Ospedale che si vuole chiudere è struttura basilare in un territorio amenissimo e popoloso. Esso ha funzionato sempre egregiamente. E’ stato ristrutturato benissimo con forti somme di danaro pubblico. Lo stanno smantellando per darlo ad una Azienda Sanitaria privata (di ricerca in neuropsichiatria infantile).
In democrazia le decisioni su operazioni di pubblica utilità vanno concordate con i cittadini.
Questo dice la Costituzione e confermano le leggi sulla trasparenza, efficienza ed efficacia amministrativa.
Mentre in questa frazione d’Europa dodicimila firme di cittadini allarmati e contrari prendono inesorabilmente la via del w.c.
Nel nostro caso a decidere sono in due: il Direttore Generale dell’ASM di Matera e il Sindaco di Pisticci.
E il popolo rivuole il suo ospedale con i servizi di sempre.
In caso contrario quassù si è pronti anche a morire!
Tinchi, 5 luglio 2010
Il Comitato Cittadiniattivi
di Bernalda e Metaponto