Si è concluso, con successo di pubblico e di critica, l’incontro culturale-poetico di “Tre giorni di..versi” organizzato dall’Associazione Culturale “Matera Poesia 1995” diretta dal presidente Giovani Rosiello e promosso nella sala conferenze del Circolo culturale “La Scaletta”. L’iniziativa culturale ha permesso ad altri adepti di avvicinarsi alla poesia, che è anche un modo per aggregarsi agli altri per discutere, confrontarsi, scambiarsi idee. I poeti che sono stati chiamati a raccolta hanno affinato le loro qualità naturali di ispirazione presentando versi che sono stati declamati, nei primi due giorni della triade poetica, dagli attori di Talìa Teatro, Antonio Montemurro e Mimì Orlandi. La terza serata è stata dedicata alla presentazione del libro di Maria Antonietta D’Onofrio “Il silenzio che racconta la vita e il rosmarino” con la presenza dell’autrice e della relatrice Maria Barile e del giornalista Filippo Radogna nel ruolo di moderatore. La prima serata ha sottolineato la presenza della “madre coraggio” Fuina Olimpia, la madre di Luca Orioli, scomparso tragicamente insieme alla sua fidanzatina Marirosa e noti per le vicende di cronaca come i fidanzatini di Policoro. La serata poetica è stata dedicata proprio al figlio Luca in quanto gli attori hanno letto poesie autografe. Nel corso delle due serate di poesia c’è stato l’intervento del direttore didattico Mario Serra che ha sottolineato come la poesia va scritta con stile, con riflessione e anche con sintesi. Serra poi ha letto una poesia dedicata alla madre. Da registrare anche gli interventi del vernacolista materano Emanuele D’Adamo e del maestro Emanuele Ricciardi. Sono state declamate nei trei giorni poesie con tematiche diverse di Ernesta Cifarelli, Fedele Lafasanella, Amalia Marmo, Michele Martinelli, Cinzia Rondinone, Di Mase Domenico, Stefano Lovecchio, Giovanni Di Lena, Lucia D’Antona, Petronelli Sveva, Isa Venezia, Pino Contangelo, Maria Antonella D’Agostino, Antonella Radogna, Antonella Pagano, Mario Marzario. Una variegata esistenza umana che cerca di esprimere frutti della propria osservazione della vita e dei giorni che corrono e discorrono nelle abbacinate giornate di sole e nei grigi invernali e si alternano alla notte con tutte le inquietudini, le attese, le ansie, le speranze. Giorni invasi e pervasi da un amore che scuote l’animo e alimenta rivoli di poesia. Poesie ispirate alla madre, al padre e ai figli. Questo è quanto hanno potuto esprimere le poesie declamate dagli attori e dagli stessi autori.
Tre giorni di…versi. Per i poeti dell’associazione culturale “Matera Poesia 1985” è ormai diventato un appuntamento tradizionale quello del raduno estivo nella città dei Sassi. La tre giorni si svolge quest’anno per la prima volta nella sala conferenze del circolo La Scaletta, nel cuore del Sasso Barisano. Mercoledì 7 e giovedì 8 luglio in programma dalle 18,30 la lettura di poesie inedite di autori lucani e pugliesi che aderiscono all’appuntamento culturale materano. Particolarmente gradita la presenza di Antonio Montemurro, pioniere del teatro in dialetto materano e Domenico Orlandi, fedele compagno di avventura con Talìa Teatro. A coordinare i lavori il professore e giornalista Carlo Abbatino. I poeti che in due giorni si alterneranno nella declamazione di poesie inedite sono Mimìa Bochicchio, Ernesta Cifarelli, Giuseppe Contangelo, Edvige Cuccarese, Maria D’Agostino, Lucia D’Antona, Giovanni Di Lena, Domenico Di Mase, Donato Imbrenda, Fedele Lafasanella, Stefano Lovecchio, Amalia Marmo, Michele Martinelli, Mario Marzario, Antonella Pagano, Sveva Patronelli, Antonella Radogna, Cinzia Rondinone, Giovanni Rosiello, Titina Vernile ed Elisabetta Venezia.
Venerdì 9 luglio l’appuntamento clou con la presentazione a partire dalle 18,30 del libro “Il silenzio che racconta la vita e il rosmarino”, di Maria Antonietta D’Onofrio. Previsti gli interventi dei docenti Maria Barile e Carlo Abbatino, coordina il giornalista Filippo Radogna.
Il suo romanzo – dichiara in una recensione Carlo Abbatino – è un bis letterario che arriva dopo “Ora aspetto che la vita mi cerchi”.
In comune tra i due romanzi ci sono i fatti della “vita” in ambiti sociali che sono quelli della gente comune, debole ma carica di una umiltà senza precedenti e che subisce i soprusi da parte di chi nasce sulla terra per dare fastidio ai buoni e agli innocenti, che necessita di avere guide morali e spirituali elevate.
D’Onofrio è intrisa di grande poetica e liricità che alimentano la sua prosa, una prosa che scorre veloce pur nella intensità dei contenuti espressi con sobrietà elevata. Entra nei fatti in punta di piedi elevando la spiritualità intrisa nei personaggi pronti ad annientare l’innocenza femminile, la fragilità dell’essere indifeso, la debolezza e donne prese dal carico della vita in cui non c’è pari opportunità e bambini in crescita.
Questo mondo vissuto nella narrazione svolge i suoi ritmi di vita in un piccolo paesino della nostra provincia “Craco” quando aveva un’anima, una tradizione, un’aggregazione di gente e che oggi è una favolosa “location” per cinema.
D’Onofrio svolge la trama che può essere trasportata e trasferita sullo schermo, se qualche regista attento si sofferma sulla lettura de “La vita racconta la vita e il rosmarino” e ne considera quella portata umana che non può passare indifferente.
Uno spaccato della storia meridionale, della storia di un paese del sud che è speculare alle tante storie vissute, mal sopportate da chi subiva senza reagire la violenza dei “potenti” proprietari terrieri.
La lettura di questo romanzo comporta approfondimenti passo dopo passo, pagina dopo pagina e così nasce la passione per leggerlo fino in fondo in forma partecipativa e penetrante.
Una gradita sorpresa per Carlo Abbatino nel secondo appuntamento di “Tre giorni di.. Versi” da parte degli amici giornalisti. Nella sala del circolo La Scaletta è stata consegnata una targa a Sua Eccellenza poetica Carlo Abbatino “che riempie la vita di versi, passione e simpatia”. Nella seconda giornata si è registrato anche l’intervento di Emanuele Ricciardi, che ha declamato alcune delle sue poesie in vernacolo materano.
IL RINGRAZIAMENTO SPECIALE DI CARLO ABBATINO AI COLLEGHI GIORNALISTI PER LA TARGA RICEVUTA
Voglio ringraziare di cuore gli amici Antonella Ciervo, Mariangela Lisanti, Michele Capolupo, Franco Martina e Filippo Radogna per avermi fatto omaggio di una targa, che attraverso il contenuto grafico e il “pensiero” che evidenzia mi sorprende, mi lusinga e mi confonde alimentando in me una sorta di sentimenti che non possono non essere rivolti al ringraziamento.
E’ difficile ringraziarvi per questo omaggio in forma poetica ma chiamando in me tutti quei rivoli romantici, d’affetto, d’amore e di grande amicizia esprimo, in questi versi che seguono, il senso compiuto della gioia che mi avete procurato:
Riempio la vita di versi,
passione e simpatia
e lo faccio in forma naturale,
spontanea, per farmi trovare
dalla vita stessa
sempre più pronto
ad affrontare
le sue problematiche
i suoi coinvolgimenti
i suoi turbamenti,
la sua esistenzialità
e l’essenzialità;
la sua tristezza, la malinconia
la solitudine, la compagnia
l’allegria, la nostalgia,
i ricordi, l’amicizia,
l’amore per l’amore
l’amore per il figlio
l’amore per la vita.
Tutto questo e altro ancora
mi alimentano, mi entusiasmano
accrescono in me
la voglia grande di
essere sempre tra persone
che interpretano
i giorni come la caducità
delle cose prendendone
spunti positivi, costruttivi
e sempre cavalcando
l’ottimismo che la vita
non nasconde ma esprime
con tutta la sua intensità.
Questi “Grazie” per aver accelerato in me questo momento di riflessione, di attenzione nei vostri confronti
e vi sono grato per questa targa che conserverò con quell’affetto che crescerà ogni giorno di più. Non mi ritengo “Eccellenza poetica” ma solo l’umile degli umili. E’ troppo alto questo vostra considerazione. Mi confonde!
Grazie.
Carlo Abbatino
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Gli uomini seri e sinceri si vedono da queste cose….complimenti di cuore da un amico…ed in bocca al lupo per il futuro…
saluti
toni h