Da qualche giorno è stato pubblicato il rapporto AGEA “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012”. Il numero degli indigenti “assistito” in Italia nel 2012 dagli Enti Caritativi ammonta a 3.686.942 persone, con un incremento di 923.563 unità dal 2010.
Degli indigenti alimentari assistiti nell’ambito dei piani AGEA, sono complessivamente presenti 379.799 bambini tra 0 e 5 anni di età e 508.451 anziani oltre i 65 anni di età.
Per quanto riguarda la Basilicata, nel 2012 ci sono stati ben 45.040 assistiti; di questi, 3.854 sono bambini da 0 a 5 anni, 7.314 gli anziani oltre 65 anni. I numeri sono naturalmente da rapportare alla popolazione.
La nostra Regione ha quindi l’8,6% di assistiti, dato che è in distonia con quello della sua “ricchezza” che la sta portando verso le Regioni del gruppo Coesione dell’Unione Europea, cioè quelle considerate più ricche.
Tant’è che la “social card”, pensata dall’ex Ministro dell’Economia Tremonti qualche anno fa per lenire il disagio sociale della povertà, e che sta per essere rilanciata in forma “sperimentale” dal Governo Monti in dodici città italiane, non sarà testata in Basilicata. Le spiegazioni ufficiali di questa decisione sono che i fondi utilizzati per finanziare il provvedimento derivano in parte dalla rimodulazione del Fondo strutturale europeo, da cui oggi la Basilicata è esclusa.
“Privare di questo sussidio, ancorché di modesta entità, le fasce deboli, i disoccupati e i pensionati al minimo che sopravvivono con circa 470 euro al mese significa peggiorare la loro già precaria situazione economica ed aumentare il loro disagio sociale” afferma il Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Pensionati Coldiretti Leonardo Gorgoglione.
Ci si dimentica però che il Rapporto 2011 su “Povertà ed esclusione sociale in Italia”, realizzato dalla Caritas e dalla fondazione Zancan afferma che il 28,3 per cento delle famiglie lucane vive al di sotto della soglia di povertà relativa, un dato che porta la Regione a essere la più povera d’Italia. Una famiglia su cinque arriva a fine mese con difficoltà, e quasi la metà non riesce a sostenere spese impreviste di 750 euro. Una famiglia su dieci non è in grado di riscaldare la casa in modo adeguato e non riesce a fare un pasto dignitoso almeno ogni due giorni.
Vasti strati della nostra popolazione si reggono sulla rete familiare, nella nostra regione ancora molto forte. Lo stato sociale fa fatica a dare risposte al bisogno e alla triste domanda di cibo e lavoro. Un aiuto alle famiglie arriva dalla rete della solidarietà: gli enti caritativi, con il loro coraggio e la loro diffusione sul territorio, rappresentano un argine alle tensioni sociali ed un ultimo approdo per i bisognosi, sostituendosi al welfare.
In Basilicata, secondo il rapporto AGEA, il numero delle strutture periferiche degli enti caritativi è aumentato del 16,5% tra il 2011 e il 2012.
“Si rende necessario ed urgente un intervento della Regione per venire incontro alla nostra gente”, continua Gorgoglione. “E’ necessario rompere questa spirale negativa, aumentando il reddito disponibile soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, e di sostenere la ripresa dei consumi. Inoltre bisogna intervenire sulla rimodulazione del ticket sulle prestazioni sanitarie, sul rifinanziamento del fondo che eroga indennità economiche ai cittadini non autosufficienti e sulle prestazioni di assistenza domiciliare”.
La politica deve riappropriarsi del suo importante ruolo di guida e programmazione, ricordando sempre che non è la finanza a guidare oggi l’economia lucana, ma la famiglia e il tessuto sociale del territorio, ricchezza vera da sostenere.