Il consigliere regionale del PDL Mario Venezia ha inviato un’interrogazione per sollecitare la Regione Basilicata ad investire sul recupero del patrimonio storico, artistico ed architettonico, che può rappresentare un’occasione di rilancio dell’economia in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Una giunta regionale lungimirante, quale quella guidata dal Presidente De Filippo, non perde occasione per sostenere ed esaltare il patrimonio culturale lucano partendo proprio dalla preziosità degli immobili di valore storico ed artistico presenti sul suolo regionale. Ovviamente l’affermazione è del tutto ironica considerato lo stato di abbandono del patrimonio storico architettonico di molte realtà regionali.
Infatti, le casse delle nostre Sovrintendenze ai Beni Culturali languono così come le risorse finanziarie a disposizione di musei e diocesi. Sulla scorta di questo dato oggettivo, ragione ho presentato, nello scorso mese di ottobre, una mozione per impegnare l’attuale governo regionale a dismettere parte del patrimonio immobiliare regionale, calcolato in oltre 450 milioni d’euro, per destinarlo al settore dei beni culturali, capitale valorizzato professionalmente e non clientelarmente in altre regioni d’Italia ma che in Basilicata muore nel silenzio dell’abbandono e delle logiche familistiche amorali.
Tanti sono gli autentici tesori lucani abbandonati dall’incuria degli uomini ed in particolare del governo regionale che si ostina a percorrere strade sbagliate, infruttuose con il risultato, a tutti evidente, che la Basilicata rincorre primati sempre negativi. Nell’indifferente indolenza di De Filippo e compagni lontani anni luce dalla realtà regionale. Si continua a spendere fior di milioni di euro nel sostenere la spesa e si assiste con scandalosa indifferenza al lento spegnersi della nostra regione.
Fanno bene i ragazzi lucani a lanciare uova marce verso il simbolo della decadenza. Finalmente un sussulto di orgoglio per i nostri ragazzi mortificati ed umiliati nel loro intimo. Non se ne può più di questi governanti dissennati, superficiali, arroganti ed incapaci.
Non possiamo più assistere inermi alla distruzione della nostra storia, della nostra cultura, della nostra identità, della nostra natura lucana.
Il patrimonio storico, artistico ed architettonico se adeguatamente rispettato è uno degli strumenti formidabili per il rilancio economico della Basilicata. Ne sono fermamente convinto e, quindi, ho presentato un’interrogazione specifica per il complesso conventuale di S. Francesco, situato all’ingresso di Ferrandina, un gioiello che sul finire degli anni ’90 fu destinatario di fondi Fers. Per l’esattezza di fondi P.O.P. ( Programma Operativo Plurifondo 1994/99 ) destinati alle zone rientranti nell’Obiettivo 1, che per l’importo di 491milioni di lire doveva finanziare la sistemazione esterna del convento entro il 30 novembre del 2000. Tutti i ferrandinesi, ma anche i turisti, conoscono le condizioni in cui versa il complesso in questione, databile intorno all’anno 1614 e caratterizzato da una struttura architettonica articolata e di notevole impatto panoramico visto il punto in cui si erge.
Ferrandina è uno degli scrigni architettonici più preziosi della Basilicata medievale e moderna, purtroppo spettatrice di altre bellezze storiche abbandonate come i ruderi di Uggiano: un prezzo troppo alto da pagare per una terra che non sa come impiegare i tanti giovani umanisti plurispecializzati e disoccupati.
Abbandonare le tracce del passato vuol dire perdere di vista la propria identità, l’unico vero capitale in un mondo globalizzato ed omologante.
Caro Presidente De Filippo smettiamo di dare soldi a pioggia “ad alcuni uomini di cultura” ma investiamoli “sulla cultura”, e da studioso di storia locale quale sei Ti consiglio di leggere l’opera di padre Palestina intitolata “Ferrandina”, grazie alla quale apprezzerai anche Tu la storia di questo nobile centro.
Purtroppo temo che anche quest’ultima proposta, solo in ordine di tempo, sarà cassata perchè, come ben sappiamo, in questa parte d’Italia la cultura è un orpello inutile, addirittura pericoloso, di cui disfarsene al più presto.
Per i nostri governanti regionali è meglio avere un popolo di ignoranti e assoggettati che uno colto e libero.
Il Consigliere regionale del PDL Mario Venezia