A seguito di laboriose attività investigative la Squadra Mobile e la Polizia Stradale di Matera hanno dato un volto e un nome ad una banda di ladri d’auto che ha flagellato il territorio materano nel periodo compreso fra la metà del 2009 e i primissimi mesi del 2010.
La banda, che solo nel periodo compreso fra Giugno e Settembre 2009 dovrebbe essersi resa responsabile di circa 50 furti d’auto è risultata composta da due figure principali e da altri ( tre, quattro ) fiancheggiatori.
T.F. anni 34 e P. N. anni 42, organizzatori e promotori del sodalizio, con la collaborazione di altri allo stato in via di identificazione, acquistavano ( individuandole a mezzo Internet ) autovetture incidentate al nord Italia ( Padova ) ma anche in Puglia ( Andria ) dalle quali sottraevano parti di telaio e documenti di circolazione da utilizzare su autovetture identiche oggetto di furto.
Le autovetture nel target della banda erano normalmente di media cilindrata, non nuovissime, poco vistose e dunque più facilmente riciclabili.
Le attività investigative, svolte anche con lo strumento delle intercettazioni telefoniche e dell’utilizzo mirato delle telecamere di città hanno persino consentito, in più d’un’occasione di ricostruire, a posteriori , il percorso seguito dalla banda per abbandonare Matera dopo l’effettuazione dei furti, “scortando” l’auto rubata con quella utilizzata per portare in loco la banda dei ladri.
Nel corso delle indagini è risultato frequente anche il ricorso al furto di centraline elettroniche da resettare e rendere universali per sostituirle a quelle delle auto da rubare.
L’auto appena rubata, così, dotata di una centralina universale, poteva abbandonare il territorio materano senza alcun segno evidente di effrazione.
Le auto rubate, con i nuovi pezzi telaio e con i documenti di circolazione provenienti dalle auto incidentate, finivano così col diventare perfetti cloni di quelle, ad esse sostituendosi in maniera definitiva.
Le auto rientravano nel mercato dell’auto e segnatamente dell’usato, attraverso concessionari della zona la cui posizione è al vaglio degli inquirenti che oggi valutano se essi siano stati ignari della provenienza illegale delle vetture.
Al termine delle indagini preliminari la d.ssa Annunziata Cazzetta, Procuratore della Repubblica f.f. ha disposto una serie di perquisizioni ad Altamura e a Taranto che hanno consentito di rinvenire numerose centraline elettroniche, diversi telai e pezzi di carrozzeria provenienti da autovetture acquistate al nord, chiavi universali per l’aperture delle portiere di innumerevoli marche, diversi motori proventi di furto e tutti gli strumenti atti a consentire la ricettazione ed il riciclaggio delle vetture.
Nel corso delle perquisizioni si è dato corso anche ad alcuni sequestri di vetture in territorio di Matera e di Taranto relativamente alle quali s’era raggiunta la certezza del riciclaggio, poiché corpi di reato, nonostante la presumibile buona fede dei terzi acquirenti che avevano creduto di avere semplicemente acquistato in maniera vantaggiosa la propria auto e che, invece, inconsapevolmente, si ritrovavano in possesso di una macchina provento di furto.
T.F. e P.N. , entrambi Altamurani annoverano molteplici precedenti specifici per reati contro il patrimonio, furto e ricettazione; ladri di professione dediti stabilmente e con professionalità alla perpetrazione di questi reati.