Ore 18.45. Con tre quarti d’ora di ritardo il quarto consiglio comunale guidato dal sindaco Adduce può cominciare ma già dall’appello si intuisce che anche in questa occasione sarà fumata nera per il presidente del Consiglio. Oltre al civico Carlo Antezza sono assenti otto consiglieri su dodici del PD, quelli che fanno riferimento al consigliere regionale Enzo Santochirico e alla senatrice Maria Antezza: in ordine alfabetico Antezza, Bianchi, Cotugno Angelo, Montemurro, Paradiso, Scarola, Taratufolo e Tralli.
La seduta comincia con un minuto di raccoglimento per ricordare l’anniversario della scomparsa di due vittime della mafia, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Poi il sindaco Adduce deve fare i conti con la dura realtà di una maggioranza ostaggio di un PD materano arrogante ed egoista. I 17 consiglieri che sostengono la candidatura di Massenzio (Italia dei valori) non bastano perchè il regolamento comunale prevede la maggioranza dei due terzi dell’assemblea alla prima votazione e la maggioranza assoluta (composta da 21 consiglieri) nelle votazioni successive. I conti dunque non tornano e Adduce ricorda che la figura del presidente del consiglio costituisce una funzione super partes e deve essere slegata dagli eccessi di lottizzazione. Non condivido l’idea che senza il presidente del consiglio la città sia paralizzata perchè ci sono illustri precedenti che possono dimostrare il contrario ma è comprensibile e anche giusto che le minoranze pretendano che venga votato il nuovo presidente. Pertanto chiedo alla maggioranza di sbloccare questa situazione di stallo.” Poi Adduce si rivolge alle minoranze per convergere insieme sulla candidatura della Massenzio e uscire dal “guado”: “Chiedo un atto di responsabilità politica e istituzionale per eleggere un presidente super-partes congeniale a svolgere la sua funzione. Facciamo un passo avanti perchè la città non merita di perdere altro tempo”. Richiesta che naturalmente non può essere accolta da Tosto e Acito. Il leader delle liste civiche in apertura dopo aver paragonato Adduce a Berlusconi in riferimento alle dichiarazioni del sindaco legate alla possibilità di cambiare lo statuto comunale non fa sconti al primo cittadino: “Lei ci aveva salutato sette giorni fa con l’impegno di una proposta sconvolgente, di una soluzione fantastica per uscire da questa situazione che ha bloccato di fatto l’attività amministrativa. Ma ci ritroviamo con una riproposizione di quello che è accaduto lunedì scorso. La giunta è composta da sette persone e non da otto come prevede lo statuto e anche questo dato conferma che il suo governo è irregolare. Questa deprimente e offensiva situazione, trasmessa anche in diretta, dimostra che Lei non ha la maggioranza per governare e deve prenderne atto. Le consiglio di trarre le conseguenze politiche perchè questa città non può essere presa per i fondelli. A questo punto Le chiedo di raccogliere i ferri e andare a casa.” Anche il PDL rifiuta l’ipotesi di votare la Massenzio per soccorrere una maggioranza in agonia e suggerisce ad Adduce di dimettersi e di concedere 20 giorni alla maggioranza per trovare un accordo sul nuovo presidente. In caso contrario è giusto tornare alle urne anche perchè probabilmente quelle persone che oggi sono assenti non so se riceveranno lo stesso consenso da parte degli elettori”. A seguire si sono registrati gli interventi di Paterino, Pedicini, Morea, Enzo Acito, Cotugno e Trombetta, consiglieri di maggioranza piuttosto critici nei confronti dei colleghi di centro-sinistra che hanno deciso di disertare questa seduta provocando di fatto un’altra seduta-farsa. L’assemblea ha comunque provato ad eleggere il presidente, con la maggioranza che sperava in qualche franco tiratore. Invece per tre volte il risultato della votazione è stato identico: 17 voti per la Massenzio, 5 per Pedicini, 9 per Toto, 1 scheda nulla. Adduce ha chiesto di “aggiornare” la seduta tra dieci giorni. Basteranno? Chissà. Intanto la città continua ad assistere a spettacoli indecorosi, con un inutile spreco di denaro pubblico. Sarebbe opportuno, visto che puntualmente le sedute si sono risolte con un nulla di fatto, rinunciare al gettone di presenza. Ma quello fa gola certamente a tutti.
Michele Capolupo
La Lista STELLA per Matera ed Adduce ha condotto la campagna elettorale sostenendo il centro-sinistra ed il Sindaco Adduce, al fine di contribuire ad affrontare e risolvere i gravi problemi di questa città e proponendo un nuovo modo di fare politica, finalizzando il proprio impegno su atti concreti e responsabili per la “rinascita” civile prima che economica di Matera.
Abbiamo proposto la “politica del fare” per dare nuova fiducia ai materani, e su queste basi abbiamo costruito il nostro importante successo elettorale, determinante per l´affermazione del Sindaco Adduce e della coalizione di centro-sinistra.
Dopo il successo elettorale la Lista Stella, con senso di responsabilità e lealtà verso il Sindaco ed i partiti della coalizione, ha rispettato gli accordi politici sottoscritti, accordi che tenevano conto delle differenti sensibilità risultanti dalla competizione elettorale superando, al contempo, personalismi e logiche meramente spartitorie.
Tuttavia, nonostante questo, dopo tre mesi dall´insediamento del Consiglio Comunale, prendiamo atto che, per l´ennesima volta, una parte di questa maggioranza, individuata in alcuni “pezzi” del PD materano, non ha consentito l’elezione del Presidente dell´Assemblea cittadina paralizzandone di fatto il funzionamento.
Tanto nonostante l’accordo sottoscritto da 17 consiglieri comunali, espressione di tutti i partiti di maggioranza compreso il PD, che hanno proposto, come propria candidata, la consigliera Brunella Massenzio, dell´IDV, a tale carica istituzionale.
Pertanto i consiglieri della lista Stella per Matera ed Adduce stigmatizzano l´ irresponsabile l´atteggiamento del PD materano che di fatto detiene in “ostaggio” il Sindaco Adduce e l´intera maggioranza di centro sinistra bloccando la realizzazione del programma politico presentato dal Sindaco in Consiglio e condiviso all´unanimità dall´intera coalizione. Riteniamo tale situazione non più procrastinabile ed invitiamo il Sindaco Adduce a prendere atto dell´empasse in cui si trova e dalla quale, riteniamo, potrà uscire solo con fermezza e determinazione e, se necessario, anche attraverso le conseguenti dimissioni.
COMUNICATO DEL MOVIMENTO POLITICO LA GRANDE LUCANIA
E’ il perbenismo l’elemento determinante che caratterizza i comportamenti di una gran parte dei componenti l’assise comunale di Matera. L’atteggiamento stona, in maniera stridente, con le dichiarazioni fatte nel corso del consesso cittadino, rispetto a quelle che poi vengono espresse al di fuori di quel contesto. E’ il caso di alcune componenti della maggioranza di centrosinistra, come l’IdV o la Lista Stella che nel corso della seduta del Consiglio Comunale hanno espresso pieno sostegno al sindaco Adduce, salvo poi rilasciare alla stampa comunicati ufficiali con cui lo invitano esplicitamente a dimettersi. L’opposizione, dal canto suo, ha rivolto a sua volta -a parole- ed esplicitamente lo stesso invito al sindaco Adduce durante la seduta del Consiglio Comunale. Ebbene se questa è la loro (degli uni e degli altri) reale intenzione, senza alcun indugio, potrebbero presentare una mozione di sfiducia nei riguardi del sindaco, chiedendo la convocazione di una seduta del Consiglio Comunale con l’argomento posto in discussione all’ordine del giorno. Numero di consiglieri richiedenti e norme regolamentari sarebbero del tutto esistenti per tale semplice adempimento. Sarebbe, peraltro, questo un comportamento coerente, sul piano politico ed in virtù delle dichiarazioni rilasciate in Consiglio e sulla stampa, in grado di chiarire le reali intenzioni, di una consistente parte della maggioranza di centrosinistra e delle forze di opposizione, al fine di contribuire realmente a risolvere la grave situazione in cui versa l’attuale amministrazione locale. A meno che non si voglia continuare in comportamenti di facciata, nell’attesa di ottenere vantaggi compromissori o di stravolgere in qualche modo il quadro politico attuale con il solo scopo di conquistare fette di potere nell’ambito della gestione politico-amministrativa cittadina. Il coraggio delle azioni, quelle utili e coerenti, non può(e non deve) venir meno a chi intende fare una politica seria e responsabile nell’esclusivo interesse del bene comune e per un sereno futuro della città di Matera.
Nino Grilli, segretario cittadino de “La Grande Lucania”
Comunicato stampa dei consiglieri assenti nella quarta seduta del consiglio comunale
La scelta di non partecipare al consiglio comunale scorso è stata effettuata nel tentativo di evitare l’ulteriore acuirsi dei problemi nella maggioranza di centrosinistra.
Non è stata sufficiente infatti una settimana per trovare una intesa nella maggioranza che ha votato Adduce Sindaco. Ha prevalso la logica di chi ha voluto e vuole la rottura nel PD e nella stessa maggioranza. La dichiarazione del Sindaco in consiglio conferma la volontà di chi ritiene che si possa governare anche a maggioranza variabile.
Noi abbiamo tentato con tenacia di mantenere coeso il PD, valore insostituibile, e tutta la maggioranza.
Con Il Segretario Regionale del PD ed insieme al Sindaco questa intesa era stata raggiunta. Un’intesa che dava forza al PD affidandogli un ruolo guida con una maggioranza coesa intorno al Sindaco.
Si è voluto ancora una volta, disattendendo quella intesa, procedere al voto, mortificando la coalizione e ancora di più la candidata. La città ha bisogno di risposte, necessita di una guida autorevole sostenuta da una maggioranza, vuole un Governo.
Non servono pasticci, accrocchi tantomeno commissari si può governare cinque anni, si possono affrontare le emergenze e programmare il futuro della città. Queste ambizioni, questi propositi, questo progetto lo si fa solo con tutto il PD e con tutta la maggioranza. Noi non faremo venir meno il nostro sostegno al Sindaco perché crediamo fermamente nel progetto che abbiamo contribuito a scrivere al fine di garantire un governo stabile e duraturo.
I consiglieri comunali del PD
Antezza Nunzia Bianchi Francesco Cotugno Angelo Montemurro Angelo Paradiso Antonella Scarola Giovanni Taratufolo Massimiliano Tralli Vito
MATERA: CASAPOUND ITALIA, ADDUCE TIRI FUORI GLI ATTRIBUTI E FACCIA PULIZIA
“All’indomani dell’ennesima fumata nera per l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale nella maggioranza è ora che inizi a saltare qualche testa”, CasaPound Italia commenta con queste parole l’ultimo fallimento della maggioranza di centrosinistra in consiglio comunale. “Adduce si sta rendendo complice di una classe politica che vuole esclusivamente speculare sulla pelle dei cittadini, – afferma Stefano Dubla, responsabile di CPI – è ora che la faccia finita di supportare questa pagliacciata in cui alcuni rappresentanti della maggioranza arrivano al punto di disertare il consiglio comunale in un momento così critico per la città. La soluzione è unica: Adduce dia un ultimatum ai suoi, o si elegge il Presidente prima delle ferie e si comincia a legiferare oppure si va tutti a casa.
La città non può essere tenuta sotto scacco da un manipolo di arraffoni quando ci sono da affrontare problemi come i tagli agli eventi culturali come il Festival Duni, la pessima igiene urbana in piena stagione turistica, le strisce blu illegali e una nuova politica per la casa”. “Questa presa in giro, – conclude CasaPound Italia – questa continua ed eterna ricerca di cariche e guadagni invece del dovere e del sacrificio in nome e per conto degli elettori, non può restare impunita. Ed è ora che anche la cittadinanza materana si interroghi sul danno che arreca a tutta la comunità il principio di votare esclusivamente seguendo legami di
parentela o di amicizia, questo è il risultato: una totale desertificazione politica, culturale e sociale della nostra città”.
Stefano Dubla, responsabile di CPI
Oramai sarebbe come sparare sulla Croce rossa, dopo l’ennesima figuraccia consumata in Consiglio Comunale nella seduta del 19.07 u.s.. Da salvare c’è stato solo il doveroso ricordo della strage di Via D’Amelio e del giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, vittime della mafia, probabilmente istituzionalizzata. Per il resto si è registrata la consueta (oramai) manfrina tra maggioranza ed opposizione a rimbalzarsi colpe e responsabilità della mancata nomina del presidente del consiglio comunale. E, intanto: “Ei fu, siccome immobile…., la citazione manzoniana calza oramai a pennello per un’amministrazione comunale sempre più inconcludente, incosciente della situazione coatica che genera e, di conseguenza, riversa sulla città di Matera. Uno spettacolo deprimente quello offerto nel corso dell’assise comunale e che ha visto, in maniera paradossale una parte della maggioranza di centrosinistra criticare aspramente la restante parte della stessa maggioranza. E, nel contempo, “pregare” l’opposizione di venirle in soccorso, tentando in maniera sconcertante di scaricare sull’opposizione responsabilità che appartengono per intero alla medesima maggioranza. Ancora una volta questa “politica” dissennata ha mostrato il segno di tutta la sua ambiguità, il desiderio dell’inciucio, la contrattazione sommersa, la dolorosa e pervicace voglia di spartizione di poltrone che impediscono di far trovare la soluzione per addivenire ad un semplice e- ripetiamo- necessario adempimento. Senza il quale- sia ben chiaro- si è di fronte ad una situazione illogica di amministrazione pubblica. L’accorata, ma anche patetica, esortazione che il sindaco Adduce ha rivolto ai consiglieri tutti ed in particolare ai suoi alleati è il segno tangibile della sfiducia che una consistente parte della sua stessa maggioranza e per di più di appartenenti al suo stesso partito hanno nei suoi confronti. Una sfiducia che parte da lontano, fin dalla sua controversa candidatura, esaltata da un risultato elettorale che certamente non si potrà mai dire essere stato confortante. La “fiducia”- se così si può definire- si è ora ridotta a 17 consiglieri che- bene o male- continuano a credere nell’attuale Primo Cittadino. L’estremo ennesimo tentativo messo in atto dal sindaco Adduce, rinviando di una decina di giorni la decisione per la nomina del presidente del consiglio comunale, appare più come un mesto tentativo di ricompattare una maggioranza di centrosinistra dilaniata al suo interno e affidata a insaziabili “correnti”, facenti capo a personaggi sofferenti di eccessivo e deleterio protagonismo e che nulla hanno da spartire con i reali problemi della città di Matera.
Nino Grilli, responsabile comunicazione La Grande Lucania
COMUNICATO DEL 23 LUGLIO 2010 DELL’ASSOCIAZIONE PER LA SINISTRA
Stanchezza, indignazione, disgusto: questi sono oramai i sentimenti che prevalgono in quella società civile che ancora vuole credere nelle regole di una comunità democratica e che si sente profondamente insultata da quanto sta avvenendo nella crisi del Comune di Matera. Ma che cosa possiamo aggiungere? Ribadire la nostra estraneità a questo triste sistema partitico organizzato a clan? Auspicare dimissioni? Chiedere a coloro che pretendono di rappresentare all’interno di quel consesso la sinistra di riaffermare la ragioni di un’etica della sinistra e chiamarsi fuori da quel sistema? Si, possiamo ripetere tutte queste cose sperando che questi politici, tutti quanti responsabili di questa triste situazione, ritrovino la dignità di sapersi rappresentanti non di loro stessi, ma di una comunità, che in teoria merita di più (ma che li ha anche eletti, sapendo quali dinamiche clientelari loro rappresentassero).
C’è bisogno molto di più di tutto questo: non bastano più semplici dichiarazioni, alle quali comunque la cultura partitica rimane sorda, sempre fiduciosa in un raggiungimento di un’intesa per la spartizione delle poltrone.
Matera merita di più: meritiamo di più se siamo profondamente convinti di essere cittadini di uno stato la cui Costituzione sancisce la moralità delle regole democratiche, alla quale noi ribadiamo di credere, mentre questi politici non sanno neanche più cosa significhi.
Siamo quindi noi, cittadini, a dover cambiare nel riaffermare le regole con voce forte e consapevole, e richiamarci all’ordine nello scegliere degni rappresentanti o nello strenuo tentativo di ricordare a tutti i signori (e signore) della politica le regole di un vivere civile.
In questi giorni abbiamo visto il successo di un’iniziativa quale quella del referendum contro la privatizzazione dell’acqua, con 1.400.000 firme, raccolte grazie ad un movimento spontaneo, senza la partecipazione di partiti. A dimostrazione che i cittadini se vogliono, possono raggiungere grandi risultati e che questo è un esempio chiaro di democrazia partecipata. L’acqua è un bene comune: ma ancora di più è bene comune la amministrazione della cosa pubblica.
Lavoriamo perché questo bene torni ad essere nostro, perché Matera e la sua amministrazione ritrovino la decenza del rispetto delle regole minime di una convivenza democratica.
Associazione Per la Sinistra –Matera
La fotogallery del consiglio comunale
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questo articolo l’ha scritto Michele Capolupo o il consigliere Angelino?
….a mio parere è un articolo di parte, ma soprattutto gli ultimi due righi sono assurdi. Non credo che i 40 consiglieri abbiano bisogno per vivere dei 40€ del gettone di presenza….tant’è vero che 9 oggi non si sono presentati 😛
Con immenso rammarico ho assistito alla quarta puntata del film di sergio leone “C’era una volta il comune “….ma almeno nei film precedenti si sparavano a vista!!!! con il sottofondo delle musiche di ennio morricone…..!!!! qui invece nulla di nulla….e non se ne voglio neppure andare!!!! che vergogna…ma come possiamo uscire da questo pantano?…ora veramente servirà una sommossa popolare stile PRESA DELLA BASTIGLIA!!!!!è l’ultima carta che ci resta da giocare……..
Sono d’accordo!
Tra 10 giorni facciamoci trovare fuori dal palazzo della provincia, per una manifestazione spontanea.
Ma ho l’impressione che molti materani preferiranno stare a casa al fresco dell’aria condizionata.
me ne uscirei anche prima dal lavoro.magari il popolo si sveglia. io ci sto
I mezzi per organizzarci e diffondere la cosa ci sono (facebook e siti vari).
Allora?
Ancora una volta la sinistra mostra il suo volto: un’accozzaglia di individui l’uno diverso dall’altro che si uniscono in campagna elettorale soltanto per conquistare il potere, per avviare le solite guerre per bande il giorno dopo. E purtroppo senza neanche la parvenza di un dissidio ideologico, ma con l’unico dichiarato scopo di conquistare poltrone e prebende.