L’Assessore Mancusi convoca un po’ di persone, alla buon ora, per discutere di funzionamento dei depuratori e della rete dei reflui in Basilicata.
Dopo che l’acqua è divenuta rossa nel Pertusillo, dopo che Legambiente ha fatto precisi riferimenti al funzionamento dei depuratori delle acque reflue lucane ( a dire il vero è stato come scoprire l’acqua calda) , dopo che un pò ovunque in Basilicata ci si lamenta del cattivo funzionamento degli impianti e delle reti fognarie, dopo che i Carabinieri del Noe, di concerto con la magistratura, sono divenuti più solleciti e puntuali a svolgere attività di repressione dei comportamenti illeciti, solo adesso l’Assessore convoca.
Finirà nella solita bicchierata di acqua depurata e certificata dall’Università di Basilicata come negli squallidi esempi di inizio anno?
Ci sarà qualcuno che si ricorderà del depuratore di contrada Sgarrone sito in agro di Altamura che inquina lo Jesce e che a sua volta si riversa nel torrente Gravina ed infine arriva nel Badano?
Il Governatore pugliese sventola il vessillo della legalità e dell’ambiente ma evidentemente nel lontano territorio murgiano questi segnali non arrivano.
Sul povero torrente Gravina insiste, anche, il depuratore di Matera sito a contrada Pantano, lì la situazione è un po’ migliore perché a seguito di circostanziata denuncia di un cittadino, il Noe dei Carabinieri ha posto sotto sequestro alcune parti dello stesso ed ha interdetto il conferimento di alcuni liquami per i quali il depuratore non era abilitato, con grosso disappunto di molti amministratori ed associazioni di tutela del sottosviluppo strutturale.
E’ molto difficile, poi, che il ventennio possa ritornare per poter sperare nel adeguamento della rete fognaria risalente a quell’epoca ma vi sono molti scarichi abusivi sostanzialmente autorizzati, perché conosciuti da tutti- anche da organi della magistratura- e che riversano liquami a cielo aperto nel povero torrente Gravina.
La tornata elettorale scorsa spinse l’assessore all’ambiente uscente a convocare il 27 Gennaio scorso una riunione in cui furono presi impegni precisi di un monitoraggio che sarebbe stato sostenuto con finanziamenti regionali, si sarebbero redatti protocolli di intesa e si sarebbero coinvolti le amministrazioni provinciali confinanti.
Certo l’assessore Mancusi avrebbe potuto non sapere tutto questo ma ben 9 associazioni ambientaliste e della società civile materana chiesero a lui ed agli altri enti interessati un incontro urgente sin dal 17 Aprile scorso per conoscere operativamente lo star dell’arte.
Nessuna risposta è arrivata.
La domanda del contadino all’addetto Enel fatta nell’autunno del 1963 è sempre attuale.: Compà, dimmi un po’, perché prima dell’elezione avete portato i pali e dopo siete passati a riprenderli ? Quel contadino dovette attendere ancora molto per vedere la lampadina accendersi in casa propria
Nel caso del Torrente Gravina e sue pertinenze : la storia si ripete ed è così che sono passati oltre venti anni.
Proprio perché è passato tanto tempo forse è proprio il caso che siano questi amministratori ad affrontare il caso smettendo il gioco del rimbalzo e poi il 2019 si sta avvicinando a grandi balzi……e vuoi mettere un DEA ( Museo demoantropologico) con vista su fogna a cielo aperto come erano i gabriglioni prima dell’intervento mussoliniano?
Pio Abiusi