Tinchi, 3 agosto 2010
Al 34° giorno continuo di presidio ininterrotto sul tetto più alto dell’ospedale di Tinchi di Pisticci, proseguono incessanti le attività di mobilitazione della cittadinanza.
Nella serata di martedì 3 agosto, davanti al piazzale dell’Ospedale, è prevista la distribuzione gratuita di pettole e focacce donate dai panifici di Marconia e fritte al momento dalle volontarie dei comitati in lotta per la difesa dell’Ospedale. Alle 21,00 inizierà inoltre il concerto musicale dei “Capolinea Live”.
Mercoledì 4 agosto, a partire dalle ore 20,00, è invece prevista la prima manifestazione politica pubblica in difesa dello stesso Ospedale.
Parteciperà in forze tutto il PDL regionale di Basilicata con la presenza dei Consiglieri Regionali SARRA, ROSA, NAPOLI, CASTELLUCCIO, MATTIA, PICI, VENEZIA e del loro capogruppo PAGLIUCA.
Oltre ai Consiglieri Comunali di Pisticci N. PANETTA, O. PANETTA, MAZZEI, D’ONOFRIO, IANNUZZIELLO, SCAZZARRIELLO, GALLO e al coordinatore cittadino PDL Domenico LAZAZZERA.
Tinchi, 2 agosto 2010
100 Km DI RABBIA E DI PASSIONE
Questa non è una storia inventata, ma ciò che è accaduto realmente una settimana fa, esattamente il 26 e 27 luglio 2010.
Partenza alla mattina, alle sette in punto, dal piazzale antistante l’ospedale di Tinchi di Pisticci (MT); destinazione Potenza.
Poco più di 100 km a piedi, sulla superstrada Basentana, in marcia serrata per il Consiglio Regionale straordinario che doveva decidere sulle sorti dell’Ospedale metapontino.
Venti temerari, semplici cittadini non dipendenti né di asl né dell’ospedale, che si sono cimentati in un’impresa memorabile, quasi impossibile.
Ma non siamo all’inizio della storia, in quanto già da più di un mese, esattamente dal primo luglio, un altro gruppo di cittadini è asserragliato sul tetto più alto di quell’ospedale che si è deciso di chiudere.
Insieme ai più giovani che si alternano nei turni massacranti di presidio continuo, per giorno e notte, alcuni autentici frammenti di storia vivente.
Uno di loro, 86 anni, ex compagno di brandina in carcere di Rocco Scotellaro ai tempi delle lotte contadine, e amico di Carlo Levi.
Quello di Tinchi è un ospedale distrettuale importantissimo; ha servito egregiamente per trent’anni 50.000 cittadini d’inverno che d’estate diventano più di 300.000, che si sono visti privare improvvisamente di quell’ultimo bene residuo, essenziale per la sopravvivenza di una vasta comunità, quella metapontina.
Qualcuno penserà che è colpa di Tremonti, dei tagli alla sanità del Governo Berlusconi…
Niente di tutto ciò!
La chiusura di quell’ospedale, vanto di tutta la Basilicata per l’ottima valenza del suo personale e dei suoi conti economici, fa parte di una strategia criminale di lungo corso che vuole indurre all’emigrazione forzata le popolazioni d’origine di questi territori, dopo che un’altra emigrazione di massa, nei decenni scorsi, le ha già pesantemente decimate.
Induzione forzata all’emigrazione in un territorio ricchissimo e rigoglioso, sicuramente il più ricco d’Europa per gli enormi giacimenti di petrolio e gas naturale qui presenti.
D’altronde, l’individuazione del sito unico delle scorie di Scanzano Jonico, distante da Tinchi meno di 15 km, già qualche anno fa sarebbe servito proprio a questo.
Abbiamo percorso i 100 km in 27 ore esatte, arrivando davanti al palazzo delle Regione stremati, alle 10 in punto del giorno dopo, sdraiandoci per terra con i piedi doloranti e roventi per le bolle e il sudore.
Un vero e proprio record, ha gridato qualcuno con il suo ultimo barlume di forza.
Alle otto di sera, dopo un’interminabile giornata di attesa spasmodica davanti al Palazzo, sotto il sole cocente e due terribili acquazzoni beccati in pieno, la maggioranza di governo lucano ha bocciato entrambe le uniche due mozioni previste, che avrebbero restituito almeno in parte i servizi e i reparti sottratti all’Ospedale di Tinchi.
Ha, cioè, deciso di non decidere; nella costanza di una consuetudine efferata e aberrante.
Quella di Basilicata, a maggioranza PD, è sicuramente l’ultima énclave o roccaforte di una sinistra dittatoriale e sanguinaria, che riesce a impedire ai sindacati e ai lavoratori di poter partecipare, alla magistratura di indagare, alle televisioni e ai giornali nazionali di trasmettere…
Con un fil di voce e di nascosto, per paura delle feroci epurazioni e ritorsioni diffuse e qui all’ordine del giorno, molti cittadini cominciano a osare dove non hanno mai osato…
Iniziano cioè a paragonare questo regime repressivo a una vera e propria reincarnazione già compiuta: quella di CEAUSESCU!
Antonio Forcillo
Tinchi, 2 agosto 2010
A TUTTE LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI DI BASILICATA
I Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, ora in lotta insieme al Comitato Difesa per l’Ospedale di Tinchi di Pisticci (MT) e ad altre associazioni, invitano tutte le Associazioni, i Movimenti e i semplici cittadini di Pisticci, Marconia, Bernalda, Ferrandina, Montalbano, della Provincia di Matera e della Basilicata tutta ad unirsi a loro nella rivendicazione della non chiusura del nosocomio pisticcese.
La collaborazione richiesta è che diventino anch’essi protagonisti di questa lotta giusta.
Chiedono loro idee, presenze, dibattiti, azioni sinergiche e iniziative.
Tutti a guida della contestazione, allo stesso modo e senza gerarchie.
Confidando nell’accoglienza di questo invito ringraziano e salutano.
Tinchi, 1 agosto 2010 A TUTTI I PARTITI POLITICI
Si invitano i Politici di tutti i Partiti a venire davanti all’Ospedale di Tinchi di Pisticci (MT) per esporre ai giornali, alle televisioni e ai cittadini il loro pensiero e la loro iniziativa pratica sulla sorte del nosocomio pisticcese.
I manifestanti, in lotta stressante da oltre 30 giorni, ma forti di più di 12.000 (dodicimila) firme di cittadini contrari alla chiusura, confidano nella loro presenza e nel loro fattivo ed essenziale contributo alla soluzione del problema.
Comitato cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto
Matera, 1° agosto 2010
La marcia dei 100 Km pro ospedale di Tinchi
non è una gara sportiva né l’avanzata di una armata Brancaleone
In questi mesi di caldo e di distrazioni estive, la marcia dei 100 Km, a piedi, verso il capoluogo di Regione rischia di passare inosservata o, peggio ancora, per una trovata folkloristica. In realtà, essa indica una preoccupazione e segnala un problema serio: quello della sanità in Basilicata e quello della salute come diritto. Ciò che chiedono tutti i lucani è che siano loro garantiti i servizi sanitari di base. Gli ospedali superspecializzati, in questa ottica, potrebbero non interessare più di tanto. In passato fece brutta prova il superspecializzato ospedale ortopedico di Pescopagano. Della recente conversione dell’ospedale di Rionero e Tricarico sappiamo. Dell’ospedale di Tricarico sappiamo in particolare, ma non ne conosciamo i termini, che, in fondo è, a tutti gli effetti, affidata alle gestione della “Don Gnocchi”. Ma, indipendentemente dalla gestione, dovrebbe essere evidente che la sua specializzazione a senso unico certamente non garantisce meglio il diritto alla salute degli abitanti di Tricarico e dell’intera area che vi gravita intorno.
Possiamo solo segnalare un dato preoccupante: il dottor Vito Magnante, sindaco di Grassano è anche primario chirurgico dell’ospedale di Tricarico. L’associazione degli ex Consiglieri regionali gli ha attribuito il premio Verrastro 2010 per l’animo di medico con cui amministra. Ma la sorpresa è venuta durante la manifestazione, quando si è appreso, dallo stesso dott. Magnante, che da otto mesi, regolarmente pagato con la sua équipe, non ha fatto un solo intervento chirurgico, pur essendo arcinota e arcistimata la tecnica da lui usata, nello specifico, per le operazioni di ernia. La gente comune si domanda perché possa succedere una cosa del genere e perché, nello stesso tempo, possano sussistere tali sprechi economici e umani.
Quanto all’ospedale di Rionero, riconvertito per la cura del cancro, è apparso subito incongruo che malati di una malattia, di per sé psicologicamente e fisicamente devastante, debba sottoporsi a massacranti viaggi da tutta la regione con un pullman che ha tutti i caratteri del pullman del dolore e della sofferenza. Alcuni giornali locali hanno riportato dolorose riflessioni di malati sottoposti a siffatto viaggio, che meriterebbero molta più attenzione. Ciò, peraltro, ha indotto l’ospedale di Potenza a organizzare un servizio in proprio, mentre dalla provincia di Matera si sollevano già richieste dello stesso genere e si istituiscono navette con partenza da Nova Siri. Forse non sarebbe male fare i conti economici del tutto e fare un bilancio costi-benefici.
Dell’ospedale di Tinchi si parla di superspecializzazione in neuropsichiatria infantile, con gestione affidata (se abbiamo capito bene) ad una organizzazione privata, affine alla “Don Gnocchi” di Tricarico. Si parla di una , di cui la gente comune, come noi, vorrebbe sapere di più. Ma siamo proprio convinti che la Basilicata abbia bisogno di una superspecializzazione in psichiatria infantile e non invece di una normale pediatria? Si parla di costi. Ma perché non si parla di case farmaceutiche, di acquisti incongrui e, dulcis in fundo, di medici che lavorano in ospedale, cui, però, si consente di moltiplicare le entrate con la medicina privata, esercitata intra ed extra moenia?
In tutto questo discorso sorprende e dispiace la posizione netta, quanto irriverente, assunta dai sindacati confederali CISL, UIL e, purtroppo, CGIL, che, parlando delle agitazioni di comuni cittadini, fra i quali è gente dal glorioso passato, usano frasi quali “sedicenti comitati cittadini” e parlano di “facile populismo spicciolo”. Sono proprio convinti che l’operazione Rionero, l’operazione Tricarico e l’operazione Tinchi non “escludano e penalizzino piccoli e piccolissimi Comuni?”. Riflettere non fa male. E non fa male essere rispettosi di chi si batte con grandi sacrifici, pur quanto, eventualmente, dovesse capire poco o nulla delle grandi strategie di chi “vola alto”, anzi “troppo” alto. Un po’ di umiltà non fa male a nessuno.
Giuseppe Pace, presidente del CIACP
Giovanni Caserta, responsabile culturale del CIACP
Lettera inviata alla nostra redazione da Pio Abiusi, componente del CIACP
Egregio Direttore,
vengo a Lei perché persona attenta e sensibile ai dibattiti che di tanto in tanto vivacizzano la nostra Basilicata.
Oggi ancora attuale è quello sull’Ospedale di Tinchi e che ha avuto una chiaro indirizzo, per fortuna, nel dibattito sviluppato in seno al consiglio regionale, ha ancora uno strascico proprio dei periodi balneari e di gente che sotto l’ombrellone si cimenta.
Non mi soffermo ma è chiaro che la guardia al bidone vuoto è finito e la gente ha bisogno di una sanità nuova e più rispondente.
Forse il messaggio non è stato veicolato ancora bene.
Un documento mi ha fatto prendere la tastiera e sciverLe ed è quello curato dal Ciacp con il quale spesso mi accomuno in tante note.
Si capisce il mio leggero dissenso dal fatto che questa volta la mia firma non c’è, c’è però un punto che intendo rimarcare e che riporto integralmente: Possiamo solo segnalare un dato preoccupante: il dottor Vito Magnante, sindaco di Grassano è anche primario chirurgico dell’ospedale di Tricarico. L’associazione degli ex Consiglieri regionali gli ha attribuito il premio Verrastro 2010 per l’animo di medico con cui amministra. Ma la sorpresa è venuta durante la manifestazione, quando si è appreso, dallo stesso dott. Magnante, che da otto mesi, regolarmente pagato con la sua équipe, non ha fatto un solo intervento chirurgico, pur essendo arcinota e arcistimata la tecnica da lui usata, nello specifico, per le operazioni di ernia. La gente comune si domanda perché possa succedere una cosa del genere e perché, nello stesso tempo, possano sussistere tali sprechi economici e umani.
Va fatta chiarezza immediatamente da parte di chi è competente:Assessore regionale alla sanità, Direttore generale dell’Asm qui si tratta di mancata valorizzazione di una elevata professionalità, così appare, e spreco di denaro pubblico.
Credo di poter parlare a nome di molti cittadini lucani che una risposta chiara ed immediata attendono ed è doverosa.
Pio Abiusi
NUOVA REPLICA SULLA NOTA DEI SINDACATI INVIATA DAL CITTADINO PIETRO GIANNACE DI MARCONIA
1° agosto 2010
E’ il momento di cambiare metodo. Finalmente parlano i sindacati
CGIL, CISL e UIL di Matera alla fine si sono fatti vivi, dopo la protesta dei comitati e dei cittadini che occupano il tetto più alto dell’ospedale di Tinchi ormai da un mese. E in tutto il mese abbiamo assistito ad un assordante silenzio da parte dei sindacati provinciali. Nonostante il loro silenzio, però, come Comitati non ci siamo mai sognati di accusare l’assenza e il silenzio dei sindacati definendoli “sedicenti sindacati” o “sedicenti sindacalisti” o “sedicenti difensori dei lavoratori”.
Tuttavia ai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil vogliamo solo ricordare che oltre ai Comitati in questa lotta per la difesa di servizi essenziali tagliati impunemente e proditoriamente dalla direzione generale dell’ASM materana ci sono decine e decine di Associazioni e movimenti:
L’AVIS, l’Associazione Allelammie, Associazione MP3, Associazione FIDAPA, l’Associazione Culturale Emanuele 11e72, L’associazione Radio CB Soccorritori di Marconia, il circolo ARCI Gianni Rodari, il Centro di Cultura Arte Magna Grecia (CECAM), l’Associazione “I calanchi”, l’ASD Bici Sport, l’Associazione “Il Delfino” nautica da diporto, la “Libera Associazione Anziani, la Federazione Italiana della Caccia, l’associazione culturale “Amici del Folk, l’Associazione “Agape”, L’Associazione “Maria di Nazareth”. L’associazione “Libera Caccia” di Marconia, l’associazione Anthos, l’associazione “coro Polifonico Don Bosco”, il circolo Tennis Marconia, l’associazione “Ambiente e Vita”, l’Ugl, la Pro Loco Pisticci, La Pro Loco Metaponto e Bernalda.
Sono anche queste “sedicenti associazioni” come i “sedicenti comitati”??
I sindacati in tutto questo tempo sono stati silenti e complici di fronte a trasferimenti di personale, medico e paramedico, illegittimi e illegali. Sono stati silenti e complici di fronte a chiusure di reparti e servizi che toccano direttamente i cittadini di Pisticci, Bernalda, Marconia, Metaponto, Craco e Val Basento. Altro che piccoli paesi: una utenza vastissima. E poi parliamo del terzo comune della Basilicata.
Adesso, dopo un mese, i sindacati scoprono che “non si può decidere di chiudere un ospedale, una struttura, e solo successivamente comunicarlo: la gente ovviamente si chiede a cosa dovrà rinunciare e per quale motivo”. E’ esattamente questo uno dei motivi che hanno spinto i cittadini e i “sedicenti comitati” a salire sul tetto dell’ospedale.
Taratufolo, Coppola e Amatulli affermano che “ciò che si avverte è che il livello di informazione sul Piano di riordino è scarsissimo non solo tra i cittadini, ma anche tra gli stessi operatori”. Hanno ragione. Infatti non c’è nessun Piano di riordino. Non lo conoscono neanche i sindacati.
E noi siamo saliti sul tetto perchè abbiamo detto “mò basta”!!! Avevano smantellato tutto senza una idea di riordino. Senza una idea univoca. Solo dichiarazioni contraddittorie fatte agli organi di stampa da un direttore generale che dichiarava di non chiudere nulla e di lavorare per insediare Stella Maris a Tinchi senza e contro la volontà dei cittadini che chiedono il ripristino dei servizi sottratti e dei posti letto al servizio di medicina, chirurgia, fisiatria e riabilitazione.
Abbiamo iniziato questa lotta e la continueremo pensando di aver fatto la scelta giusta perchè grazie a questa lotta si è tenuto un consiglio comunale sulla vicenda Tinchi, un consiglio regionale il 27 luglio che senza i cittadini sul tetto non si sarebbe tenuto, e, grazie alla nostra lotta finalmente anche i sindacati si sono fatti vivi anche se si sono scordati di interpellare i loro iscritti prima di fare un comunicato stampa.
Effettivamente è ora di cambiare metodo anche per i sindacati. Adesso vogliono un tavolo di confronto con la direzione generale dell’ASM. E finora dove sono stati?
Pietro Giannace
LA REPLICA DEL COMITATO CITTADINIATTIVI DI BERNALDA E METAPONTO E COMITATO DIFESA OSPEDALE DI TINCHI.
TINCHI DI PISTICCI, 31 LUGLIO –SASSI E SASSATE DA MATERA
In Inghilterra chi vuol fare il sindacalista deve superare un esame di Stato, e deve aver esercitato per almeno cinque anni il mestiere che vuole rappresentare. In Italia, secondo una convinzione molto diffusa, accede al sindacato chi ha poca dimestichezza con la fatica e molta protezione politica. Tre sindacalisti materani, confederati anche nelle convinzioni, hanno scritto che i cittadini in lotta per non far chiudere l’Ospedale di Tinchi di Pisticci (MT) sono affetti da “Populismo” e si sono costituiti in “Sedicenti comitati civici”. Con questo clamore, forse, hanno voluto acclarare il loro diritto di accesso al Piano Regionale Sanitario, nel quale confluiscono, come sempre, provvide prospettive di spartizione. “Aggiungi un posto a tavola, chè c’è un amico in più……” Il loro coinvolgimento nel Piano sarebbe auspicabile, se essi disponessero di uomini capaci di dare qualità al progetto. Rimane il dubbio, tuttavia, che la loro partecipazione non sia essenziale. Ma è meglio riflettere in termini culturali. Con quali titoli e competenze i tre sindacalisti svolgono la loro attività? Sanno che Tinchi è ospedale distrettuale riconosciuto dalla Regione al pari di Stigliano e Tricarico? Dicano loro perché d’improvviso si voglia cambiare rotta. Per caso sono cessati i bisogni e i diritti della popolazione del Metapontino e della Montagna materana? Le ragioni del popolo sono diverse dalle ragioni dei prepotenti. Sanno che l’Ospedale di Tinchi è stato, da sempre, il più produttivo ed affidabile della Basilicata? Sanno che d’estate esso può servire una popolazione di 350.000 abitanti? I tre sindacalisti vengano sul tetto più alto dell’Ospedale e verifichino direttamente se i dimostranti siano “populisti” o cittadini veri e liberi, incompatibili con le prepotenze partitiche e sindacali. I Comitati in lotta non sono “sedicenti comitati”. Quello dei Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto è registrato all’Ufficio del Registro, ed ha per obiettivi statutari la democrazia partecipativa, la promozione del territorio, la pubblica utilità e la legalità. Essi non votano finchè saranno i partiti politici a decidere su programmi e candidati. Essi sono liberi, non si candidano alle elezioni, non ricevono soldi da nessuno, non si lasciano ricattare da alcuno, diffondono la cultura del servizio, non quella del potere. Il Comitato Difesa dell’Ospedale di Tinchi è guidato da due autentici protagonisti del vero sindacalismo: Nicola Dolce della CISL, Domenico Giannace della CGIL. Onore ai sindacalisti sempre vicini ai bisogni del popolo e alle lotte operaie! Commiserazione per i sindacalisti impoltroniti! Invece che accanirvi contro chi da un mese lotta per gli altri, denunziate al mondo il lavoro nero, gli inquinamenti, la svendita e lo sfruttamento del territorio che quotidianamente, sotto gli occhi vostri, si consumano in questa amara terra di Basilicata. Sindacalisti di Matera, se credete di aver sbagliato bersaglio, venite a Tinchi. I cittadini in lotta vi stringeranno la mano e vi chiederanno di non far chiudere l’Ospedale di Tinchi e di giurare insieme guerra eterna alla spartizione disonesta e al clientelismo senza rossore.
il Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto e il Comitato Difesa Ospedale di Tinchi
MATERA, 29 LUGLIO, NOTA INVIATA DAI SEGRETARI GENERALI DI CGIL, CISL E UIL
In questi giorni stiamo assistendo a prese di posizioni di consigli comunali e proteste da parte di sedicenti comitati civici, appoggiati anche da qualche politico che, in cerca di notorietà, si avventura sul facile populismo spicciolo, sul Piano di riordino della Rete Ospedaliera che prevede la parziale chiusura o la riconversione di alcuni ospedali sia sul territorio provinciale che su quello regionale.
Ciò che avvertiamo, è che il livello di informazione sul Piano di riordino è scarsissimo non solo tra i cittadini ma anchetra gli stessi operatori sanitari.
I cittadini e i lavoratori hanno compreso, già prima della manovra finanziaria del governo Berlusconi, che la situazione sul Piano di riordino non era chiara (per i tagli già avvenuti), ma che, adesso, la situazione si è ulteriormente complicata alla luce dei tagli previsti dalla manovra che incidono pesantemente sul servizio sanitario regionale e provinciale.
Tutto ciò, ovviamente, crea incertezza perché i cittadini non hanno contezza di quello che realmente accadrà sul loro territorio.
Siamo tutti d’accordo che vi sono strutture ospedaliere vecchie e inefficienti o di scarsa utilità per la collettività, a breve distanza le une dalle altre, che dovranno essere ridisegnate, senza però riprodurre “doppioni”.
Ma non si può decidere di chiudere un ospedale, una struttura, e solo successivamente comunicarlo: la gente ovviamente si chiede a cosa dovrà rinunciare e per quale motivo.
Per questo è arrivato il momento di entrare nel merito e fornire informazioni chiare e comprensibili sia ai cittadini che ai lavoratori interessati.
Per questo è arrivato il momento di cambiare metodo, perché quello praticato finora ha mostrato tutti i suoi limiti.
È arrivato il momento di intraprendere una strada diversa, che coinvolga realmente le confederazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL in quanto portatori sia di interessi diffusi e generali che degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per questo CGIL, CISL e UIL della provincia di Matera proporranno, in questi giorni, al Direttore generale dell’ASM un protocollo di intesa (visto che ad oggi, in effetti, non esiste sul Piano Regionale Sanitario alcun protocollo concertativo con le OO.SS.) affinché ci sia una programmazione concertata e attenta al territorio e ai bisogni di tutta la collettività: l’obiettivo è che si lavori per creare quelle sinergie necessarie fra servizi territoriali, medici di base, servizi sociali comunali, distretti sanitari.
CGIL CISL UIL ritengono che urge istruire un tavolo di confronto permanente che miri a risolvere le criticità endemiche della sanità di questo territorio nell’interesse combinato della collettività e di chi ci lavora in questo settore.
A tal proposito si fa rilevare che, ad esempio, occorrerebbe predisporre un piano complessivo che preveda l’adeguamento della rete di assistenza socio – sanitaria nel territorio che non escluda e non penalizzi i piccoli e piccolissimi comuni, cosi come occorrerebbe una seria riflessione sulla prevenzione delle malattie invalidanti e sulle malattie degenerative o sull’appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture convenzionate.
Siamo sicuri che solo lavorando in questo modo anche i piani di adeguamento e riordino della rete ospedaliera sarebbero compresi dalla collettività e siamo anche convinti che solo spostando i servizi sul territorio si possano meglio tutelare le fasce più deboli, svantaggiate e con maggior disagio economico e sociale esistenti nella nostra provincia.
Il sindacato, in maniera unitaria, è convinto che solo lavorando, tutti insieme, è possibile mantenere e migliorare la qualità dei servizi alla collettività la quale deve essere messa in condizione di ricevere servizi e prestazioni efficienti da personale, a sua volta, valorizzato nelle professionalità acquisite.
Il virtuosismo della sanità si realizza proprio quando la qualità del servizio e la qualità del lavoro viaggiano sullo stesso binario avendo come obiettivo esclusivo tutta la collettività.
Matera, 29 luglio 2010
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Manuela Taratufolo, Franco Coppola e Giuseppe Amatulli
27 luglio 2010 – In occasione del Consiglio Regionale sull’Ospedale di Tinchi, sono confluiti davanti al Palazzo della Regione di Potenza i venti cittadini che hanno percorso a piedi oltre 100 km, e i due pullman di persone che si sono congiunte alla manifestazione a difesa dell’ospedale pisticcese. Il Consiglio è durato tutto il giorno. I dimostranti hanno retto eroicamente all’attesa della conclusione del Consiglio. La conclusione è stata amara, perchè non rispondente alle speranze dei dimostranti.
Ai consiglieri del PD si attribuiscono le maggiori responsabilità nelle insoddisfacenti risposte istituzionali. I cittadini sono stati civilissimi, perchè avrebbero potuto avere reazioni violente alle tante provocazioni e tracotanze rese da taluni esponenti di questo partito, indegnamente ricoprenti la funzione di consigliere regionale.
Nel frattempo, si porta a conoscenza che nei giorni scorsi i due Comitati promotori della lotta hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica contro la Direzione Generale dell’ASM (Azienda Sanitaria del Materano), per i fatti accaduti il 14 luglio riferiti agli ordini di trasferimento delle attrezzature medico-sanitarie e materiali del reparto di Medicina dell’Ospedale di Tinchi, al fine di chiedere l’apertura di indagini. Copia di tale denuncia sarà inoltre a breve trasmessa, per conoscenza, anche al Presidente della Repubblica, al Ministro della Salute, alla Corte dei Conti, alla Direzione Distrettuale Antimafia, al Procuratore Nazionale Antimafia, al Ministro della Funzione Publlica, al Ministro degli Interni, alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale.
Dal tetto dell’Ospedale – 28° giorno
Perché tanto accanimento sugli ospedali di Tinchi, Stigliano e Tricarico?
Come cittadini chiediamo delle risposte agli uomini delle istituzioni che abbiano il coraggio e sentano il dovere di darcele.
E’ vero che l’Ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Matera fu costruito quando era assessore regionale alla Sanità Filippo Bubbico?
E’ vero che il progetto e la realizzazione della struttura furono affidati allo studio tecnico del medesimo: Architetti Bubbico & associati?
Certamente è vero che condirettore dei lavori fu Vito Gaudiano, perché l’ha detto lui stesso in pubblico, autoproclamandosi con orgoglio “fratello” di Filippo Bubbico.
L’effetto di sì alta fratellanza è che oggi egli sia anche Direttore Generale dell’ASM (Azienda Sanitaria del Materano).
Ah, se Caino e Abele avessero avuto lo stesso senso della fratellanza!
E’ vero che il “Santa Maria delle Grazie” è più grande di quanto fosse necessario?
Può essere ipotizzabile che le restrizioni imposte agli Ospedali di Tinchi, Stigliano e Tricarico servano per coprire l’eccesso del “Santa Maria delle Grazie”?
Se ciò fosse vero, sarebbe giusto sacrificare i malati del Metapontino e della Montagna materana per coprire sprechi e megalomanie ingiustificabili?
L’accentramento in atto nella Sanità del Materano sta creando disagio e sofferenza, sconcerto. Dov’è finita la “pubblica utilità”?
In Francia si sta decentrando il servizio sanitario per renderlo efficace ed efficiente sul territorio.
Perché si parla di risparmio della spesa sanitaria e non si dice ai cittadini che in Basilicata in debito sono soltanto gli ospedali “galattici” di Potenza e di Matera?
Per quest’ultimo stiamo pagando amaramente il debito contratto al punto da non sapere se, salvo l’onore della Beata Vergine e la professionalità di chi vi opera, esso debba dirsi ospedale delle “Grazie” o delle “disgrazie”.
Basilicata, Regina degli sprechi, abbi pietà di noi!
Non vogliamo la forca per chi ha sbagliato. Si abbia però il coraggio di riparare al mal fatto e al mal tolto. Siano ripristinati i servizi essenziali da sempre svolti negli Ospedali distrettuali di Tinchi, Stigliano e Tricarico. Se altro si vuole aggiungere, ben venga. La pubblica utilità non sia mai barattata con gli interessi privati.
Se nessun uomo delle istituzioni risponderà con verità e serietà alle domande poste, diremo, ispirandoci a Guccini, non che “Dio è morto”, ma che “è morta la Repubblica”.
Tinchi, 28 luglio 2010
Pietro Tamburrano, presidente del
Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto