La scenografia è minimale, con tre cubi bianchi che fungono da sedute e due consolle, sempre bianche, alle spalle, che ospitano la musica dal vivo di C-Project, duo originale composto da Valentino Corvino pronto allietare le pause tra un discorso e l’altro di Marco Travaglio con il suo violino o attraverso un originale dj set arricchito dai documenti audio e Fabrizio Puglisi alle tastiere e ai sintetizzatori.
Promemoria, 15 anni di storia italiana ai confini della realtà, è aperto proprio da C- Project, che remixano il discorso di Martin Luther King utilizzando la storica frase I have a dream.
Poi tocca a Marco Travaglio: il noto giornalista che si è fatto apprezzare per i suoi contributi all’interno delle trasmissioni di Michele Santoro si presenta con un abbigliamento informale, in polo e jeans e comincia il suo monologo diviso in sei parti raccontando al pubblico come funzionava il sistema di tangentoboli che nel 1992 i giudici identificarono nell’inchiesta Mani Pulite. Travaglio ripercorre i fatti salienti con pungente ironia e divertente sarcasmo, trasformando una storia di lacrime e sangue per le tasche degli italiani in uno spettacolo teatrale unico nel suo genere.
Ne esce fuori uno show di oltre tre ore che incanta il pubblico che ha deciso di seguirlo dal vivo. Uno spettacolo diviso in sei parti, con gli intervalli musicali e i documenti audio (emozionante quello dedicato a Paolo Borsellino, più divertenti ovviamente gli estratti del Berlusconi-pensiero) che sono alle spalle del protagonista. Si parte da Craxi e si finisce con Berlusconi ma Travaglio punta il dito anche contro Dell’utri, Andreotti, Forlani, D’Alema, Veltroni e tutti i “morti viventi”, così li definisce alla fine, della prima e della seconda Repubblica italiana.
Dopo aver analizzato minuziosamente il ruolo strategico svolto da Bettino Craxi nell’inchiesta Mani Pulite, l’attenzione si sposta su Marcello Dell’ultri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi e sullo stalliere e presunto boss mafioso Vittorio Mangano, due personaggi che secondo i giudici, hanno svolto un ruolo strategico per favorire l’attività “mafiosa” di Silvio Berlusconi. La terza parte è dedicata proprio alla carriera imprenditoriale e politica dell’attuale presidente del Consiglio. Nel quarto passaggio Travaglio si occupa degli inciuci e dei ricatti registrati dal 96 al 2001 e in questo caso non risparmia strali contro la Bicamerale voluta da D’Alema e Berlusconi. Un accordo che ha evitato una legge anti-trust e una per mandare Retequattro sul satellite. Il quinto contributo è quello più “teatrale”. Travaglio si è preso la briga di raccogliere le frasi storiche di Berlusconi, condensata nel titolo “la balla delle balle”. La riportiamo di seguito in un filmato che fa riferimento ad un’altra data dello spettacolo di Marco Travaglio.
Dopo aver ripercorso anche le vicende dal 2006 ai giorni nostri nel capitolo “la coalizione a perdere e l’eterno ritorno”, in chiusura Marco Travaglio fa notare come nel nostro Paese ci sia anche del buono. E’ un Paese per esempio dove un milione di persone hanno letto il libro Gomorra e dove ci sono persone che provano a fare politica dal basso, per esempio i meet-up di Grillo, il movimento Libera (che in Basilicata è guidato da don Marcello Cozzi – ndr). La speranza è quella di cambiare. Ma come? Per farlo occorre fare la guerra ai partiti. Il marcio si annida qui.
In chiusura Marco Travaglio si affida alle parole di Giorgio Ambrosoli, avvocato italiano assassinato l’11 luglio del 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli aveva ricevuto incarico di indagare. Le parole di Ambrosoli sono cariche di speranza ma gli esempi positivi si chiamano anche Biagi, Bobbio e tante altre persone che purtroppo sono morte ma che sono in realtà più vive di questi morti viventi.
Michele Capolupo
La fotogallery di Promemoria al Duni con Marco Travaglio e C-Project
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