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21 SETTEMBRE: LUIGI DI MARTINO, NEL 1943 AVIERE A MATERA, PARTECIPA ALLA CERIMONIA COMMEMORATIVA
In occasione della cerimonia di commemorazione delle vittime del 21 settembre 1943, sarà presente a Matera il sig. Luigi Di Martino, classe 1923, di Niscemi (Caltanissetta), facente parte all’epoca dei fatti del Battaglione di avieri presente nella nostra città. Qualche settimana fa il signor Di Martino con una lettera al Sindaco di Matera aveva espresso la volontà di venire a Matera e possibilmente di incontrare qualche discendente della famiglia Zimmari che in quei giorni difficili lo ospitò, dimostrandogli affetto e solidarietà.
Il desiderio è stato naturalmente esaudito e il signor Di Martino, accompagnato da due dei suoi quattro figli, Giovanni, avvocato e attuale sindaco di Niscemi e Giuseppe, primario senologo all’ospedale di Gela, è arrivato a Matera e ha incontrato il sindaco Adduce nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche la stampa.
Di Martino ha ricordato che dall’8 al 21 settembre del 1943 è stato a Matera con un battaglione di duecento unità e durante l’attacco tedesco nella città dei Sassi fu una famiglia materana a salvargli la vita. In quei giorni i tedeschi rapivano i materani e li portavano al Palazzo della Milizia, in via Lucana: quel palazzo poi fu esploso. Di Martino aveva parlato della famiglia Zimmari, ma nel corso dell’incontro è stato precisato che la signorina Angela, che il signor Di Martino ebbe la fortuna di conoscere e presso la cui famiglia trovò riparo, apparteneva ai Castelli. Con una calma serafica e una memoria brillante, Luigi Di Martino ha ricordato il suo periodo vissuto a Matera. “Noi soldati – ha precisato Di Martino – siamo partiti in guerra lasciando così le nostre case. Sono partito da Niscemi l’8 agosto del 4 e prima di arrivare a Matera con il battaglione ci siamo fermati prima a Napoli e poi a Potenza. Quando ho visto Matera ho avuto l’impressione di trovarmi nel mio paese, perchè anche qui il popolo si dedicava prevalentemente all’agricoltura. Si sentiva l’odore del pane e le famiglie erano molto ospitali, ci offrivano sempre pane e le olive. Una famiglia ci ha fatto anche mangiare la pasta fresca.”
Ma cosa avvenne il 21 settembre del 1943. “Ero dentro la casa della signorina Castelli vestito da borghese e i tedeschi passavano con le camionette, rubavano e sparavano ma anche i materani rispondevano con il fuoco. Ho visto un tedesco morto con il corpo a terra. Il fatto grave che ricordo è che la popolazione andava verso l’uscita della città perchè si era sparsa la voce che arrivavano gli inglesi e i tedeschi in quella giornata stavano stavano rastrellando tutto. Ricordo di aver visto un siciliano il riferimento storico è Farina) che cercava il figlio, già rapito dai tedeschi, disperato perchè voleva salvarlo. Noi militari avevamo le armi ma eravamo senza munizioni e andavamo al campo sportivo di Matera a fare esercitazioni. Io temevo che tedeschi volessero portarmi in Germania e percioà provai a scappare perché il nostro colonnello ci disse che dovevamo salvarci e ognuno poteva prendere la strada che voleva. Ringrazio ancora oggi i materani perchè mi hanno regalato anche dei vestiti, una giacca e dei pantaloni. Ricordo anche che quando sono partito da Matera la signorina Angela mi ha dato un pezzo di pane e cinque lire d’argento.”
Di Martino continua il suo racconto e il sindaco Adduce poi lo invita a scrivere una frase sul registro delle firme dei visitatori più noti che sono arrivati a Matera. Per Di Martino il ricordo di Matera è stato maestoso. Poi scrive sul registro: “ Sono Luigi Di Martino sono venuto a Matera oggi 21 settembre 2010, per ringraziare i cittadini conosciuti nel 1943 dell’affetto che avevano per me militare a Matera. Sono contentissimo di stare vicino a voi tutti”.
Poi tutti in piazza Vittorio Veneto dove il presidente dei partigiani Basso ha letto la sua relazione. “L’Anpi è qui a Matera per ricordare la Carta dei diritti dell’uomo e commemoriamo per capire, per ricordare la storia e i tanti caduti. I loro nomi sono scritti sui cippi anche in questa città. Matera è liberata dall’insurrezione del suo popolo evitando il bombardamento e un forte contributo di libertà si deve agli alleati”.
Carlo Abbatino
Gli interventi del segretario dell´associazione nazionale Partigiani, sen. Marcello Basso, e la proposta del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, di dedicare una borsa di studio al 21 settembre 1943 e intitolarla allo storico Raffaele Giura Longo, sono assolutamente condivisibili devono trovare un´immediata attuazione nelle politiche della Giunta e del Consiglio comunale. Lo afferma il capogruppo del Pd in Consiglio comunale di matera, Angelo Cotugno.
In particolare – aggiunge Cotugno – ho apprezzato la parte del sen. Basso in cui univa il valore della Resistenza al valore dei diritti umani, dell´accoglienza, della solidarietà e dell´inclusione sociale. Per Matera questo legame assume un valore particolare considerato che da diversi anni opera nel campo della pace e dei diritti umani. Un lavoro che il Consiglio comunale deve riprendere dopo una brusca interruzione avuta con la precedente amministrazione. Dobbiamo riprendere il Tavolo della pace con il massimo coinvolgimento delle associazioni di volontariato e di cittadinanza per creare sempre più occasioni di confronto e di sensibilizzazione su questi temi. Così come trovo interessante promuovere una borsa di studio finalizzare a continuare la ricerca storica sugli eventi del 21 settembre del 1943 per evitare che facili strumentalizzazioni e tentativi di revisionismo possano pregiudicare la verità di quella giornata. La scuola deve diventare – come ha giustamente affermato il sindaco Adduce – un laboratorio di studio e di educazione civica rivolta a rafforzare i valori della giustizia, dei diritti umani, della pace. Un modo per legare le nuove generazioni alla memoria del 21 settembre e trasformarla in azioni quotidiane”.
Angelo Cotugno, Capogruppo Pd, Consiglio comunale di Matera
21 SETTEMBRE 2010: 67° anniversario. Il programma del Comune di Matera
Ore 17,30 Piazza Vittorio Veneto.
Collocazione autorità, Ass. Combattentistiche e d’arma, rappresentanza forze dell’ordine, gonfaloni.
Onori al Rappresentante del Governo
Deposizione corone di alloro al monumento dei caduti e alla lapide.
Saluto: senatore Marcello Basso, associazione Partigiani.
Intervento: sen. Salvatore Adduce, sindaco di Matera.
Santa Messa celebrata da S. E. Mons. Salvatore Ligorio.
Ore 19 Partenza corteo/fiaccolata da Piazza Vittorio Veneto al cippo di via Lucana con passaggio e deposizione di corona di alloro alla lapide posta in via Cappelluti e a quella di via Lucana, ex sede della Società Elettrica.
Ore 20 Deposizione di corone di alloro al cippo di via Lucana
IL DISCORSO DEL SINDACO DI MATERA PER L’ANNIVERSARIO DEL 21 SETTEMBRE 1943
Arcivescovo, Sig. Prefetto, Autorità, cari concittadini
Oggi è un giorno speciale che noi vogliamo rendere ancora più speciale traducendo questa ricorrenza in un evento capace di coinvolgere la gente, le donne e gli uomini, i bambini e gli anziani della nostra città.
Sono trascorsi 67 anni dalla Liberazione dagli oppressori nazifascisti a Matera.
Una liberazione partita dal Sud, da Matera, voluta dal popolo italiano e realizzata grazie al sacrificio di tanti uomini e tante donne che donarono la vita per la libertà.
Quel giorno i materani con l’insurrezione si legarono strettamente alla storia e alla cultura unitaria italiana riscoprendo i valori sopiti della Democrazia e della Libertà, pagando un notevole tributo di vite umane. E riteniamo un errore attribuire quell’evento al caso. Certo le circostanze giocarono un ruolo nella vicenda. Tuttavia va riconosciuto ai materani, alla loro storia, la precisa volontà di difendere valori che si erano fatti strada nei primi 80 anni di storia unitaria, connettendosi così ai movimenti nazionali della Resistenza e della lotta contro l’occupazione straniera. L’8 settembre, infatti, con l’armistizio e la decisione dell’esercito tedesco di occupare l’Italia, sembrò far ricomparire il fantasma dell’occupazione straniera riportando alla memoria le grandi battaglie risorgimentali.
Barletta, medaglia d’oro al valor militare e al merito civile. Bari, medaglia d’oro al valore civile. Bitetto, medaglia d’oro al merito civile. Napoli. Medaglia d’oro al merito civile. Rionero in Vulture medaglia d’argento al merito civile. Matera medaglia d’argento al valor militare.
Tutte testimonianze del comune sentire anche nel profondo Sud.
E Matera fu la prima città del Mezzogiorno d’Italia ad insorgere contro il nazi-fascismo ed a partecipare attivamente alla guerra di Liberazione nazionale.
Risuonano a tal proposito attualissime le riflessioni che nel 1969, in occasione del 26° anniversario del 21 settembre, ci offriva il prof. Raffaele Giura Longo: “… riscoprire e rilanciare l’iniziativa meridionale secondo l’imperativo dell’ora presente, ma anche nello spirito unitario che ispirò e sorresse il Mezzogiorno d’Italia durante la guerra di liberazione, unendolo alle aspirazioni di tutti gli italiani”.
Sessantasette anni ricchi di memorie collettive e di azioni che hanno fatto di Matera una città solidale, ma anche moderna ed internazionale.
Ai tanti testimoni che negli anni hanno arricchito le ricerche e le riflessioni degli storici oggi ne aggiungiamo uno particolarmente interessante e commovente. Come abbiamo annunciato già nei giorni scorsi, nel mese di luglio abbiamo ricevuto una lettera di cui voglio leggere alcune righe:
“Signor Sindaco, le vorrei raccontare che nel 1943, appena ventenne, ero militare a Matera. Sono trascorsi parecchi anni da quando succedettero quei tragici episodi e nella mia mente i ricordi sono ancora nitidi. Non sono riuscito a dimenticarli.
Signor Sindaco, le vorrei raccontare i momenti che ho vissuto nella sua città. Momenti tragici che precedettero la liberazione del nostro Paese.
Il Battaglione militare di cui facevo parte fu fermato nella piazza di Matera da parte dei militari tedeschi. Fummo circondati e disarmati. I fucili vennero requisiti. Dopo venimmo a sapere che furono portati presso il campo sportivo. Ebbi il coraggio e la fortuna di scappare, poco distante dalla piazza entrai di gran corsa presso un’abitazione. Dei civili mi procurarono degli abiti per passare inosservato. Il Comandante del Battaglione ci diede l’ordine che ognuno si desse da fare per proprio conto. Non ci consegnò ai tedeschi. Tramite un commilitone, mio concittadino, riuscii a trovare una sistemazione presso una famiglia. Mi dette ospitalità una signorina.
La sera lei si allontanava per andare a dormire presso le amiche. La madre era sfollata ad Altamura presso l’altra figlia. La signorina tornava nel mattino e preparava la colazione per due. Aveva molta cura per la mia persona. Era una persona lavoratrice ed affabile. Viveva con grande dignità. Una volta le chiesi: come fai a vivere? Lei mi mostrò le mani. Erano callose. Poi disse che aveva preso della terra a gabella. La lavorava per essere indipendente. Nel suo portamento vi era qualcosa di regale. Era una giovane tanto dignitosa. Tra noi vi era una vera solidarietà umana. Non appena seppe che dovevo andare via, preparò un pane enorme per il viaggio. Mi diede cinque lire d’argento per le necessità. Io ricambiai l’offerta con una coperta e le diedi una mia foto. Chissà un giorno ci incontreremo. Ricevetti alcune lettere negli anni a venire. Mi furono spedite dalla famiglia Zimmari. Dalla lettura si evince il senso di fratellanza e stima reciproca. Ricevetti un libricino nel decennale dell’insurrezione popolare materana scritto da Francesco Nitti. Quei momenti tragici li ho vissuti in presa diretta, oggi si direbbe. Sono stato un testimone oculare di quei misfatti, come l’uccisione del farmacista nel conflitto a fuoco con i tedeschi. Ho espresso un desiderio a mio figlio di poter rivedere i luoghi della mia giovinezza ”.
Questa è un’ulteriore testimonianza diretta del sentimento di solidarietà che in quei giorni attraversava le famiglie materane e del loro desiderio di riscatto nei confronti della violenza nazifascista.
Il signor Luigi Di Martino è qui con noi, accompagnato dai due figli tra cui Giovanni che è anche Sindaco di Niscemi che vogliamo salutare ed abbracciare affettuosamente e ringraziare a nome dell’intera cittadinanza.
Anche da qui noi ripartiamo per rafforzare la memoria nostra e consegnarla alle nuove generazioni.
Il Comune promuoverà la realizzazione di un film-documentario per ricostruire quegli avvenimenti e conservare queste testimonianze.
Istituiremo una borsa di studio per giovani studenti medi e universitari intitolata al 21 settembre e dedicata quest’anno proprio al prof. Giura Longo, storico illustre del Risorgimento Italiano. Perché crediamo che proprio dalle scuole bisogna ripartire per ridare senso e pienezza ai fatti di quella giornata.
Per quegli uomini che con la loro vita hanno riconsegnato la libertà ai nostri padri, a noi, ai nostri figli occorre che il 21 settembre rappresenti un momento di riflessione per allargare le prospettive di pace nella nostra comunità, nel nostro Paese, nella nostra Europa, nel mondo.
Significative sono le letture che abbiamo appena ascoltato.
Fra l’altro oggi è un giorno speciale per una ragione in più che ben si collega al 21 settembre del 1943.
Oggi il mondo celebra la Giornata internazionale dell’Onu per la Pace. E sempre oggi presso il Quirinale, si svolge la Cerimonia inaugurale del nuovo anno scolastico voluta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Pace , scuola, cultura, quindi. Oggi, per iniziativa del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i Diritti Umani, di cui Matera fa attivamente parte da alcuni anni, inizia un nuovo grande progetto educativo che culminerà con la Marcia per la pace Perugia-Assisi del 25 settembre 2011. Un progetto centrato sulla riscoperta dei grandi valori costituzionali e sulla promozione del protagonismo dei giovani. In ogni città si organizza un percorso educativo / formativo da realizzare nell’anno scolastico 2010-2011. Le scuole possono diventare sede dell’incontro di tutti coloro che vogliono impegnarsi per costruire una nuova cultura fondata sulla pace e sui diritti umani a cominciare dal proprio territorio.
Investire sull’educazione, sulla formazione e sul protagonismo dei nostri giovani è il miglior investimento che possiamo fare per mettere freno alla grave crisi culturale che sta colpendo il nostro Paese e l’Europa.
Quello che sta accadendo in Francia con l’espulsione dei Rom ed i rigurgiti di vari nazionalismi danno il senso di una debolezza del vecchio continente che deve saper reagire con politiche forti in un quadro di coesione sociale e di solidarietà.
La ricorrenza del 21 settembre 1943, insomma, deve rappresentare l’occasione per rilanciare e rafforzare il valore dei diritti umani, dell’accoglienza, della solidarietà tra i popoli. Ecco perchè abbiamo voluto che oggi, al nostro fianco, ci fossero anche le associazioni che in città si battono per questi valori. Dobbiamo far vincere la ragione, la speranza e l’umanità.
Nei prossimi giorni per iniziativa della Presidenza del Consiglio Comunale riprenderemo il lavoro della Tavola della pace con il massimo coinvolgimento della società civile, delle associazioni di volontariato.
Sono solo alcune delle tappe che vogliamo percorrere per favorire una cultura della pace e dei diritti umani nella consapevolezza che la politica deve alzare la voce e rivendicare il suo ruolo di garanzia e di risoluzione dei problemi, sia a livello internazionale che locale.
Voglio qui ricordare il testo pubblicato nel 2002 dal sindaco Minieri che ha fatto conoscere un importante documento della nostra storia. E ancora, la cittadinanza onoraria a personalità ed istituzioni che per la giustizia e per la pace si sono adoperati nel mondo: Michail Gorbacev , la Comunità di S. Egidio e l’Istituto Buddista Italia-SOGA GAKKAI, icone di un mondo più giusto e quindi più solidale.
Bisogna continuare a ricordare il 21 settembre 1943, i martiri dell’ex Caserma della Milizia fatta saltare con mine esplose dalle truppe tedesche in ritirata e quelle persone morte a seguito dei mitragliamenti da parte delle truppe tedesche. Pastori, contadini, artigiani, commercianti, avvocati, impiegati, studenti, soldati, semplici cittadini che hanno offerto, forse inconsapevolmente, la loro vita per liberare la città dalla prepotenza del nazifascismo.
Matera ha saputo onorare la memoria e ha voluto collegarla a tutte le vittime della barbarie conferendo la cittadinanza onoraria a Elisa Springer, scampata al campo di concentramento nazista e scomparsa due anni or sono di cui ricordiamo il
notevole contributo alla diffusione dei valori della democrazia, della pace e dei diritti umani.
Vogliamo riportare al centro della nostra azione la convivenza tra i popoli e la dignità della persona umana.
Solo con le armi della parola, della convivenza civile, del rispetto dei popoli, delle culture e delle religioni diverse possiamo uscire dalla spirale di violenza in cui il mondo sembra essere nuovamente piombato.
Anche i simboli sono importanti. Abbiamo apprezzato il gesto della precedente amministrazione guidata dal Sindaco Buccico che ha voluto scoprire due targhe nei luoghi dove si consumarono gli eccidi delle truppe naziste. Così come vogliamo valorizzare la scultura di Vittorio Basaglia dedicata alla Resistenza, collocata davanti al Municipio perché diventi testimone simbolico della nostra quotidiana azione per la pace e per il rispetto dei diritti umani.
Con la fiaccolata di stasera diciamo tutti insieme no alla guerra e al terrorismo, si alla pace ed ai diritti umani, oggi come ieri. Per non dimenticare.
W LA PACE, W L’ITALIA, W MATERA
Il sindaco Adduce, accompagnato dal segretario comunale Mimmo Andrulli, ha presentato nel corso di una conferenza stampa il programma predisposto dall’amministrazione per ricordare la giornata del 21 settembre 1943, che ha segnato l’insurrezione di Matera contro l’oppressione nazi-fascista. Tra gli elementi di riflessione esposti dal sindaco anche una lettera inviata al Comune di Matera da un militare siciliano, che in quei giorni di battaglia era di stanza con il suo battaglione proprio nella città dei Sassi. Nel momento tragico che attraversava l’Italia il militare racconta che riuscì con coraggio a scappare e salvarsia grazie all’accoglienza e alla solidarietà mostrata da una famiglia materana, la famiglia Zimmari, che donò dei vestiti e gli diede da mangiare. Nella lettera il militare ricorda che tornò a casa (era residente a Nisemi, in provincia di Caltanisetta, con un pezzo di pane e cinque lire di argento. Oggi quel militare ha 87 anni e nella lettera ha espresso il desiderio di tornare a Matera il prossimo 21 settembre. Adduce ha dichiarato in proposito che “faremo di tutto per ospitare questo militare a Matera proprio nella giornata dedicata all’insurrezione di Matera contro il regime nazi-fascista. Quest’anno – ha spiegato Adduce, il programma del 21 settembre sarà celebrato di pomeriggio in modo da garanti la massima partecipazione della gente e dei giovani in particolare. Riprendiamo una tradizione già applicata dalla giunta Porcari nel 2004. Il programma prevede anche una lettura di testi affidata al centro di cultura teatrale Skenè in piazza Vittorio Veneto, dove saranno presenti le associazioni combattentistiche e d’arma, forze dell’ordine e gonfaloni. Sarà inoltre deposta la corona al Monumento ai caduti e alla lapide. Ci sarà anche il saluto del presidente dell’Associazione partigiani Marcello Basso. Monsignor Ligorio celebrerà la santa Messa e poi ci sarà la partenza di un corteo con fiaccolata e deposizione di alloro alle lapidi di via Cappelluti, di via Lucana davanti all’ex palazzo della Società elettrica. Un’altra corona di alloro sarà deposta al Cippo di Via Lucana, davanti al palazzo della Milizia”.
Il sindaco ha annunciato che l’amministrazione sta cercando di partecipare ad iniziative legate al tema della Liberazione. Un tema, sottolineato dal Presidente Napolitano, “relativo alla Resistenza e lotta di liberazione che fu possibile grazie alla partecipazione di fasce politiche che hanno combattuto il fascismo per l’ideale di Indipendenza dei popoli che scesero in guerra per liberare l’Italia”.
Matera è città dell’accoglienza e il professore Giovanni Caserta dopo aver espresso apprezzamenti per la scelta di spostare la cerimonia dal mattino al pomeriggio, ha consegnato tre lettere scritte da altrettanti extracomunitari che sono ormai integrati nella città di Matera. “Sarebbe opportuno – ha dichiarato Caserta – proiettare o realizzare uno striscione per ricordare cosa prevede la Costituzione Italiana sul tema della Resistenza.” Caserta ha proposto anche un’altra sosta davanti all’albero piantato nei pressi della scuola “Minozzi” in onore dei Polacchi che si sacrificarono per la liberazione”.
In conferenza stampa è intervenuto anche Vito Sebastiani, l’autore di un libro sulla Resistenza materana che ha ricordato un tragico evento di cui è stato vittima il padre proprio il 21 settembre 1943 quando fui colpito al capo dai tedeschi.
Carlo Abbatino
Il 21 settembre 1943… va in scena!
La Compagnia teatrale Sipario non conosce pausa. Infatti dopo i successi riscossi in questi tre anni di attività, perseguendo la via dell’originalità sta lavorando al suo nuovo copione teatrale che sarà portato in scena al Cine teatro Duni di Matera a dicembre.
La commedia, in tre atti, dal titolo U’ v’c’nonz (Il vicinato), scritta da Francesco Sciannarella, con la regia di Bruno Nicola Francione è ambientata in un vicinato dei Sassi di Matera, nell’anno 1943, mentre la Seconda Guerra mondiale era a una svolta decisiva.
Le famiglie protagoniste di questa storia ci mostreranno le problematiche da affrontare ogni giorno, gli stenti, i malanni, la miseria, ma anche alcuni tratti caratteristici del microcosmo chiamato vicinato, il chiacchiericcio, il cantero, il mulo, quest’ultimo vero e proprio membro della famiglia. Non mancherà l’amore, quello indissolubile per la famiglia e quello clandestino di gioventù.
A fare da sfondo storico a questa commedia, ci saranno i tragici eventi del 21 settembre.
Il clima di tensione, che iniziò ad aleggiare su Matera poco prima di quel triste giorno, aleggerà anche sul palcoscenico, con un crescendo sempre maggiore. Così come i materani dell’epoca, anche i protagonisti della vicenda saranno travolti, loro malgrado, dai tragici eventi noti alla Storia. Tutto ciò farà venir meno l’equilibrio statico caratterizzante il vicinato. Equilibrio che sarà ritrovato solo nel finale, ma ad essere cambiate saranno le persone.
Se è vero che la Storia la fanno gli uomini è pur vero il contrario, soprattutto quando la Storia porta con se, oltre al cambiamento, altro dolore e altra sofferenza. La scelta non casuale di questa commedia che già da due anni è nelle mani della compagnia che ha atteso il momento giusto per portarla in scena.Questo momento è arrivato. Con questa commedia anche noi di Sipario vogliamo dare il nostro contributo alla città di Matera e unirici a quanti non vogliono dimenticare