Dopo Flomàn du ‘Monnabbind, La Trasit, Stacchicc i b’rnett, La zìt com si jacch, U vicno’nz e Uam sorta Maij la compagnia teatrale Il sipario ha presentato al teatro Duni “Cuss matr’menij nan zo’ ffè!!”, commedia in vernacolo materano liberamente tratta da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, adattamento e regia di Bruno Nicola Francione, che sul palco recita il ruolo di Don Abbondo, da non confondere con l’originale Don Abbondio. Renzo e Lucia diventano Lorenzino e Lucietta: i due protagonisti della storia sono interpretati da Giuseppp Montemurro e Maria Di Marzio. Una commedia che coinvolge anche i Bravi Francesco Sciannarella e Vito Capozza, la perpetua Rosa Tataranni, Imma Rondinone (Maria Giuditta), Angelo Spagnuolo (Don Antonio), Giuseppe Giura Longo (Fra’ Cristoforo), Giacinto Di Lecce (Ciccio), Antonio Scalcione (Nino), Arcangela Nicotera (Mariarita), l’Innominabile Vito Papapietro, la Gertrude Francesca Spagnuolo che veste i panni della Monaca di Monte al posto della Monaca di Monza e Don Rodriguez al posto dell’originale Don Rodrigo. Originali anche gli stacchetti musicali che avviano i due atti della commedia, eseguiti da Giuseppe Montemurro e Noemi Zaccagnino.
Seguendo le vicissitudini raccontate dal Manzoni di Renzo e Lucia l’autore Bruno Frangione, impegnato anche come regista e attore, riesce a condensare in due ore tutti i fatti salienti della storia originale per dare vita ad una appassionante commedia in salsa materana.
“Cuss matr’menij nan zo’ ffè!!” rispecchia l’avvio del romanzo con l’approccio dei due bravi alquanto allampanati con un don Abbondo ancora meno impavido dell’originale I due bravi sono agli ordini di don Rodriguez, un signorotto dal linguaggio spagnoleggiante ma dalle radicate origini materane. Sarà proprio don Rodriguez a chiedere aiuto ad un Innominabile molto particolare: si tratta infatti di un nobile che porta jella solo se si pronuncia il suo nome.
I due innamorati Lorenzino e Lucietta, che si confermano anche nella versione materana due sempliciotti, fanno emergere il lato ironico del proprio carattere, regalando così alla commedia diversi momenti esilaranti. Nella versione in vernacolo dei Promessi sposi c’è spazio anche per la madre di Lucietta, Agnese, una donna che interpreta la saggezza materana. L’avvocato sbroglia matasse prende invece il posto di Azzeccagarbugli. C’è Fra’ Cristoforo, simbolo della bontà e della provvidenza, sempre pronto a difendere la povera gente. E c’è Gertrude, che diventa la Monaca di Montescaglioso e ha una relazione con Egidio, che nella storia materana è individuato nel Conte di Pomarico e Miglionico. Nino e Ciccio sono i testimoni un po’ addormentati delle nozze di Lorenzino e Lucietta: una volta che sarà fallito il tentativo del matrimonio a sorpresa perpetrato ai danni di don Abbondo i due giovani pur di trovare un lavoro si metteranno al servizio dell’Innominabile. In scena anche le due governanti, la serva dello Sbrogliamatasse è Maria Rita, quella dell’Innominabile è Maria Giuditta. Una commedia curata nei minimi particolari anche dal punto di vista scenografico e per la qualità dei costumi realizzati da Arcangela Nicotera. Il finale a sorpresa conferma la creatività e la voglia di stupire della compagnia teatrale Il sipario, con la speranza che Manzoni possa perdonare la trasposizione materana del suo popolarissimo romanzo. Chi avesse perso la prima di Cuss matr’menij nan zo’ ffè può prenotare un posto al Duni per il 28 dicembre 2012.
Michele Capolupo
La fotogallery di Cuss matr’menij nan zo’ ffè (foto www.SassiLive.it)
complimenti bravi tutti ma vedere una rappresentazione al gelo ha sminuito la serata
riscaldate il teatro duni