Che fine ha fatto la centrale idroelettrica di San Giuliano?
La sospensione dell’energia elettrica nella sede del consorzio di bonifica di Matera ha una dimensione grottesca, forse unica nel suo genere e dovrebbe far riflettere sulle sciagure di questa regione e del come si gestiscono le risorse, non quelle che scarseggiano, ma quelle di cui ci facciamo vanto di averne in abbondanza rispetto alle regioni confinanti: l’acqua della Basilicata, quella che spesso abbiamo definito “l’oro Bianco”. La politica regionale è in grado di trasformare potenziali risorse economiche, in tragiche perdite, ma nonostante ciò continua a pagare e ricompensare la sua dirigenza con lauti stipendi e premi di produzione. Per quel che affermo, più volte denunciato dal mio partito, PDL regionale e comunale, spero vivamente di errare ed ottenere qualche smentita, nel sentire che per qualche dirigente negligente la produttività sia stata negata.
Anzicchè avere un ente dal quale traspaia competenza ed efficienza, abbiamo un Consorzio che sperpera risorse manco fosse una costola della sanità. Non tutti sanno che in tutto ciò vi è un paradosso assurdo, comico e se vogliamo facciamoci anche una amara risata: all’inizio degli anni 2000, il consorzio con ciclopiche opere, costate cifre astronomiche ha rimodernato tutta la rete del metapontino, nella circostanza pensò bene di costruire una centrale idroelettrica allo sbarramento della diga di San Giuliano che avrebbe dovuto far incassare utili per circa 700.000 € all’anno rinvenienti dalla vendita di energia. Progetto fantastico, innovativo, cosa c’è di meglio ed ecologicamente in simbiosi con l’oasi naturalistica inserita nella diga? La centrale fu realizzata in tutta fretta, non è costata spiccioli, svariati milioni di euro sono stati spesi, ma non ha mai fatto accendere neanche un lumicino, non ha mai prodotto un solo chilowatt, non è mai entrata in funzione, come spesso accade, dimenticata. Ia sensatezza dell’opera trovava la sua armonia nel concetto che i consumi energetici venissero abbattuti con i ricavi della centrale idroelettrica, forse ad oggi, il consorzio avrebbe vantato crediti nei confronti di ENEL, invece si trova debitore per una cifra enorme, tre milioni di euro.
In questo apocalittico sistema, comprendiamo bene come non ci sia da sperare in un futuro per la nostra regione: nessuno mai viene richiamato alle sue responsabilità, dirigenti del consorzio e della regione che se la palleggiano, politica che non interviene per paura di perdere qualche consenso, chi dovrebbe controllare ha troppo da fare.
C’è da chiedersi ma dove andremo a finire di questo passo, in fondo i tanti milioni in ballo cosa volete che siano, sono solo denaro pubblico, cioè di tutti noi. Ed intanto gli incolpevoli lavoratori del consorzio continuano a lavorare ed a consumare ulteriore denaro, si perchè adesso per far funzionare computer, luci e quant’altro è stato installato un gruppo elettrogeno che consuma 50,00 € all’ora, speriamo che tutto si risolvi presto prima dell’inverno, c’è il rischio che qualche dipendente provveda a riscaldare gli ambienti con un falò.
Adriano Pedicini Consigliere del PDL