Mimmo Savino, in qualità di ex candidato sindaco alle scorse elezioni comunali a Matera con il Movimento 5 Stelle e come persona candidabile, a seguito delle “parlamentarie”, nelle liste del M5S alle prossime elezioni politiche nella circoscrizione Basilicata, ha incontrato i giornalisti per illustrare le sue decisioni in merito alla candidatura nel Movimento di Beppe Grillo. Mimmo Savino ha fatto chiarezza su alcune questioni sollevate nei mesi scorsi in seguito alla sua uscita dal Movimento 5 Stelle.
Mimmo Savino partecipa a Movimento 5 Stelle?
Sono regolarmente iscritto al M5S e non ho intenzione di abbandonarlo.
Recentemente avevo dichiarato la mia uscita dal M5S, una forma estrema di dissenso, che molti non hanno voluto a suo tempo comprendere, rispetto a due questioni fondamentali e tuttora irrisol
te nel M5S: democrazia interna e obiettivi deboli (la casta, il sistema dei partiti). Non ho mai pensato di aver aderito ad una caserma.
Sono rientrato perché rassicurato dall’organizzazione del M5S sull’imminente utilizzo di un software che avrebbe consentito la partecipazione democratica interna e la possibilità di modifica e/o integrazione del programma, e sulle elezioni interne dei candidati in Parlamento.
In ottica locale, la mia partecipazione al M5S va nella direzione di stimolare la partecipazione di tutte le forze realmente civiche, associazioni o singoli cittadini, libere dal sistema dei partiti, con cui costruire un M5S locale forte, rigenerato, in grado di imporsi sullo scenario politico locale innanzitutto sotto il profilo culturale ed etico e ottenere ampio consenso per i prossimi appuntamenti elettorali. In questo senso ho apprezzato e accolto con molto favore, per quanto riguarda la mia città, l’ingresso nella file del M5S locale degli iscritti di Matera Cambia e di tutti coloro che in questi giorni stanno aderendo al M5S.
Perchè ha rifiutato di candidarsi in Parlamento con il Movimento 5 Stelle?
A seguito delle elezioni “parlamentarie” interne, sono risultato persona candidabile alla Camera per il M5S e per questo ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e che hanno comunque scelto di particpare. Le parlamentarie sono state un primo importante e apprezzabile esperimento di votazioni interne online, anche se le adesioni non hanno corrisposto alle aspettative e la trasparenza dei dati è risultata essere inspiegabilmente un tabù.
Ho però deciso di rifiutare tale possibilità di candidatura a seguito dei gravi fatti emersi alla ribalta nazionale negli ultimi giorni: la “sospensione” della democrazia interna, implicitamente ammessa da Beppe Grillo, nel suo ultimo video-comunicato dell’11 dicembre scorso e le conseguenti ulteriori “epurazioni”, dopo quelle dei gruppi di Ferrara e Cento e di Tavolazzi, dei consiglieri eletti Favia e Salsi. Fatti e decisioni che, da quanto si evince, non trovano alcuna giustificazione nelle regole previste dal “non-statuto” del M5S e che contrastano con il senso apparente di quanto mi era stato appena assicurato. Dunque, per quanto mi riguarda non ci sono le condizioni per poter accogliere serenamente una decisione così importante come quella di accettare di candidarsi per il Parlamento. Mi auguro che si torni alla visione originaria del M5S, ognuno vale uno, motivo essenziale per cui centinaia di migliaia di italiani hanno deciso di aderirvi. Gli italiani non hanno bisogno di ulteriori sospensioni della democrazia.
“Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.” (art. 4 del “Non-Statuto”)
Fonte http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf
Il suo impegno futuro?
Continuerò la mia attività nel M5S, cercando di portare al centro dell’attenzione della politica locale questioni solo apparentemente relegate al piano nazionale. Il recupero delle sovranità (politica, economica, fiscale, monetaria) del nostro Paese è condizione essenziale per poter realizzare efficaci politiche di risposta alla “crisi” delle economie locali (famiglie e imprese). Se il Paese ha le mani legate, né le Regioni né i Comuni possono da soli risolvere i loro problemi. Bisognerebbe partire da queste considerazioni. Nel mese di aprile organizzerò a Matera, insieme a tutti coloro che vorranno liberamente collaborare, un incontro sulla questione Euro con il Prof. Alberto Bagnai, Professore Associato di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Pescara, autore del blog www.goofynomics.it, che ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Il tramonto dell’Euro”. Spero che tanti miei concittadini vorranno fare uno sforzo per superare la retorica del “luogocomunismo”. Non vedo altra via di uscita.
Se le parlamentarie materane avessero eletto Savino al primo posto (quindi con la quasi sicurezza di andare in Parlamento, cosa impossibie per un quarto classificato come lui), avrebbe scelto lo stesso di tirarsi fuori dalla corsa insieme con il M5Stelle, da lui definito, prima delle parlamentarie, un “partito latrina”?
Per quanto riguarda gli “epurati” (che brutta parola), gli altri partiti hanno sbattuto fuori a centinaia loro amministratori ed iscritti per i più diversi ( e sbalorditivi) motivi (per esempio, lo ha fatto recentemente a man bassa il PD per chi aveva espresso solidarietà ai NO TAV). Ma il cattivone e stalinista (soprattutto per Repubblica, che ne ha ormai fatto una sua ossessione) è solo Beppe Grillo, il quale, guarda caso, si batte per il taglio ai contributi milionari ai giornali, compreso Repubblica con i sui 3 o 4 milioni di euro all’anno che gli entrano puliti con i finanzianenti statali, pagati con le nostre tasse, mentre i loro giornalisti nuovi assunti (precari) sono rimborsati con paghette ridicole e vergognose. “Fuori dalle balle”, ha detto Beppe Grillo ai dissidenti? E’ stato fin troppo buono. In Italia il M5Stelle ha portato una rivoluzione pacifica, che sta prendendo ancora forma, e questi stanno a fare già i divi e gli intellettualodi con la puzzetta al naso.
Caro Michele Montemurro,
si avrei rifiutato anche in quel caso. Non mi sento un divo nè ho “puzzetta al naso”, sono 6 anni che seguo queste vicende, da quando il M5S non esisteva ancora come tale, da quando non c’era tutta questa attenzione, allora molti ci prendevano in giro. Ora sono tutti “grillini” e vanno dietro al capo supremo come soldatini. Io rivendico la mia libertà di espressione sia fuori che dentro il M5S. Le pare poco?