In recenti, reiterati, articoli di stampa riguardante l’Oasi di S. Giuliano, sono state riportate una serie di inesattezze e non verità. Notizie distorte che hanno ingenerato una disinformazione dannosa per la reputazione dell’Ente e lesiva nei confronti del diritto alla informazione dei cittadini.
Al centro della strumentalizzazione “le disastrose condizioni in cui versa l’Oasi”. Premesso come il termine Oasi non abbia alcuna valenza tecnico giuridica nell’ambito della terminologia relativa alle aree protette, sarebbe utile capire quali sarebbero le condizioni a cui gli articoli fanno riferimento. Stiamo parlando del livello vegetazionale? Di quello idrologico, di quello pedologico o faunistico? O ancora dell’abbandono dei rifiuti?
Ma andiamo con ordine. A livello vegetazionale la Provincia ogni anno effettua, nei limiti delle proprie competenze, degli interventi di miglioramento e rinaturalizzazione del soprassuolo (si ricorda che la copertura forestale presente è di origine artificiale).
A livello pedologico le aree naturali o naturaliformi non sono oggetto di attività agricole. Le aree agricole rientranti nel perimetro sono infatti rappresentate prevalentemente da seminativi o da aree a riposo colturale quindi non ci spieghiamo questa grande mole di prodotti chimici impiegati.
Faunisticamente parlando si parla di bracconaggio, un problema che investe, purtroppo, la stragrande maggioranza delle aree protette, compresa quella di S. Giuliano. Piaga che nulla ha a che vedere, naturalmente, con l’abbattimento controllato dei cinghiali che invece è un intervento approvato dall’ISPRA e dalla Regione Basilicata.
Riguardo alla pulizia dell’area giova ricordare come ai sensi della L.R. istitutiva della Riserva n.39/2000 i Comuni interessati “…curano l’asportazione dei rifiuti, ai sensi dell’art.17 del Decreto Legislativo 22/97, e concorrono nella sorveglianza con i propri agenti di polizia urbana, lungo le strade ed in ogni altro luogo pubblico all’interno della riserva, secondo il dettato delle vigenti disposizioni di legge in materia”.
Riguardo al generale stato di incuria segnalato, a parte la possibile presenza di rifiuti (la cui rimozione come precedentemente accennato è a carico dei Comuni interessati), è da addebitare alle risultanze di un comportamento poco civile di alcuni cittadini. Certamente lo stato ecologico generale della Riserva non è in abbandono dal momento che la Provincia, per quanto di propria competenza, ogni anno, come anche per quello in corso, interviene nell’ambito della riserva con azioni di miglioramento forestale e si attiva per il reperimento di fondi per implementare le attività di fruizione e tutela.
In questi anni la Riserva è stata valorizzata dalla Provincia attraverso numerosi progetti: la realizzazione stessa del centro visite, il progetto europeo Life Rapaci che ha consentito la realizzazione di uno dei centri di recupero dell’avifauna strutturalmente più completi a livello regionale, senza contare altri interventi di minore entità (cartellonistica didattica, ecc.).
Il centro visite della Riserva, infine, è stato dato in gestione ad una associazione naturalistica a seguito di regolare gara e l’area della Riserva non è interessata da alcuna “trivellazione”.
Il tutto in un quadro di totale assenza di trasferimenti di fondi da parte della Regione che ha completamente delegato la gestione dell’area protetta.
La critica è sempre ben accetta se costruttiva, ben argomentata e rispettosa. Altrimenti si entra, appunto, nel campo gratuità.
Provincia di Matera
In merito alla replica diffusa dalla Provincia di Matera si registra una contro-replica di Antea Onlus Miglionico che riportiamo integralmente
Miglionico, 19 dicembre 2012
La delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico, prende atto dell’interesse mostrato dalla Provincia di Matera, purtroppo solo a mezzo stampa e non a livello pratico, nei confronti della, ripetiamo, disastrosa situazione in cui versa l’Oasi di San Giuliano , come la maggior parte dei cittadini e delle associazioni amano definirla ( definizione che tra l’altro non cambia la sostanza dei fatti).
Ci rammarichiamo per l’inutile, a tratti ridicolo, tentativo da parte dell’ente di voler fornire un’immagine dell’Oasi che non rappresenta in nessun modo la realtà dei fatti , come facilmente riscontrato da tutti quei cittadini che ormai quotidianamente ci segnalano situazioni di degrado e di mancato rispetto di norme e regolamenti e come da noi stessi constatato tramite attente verifiche e abbiamo l’impressione che si tratti di un vano tentativo di arrampicata sugli specchi che non fa onore a chi dovrebbe garantire l’integrità e la salvaguardia di un’area di straordinaria bellezza ed importanza per il nostro territorio.
Veniamo adesso all’analisi dei punti saggiamente elencati nell’articolo del 18/12/2012 da qualcuno che mostra di conoscere l’Oasi soltanto a livello tecnico e burocratico dimostrando, invece, di non viverla quotidianamente .
Dal punto di vista vegetazionale , “la provincia ogni anno effettua, nei limiti delle proprie competenze, degli interventi di miglioramento e rinaturalizzazione del soprassuolo” , peccato però che l’attività di disboscamento abusivo risulta essere altrettanto evidente ed incontrastata , ormai da diversi anni, ed invece di cercare in qualche modo di porre rimedio al fenomeno c’è qualcuno che si affanna nel trovare giustificazioni.
A livello pedologico/agricolo, come risulta dalla testimonianza di diversi cittadini, i territori agricoli rientranti nel perimetro dell’area protetta e lungo i confini della stessa, sono stati nel corso degli anni e ancor più nei mesi scorsi, oggetto di trattamenti e disinfestazioni tramite sostanze chimiche irrorate sia tramite mezzi di terra che tramite elicotteri, violando il regolamento dell’oasi sia riguardo l’utilizzo delle sostanze sopracitate sia riguardo il divieto di sorvolo dell’area.
“Faunisticamente parlando, si parla di bracconaggio, un problema che investe, purtroppo, la stragrande maggioranza delle aree protette”, che non costituisce , per noi di Antea , una giustificazione valida affinchè gli organi preposti alla vigilanza non vengano chiamati in causa, scaricando le proprie responsabilità.
Riguardo l’abbattimento controllato dei cinghiali invece, il fatto che si tratti di un intervento approvato dalla Regione Basilicata e dall’ISPRA non esula dal riflettere che si tratti di una pratica fortemente in contrasto con quelle che sono le finalità e le prerogative di un’area protetta come San Giuliano, senza voler soffermarsi ,poi, sull’inutilità di tale intervento allo scopo di proteggere , come l’ente spesso afferma, pochissimi terreni “seminativi o a riposo colturale” presenti nella zona.
Riguardo la situazione rifiuti, noi di Antea siamo coscienti del fatto che la Provincia non abbia competenza in tale materia e proprio per questa ragione abbiamo più volte sollecitato l’intervento dei comuni interessati e preso parte alle iniziative di pulizia organizzate nei mesi scorsi da associazioni e liberi cittadini.
Per quanto concerne la situazione generale dell’Oasi, invece, basta farsi un giro a San Giuliano per notare subito l’incuria sia dal punto di vista ecologico che della fruizione in genere, soprattutto se tali interventi vengono attuati senza nessun criterio e spesso senza tener conto del regolamento dell’Oasi, come per esempio si evince dalla realizzazione di un’area picnic nella “Zona A” della riserva (zona umida destinata alla riproduzione) , che dovrebbe essere off limits per turisti e pescatori , riguardo la quale , ormai da diversi mesi, noi di Antea abbiamo chiesto spiegazioni senza ottenere, tra l’altro, alcuna risposta.
Un discorso a parte merita il centro visite che, pur essendo stato dato in gestione tramite regolare gara, ormai da mesi versa in stato di totale abbandono ( cartellonistica divelta, struttura lesionata dalla caduta di un albero, area picnic in totale degrado, chiusura sistematica della struttura, ecc), ma a quanto pare, vista la mancanza di accenni a tale situazione nell’articolo pubblicato dall’ente , sembra evidente l’assenza di qualsiasi forma di vigilanza e di controllo e questo già rappresenta una enorme responsabilità.
Per quanto concerne le trivellazioni alle quali facevamo riferimento nel nostro articolo del 13/12/2012 ed in altri precedenti articoli, nessuno di noi ha mai affermato che siano state autorizzate tali pratiche all’interno del perimetro dell’Oasi ma a pochissimi chilometri dallo stesso, il che costituisce ugualmente un grave pregiudizio per il territorio di San Giuliano e per la conservazione della sua integrità.
A tal proposito auspichiamo che la Provincia e i comuni dell’aera prendano posizione in maniera decisa contro il suddetto permesso di ricerca idrocarburi accordato alla società Delta Energy, in una zona di rilevante interesse ambientale, faunistico ed idrogeologico.
L’unica realtà alla quale la Provincia ha fatto riferimento nel suo articolo e che effettivamente svolge un ruolo di fondamentale importanza per l’Oasi è rappresentata dal CRAS (centro recupero animali selvatici) , che ospita diverse specie di rapaci ed altri animali, i quali, dopo essere stati sottoposti a cure ed analisi approfondite, vengono reintrodotti in natura.
Anche in questo caso, però, noi di Antea riteniamo che enti ed istituzioni debbano maggiormente sostenere il progetto, soprattutto dal punto di vista logistico.
Chiudiamo con la consapevolezza che una grande parte delle responsabilità riguardo ai problemi dell’Oasi sia da addebitare all’inciviltà e all’incoscienza di molti cittadini che non rispettano le leggi e che non capiscono l’importanza che un’area protetta come San Giuliano potrebbe avere per il nostro territorio , ma siamo altrettanto convinti che uno dei compiti delle istituzioni sia anche quello di educare i propri cittadini, affinchè prendano coscienza del reale valore paesaggistico ed economico di quei luoghi.
In conclusione, è doveroso da parte nostra chiedere, innanzitutto ai cittadini, di abbandonare tutti i comportamenti e le abitudini dannose per l’ambiente nonché contrarie alle leggi e ai regolamenti e alla Provincia di Matera di mettere da parte gli atteggiamenti vittimistici volti a scaricare le proprie responsabilità sui cittadini e su altri enti, spendendo tutte le proprie energie ,soprattutto quelle mentali, nella risoluzione dei numerosi problemi che attanagliano l’OASI.
Antea Onlus Miglionico
Ma pensano veramente quello che scrivono?
Caro vacanziero,immagino che lei conosca alla perfezione le problematiche dell’oasi dato che sembra così sicuro di quello che dice….ovviamente,chi ha a cuore certi argomenti e desidera portarli alla luce,per il bene della collettività, deve essere sempre considerato negativo. Chi invece ha delle responsablità ma nonostante tutto non risolve problemi che attentano persino alla salute dei cittadini, viene difeso a spada tratta….complimenti davvero, forse appartenete a quella schiera di persone che non meritano tanta considerazione.