Gli asili nido traghettano dai PISU ai PISUS
Nei giorni scorsi l’assessore alle politiche sociali del comune di Matera ha trattato dei servizi destinati alla famiglia, si è soffermato su quanto riguardava gli asili nido comunali ed ha ribadito l’esigenza di incrementare il numero dei posti disponibili.
Ottima iniziativa!| Ha illustrato come i posti utili nei nido pubblici siano circa 100 , egli ha in animo di realizzarne altri cento con la spesa di 1,5 Meuro, a valere di certo sui fondi PISUS Misura V 2.3.
Il predetto assessore ha espresso, poi, l’intenzione di realizzare l’opera nel centro della città perché ormai quello di via Gramsci, l’ex-Onmi era stato trasferito a rione Agna.
Strano! “Il completamento immobili (ex-=Omni) adibito ad asilo nido comunale” di cui alla misura V.2 dei vecchi PISU per un importo rimodulato di 800 mila euro che fine ha fatto?
Semplice, sono le prime risorse perse dell’ intervento comunitario 2000/2006 ; poi- in futuro- si capirà cosa sarà possibile portare a casa dei 32 meuro e 400 mila stanziati.
Non a caso l’interrogazione del consigliere Enzo Acito che chiedeva lumi sulla rendicontazione dei PISU non ha trovato risposta.
Un riscontro alla situazione che è in pendenza ormai da lungo tempo c’è stato dall’Assessore al ramo che dichiarò come fosse necessario una variazione di Bilancio di 82.000 Euro per poter effettuare la rendicontazione.
La variazione non è stato chiarito da quale capitolo del Bilancio comunale a quale altro sarebbe dovuta transitare visto che quello denominato “Perdite da ammortizzare”nel Bilancio di un ente pubblico di carattere non economico non esiste.
Si apprende ancora nel corso del dibattito sviluppatosi circa gli asili nido che il Comune di Matera è l’unico ad aver dato applicazione alla LR 4/2007 per la parte relativa all’accredito delle strutture private, nelle more che la Regione emani le linee guida per l’accredito stesso; è da ritenere che tutto sia conforme alle direttive del piano regionale socio- assistenziale in essere.
Il positivo impegno dell’assessore rischia, purtroppo, di prosciugare i fondi a disposizione per interventi strutturali in campo sociale perché assorbe buona parte delle poche risorse disponibili nell’ambito delle misure da realizzare con i PISUS.
Certo,il problema sarebbe facilmente risolvibile visto che il 40 % di tutto l’intervento comunitario destinato alla città, (33 meuro e 400 mila circa) sarà impiegato per una improbabile rete metropolitana, opera che una volta realizzata in maniera molto parziale non potrà essere neppure utilizzata anche per carenza di risorse utili alla gestione.
Matera è famosa del resto oltre che per i Sassi anche per le ferrovie nel deserto vedasi la tratta Matera-Ferrandina. Una incompiuta senza binari ma con la stazione già pronta.
Pio Abiusi
Ecco alcune idee da proporre per i PISUS (sigla che sembra il nome di un personaggio Disneyano e che invece sta per Piano Integrato di Sviluppo Urbano Sostenibile).
Sabato scorso forzando il mio torpore da ex-militante sono andato alla conferenza sui PISUS che un guerriero in servizio permanente come Michele Morelli ha organizzato per discutere sulle proposte PISUS della nostra amministrazione. Un elenco che in verità era lo stesso che aveva redatto la vecchia amministrazione Buccico. Poi l’intervento dalle idee confuse fatto dall’assessore Rocco mi ha davvero confuso le idee per la sua dispersività. La politica cara Antonella, soprattutto oggi, deve confrontarsi con la scarsità delle risorse e, pertanto deve fissare delle dolorose priorità. Dolorose priorità che vanno fissate anche per i PISUS. Per illustrare i miei suggerimenti farò appello al (tuo) genio femminile del quale ha tanto bisogno la politica oggi. Il genio femminile cerca praticità, calore e colore nei piccoli gesti della nostra vita quotidianità che la materia urbanistica deve saper discretamente assecondare. Alla luce di ciò diventano prioritarie le questioni sulla mobilità cittadina della quale, voi donne, sopportate pesantemente le inefficienze. Soffrite il limite grave della lunghezza della nostra città attraversata da una sola arteria stradale iper-intasata che parte da Serra Rifusa e termina con la pineta prospiciente la parrocchia di Sant’Agnese. Al contrario il progetto intelligente di creare una connettività più strategica e parallela a quella centrale che collegasse il Nord con il Sud di Matera partendo dall’ospedale, attraverso via C. Levi, aggirando il terribile crocevia del Pino,
avventurandosi sul crinale scosceso di Serra Venerdì fino a ricollegarsi alla doppia corsia che scende da via dei Normanni, nei PISUS è stato affidato ad un misero studio di fattibilità! Ora se questa arteria, criminalmente interrotta, fosse terminata (manca solo il pezzo di 500 metri dietro Serra Venerdì!) ci potremmo prendere il lusso di chiudere il centro: dalla villa comunale fino al largo davanti alla Provincia. Potremmo chiudere tranquillamente alla viabilità non residenziale dei Sassi. Potremmo trasformare il nostro centro in un raffinato “Outlet” commerciale. Potremmo far diventare il nostro unico piano una pista ciclabile con un panorama stregato. Potremmo mettere a disposizione mini-autobus elettrici facendoli inabissare nei vecchi rioni da via S. Stefano per poi farli riaffiorare al lato della Provincia. Potremmo fare del nostro centro uno sterminato parco giochi per i nostri bambini. Invece che cosa propongono i maschietti ? Il prolungamento della FAL fino ad Agna credendo che possano bastare solo 14 dei 33 milioni dei PISUS! Sono pure ignoranti come capre (non sto scherzando ed il mio occhio ora è torvo) ! Una linea ferroviaria urbana per funzionare in modo efficiente deve avere il doppio binario!! Le piattaforme rotanti di cui parla Angelo sono soluzioni buone per i cartoni animati di Goku (chiedere ai vostri figli) ! Quindi si dovrebbe spendere molto di più per fare il raddoppio! Il risultato sarà invece quello di una littorina che approderà inutilmente fino ad Agna per trasportare i soliti cento e più passeggeri materani al giorno delle FAL! E poi l’idea di regalare altri soldi alle FAL che sono lo strumento di tortura contro i materani da almeno mezzo secolo a questa parte, proprio non mi va! Ma questo è un altro argomento che merita un capitolo a parte!
Un secondo criterio riguarda il tormentone del 2019 e della candidatura di Matera a capitale della cultura. Un progetto ambizioso e temerario per la nostra città (ma cosa si sono messi in testa questi pazzi visionari!). Per diventare realistico occorre però che tutta la città ci creda e si concentri per centrare questo obiettivo senza nascondersi dietro lo sterile filosofare, come qualcuno ha fatto nel salotto di Michele Morelli, o rifugiarsi nel nostro atavico minimalismo autodistruttivo. Minimalismo di cui è preda il mio misterioso amico Materatown che è andato ad intervistare i nostri “competitors” Romagnoli con l’intento di far emergere la nostra inadeguatezza. Ma è giovane ed ha ancora tanto tempo per redimersi! Non abbiamo ancora compreso che se Matera la spuntasse avremmo le luci dei riflettori internazionali accesi e puntati sulla nostra città. Diventerebbe il luogo di eventi forti ed eccezionali. Ma questo nostro puntare dritti e convinti a questo obiettivo esige che siano fatti interventi strategici nella nostra città. Dopo esser diventati patrimonio dell’UNESCO abbiamo assistito alla costruzione di un offerta turistica trainata provvidenzialmente, anche se in modo forse caotico, dai privati. Il pubblico invece ha brillato per la sua assenza. Con i PISUS e con la meta del 2019 l’amministrazione ha l’opportunità di riscattarsi organizzando un’offerta turistico-culturale ricca e ben coordinata: musei, itinerari culturali paesaggistici, mostre permanenti, eventi gastronomici e chi più ne ha più ne metta; tale da rendere la nostra città una meta non più mordi e fuggi, ma capace di “sfiancare” il pellegrino di passaggio tanto da farlo stramazzare per più giorni nei comodi letti dei nostri alberghi. Terzo ed ultimo criterio è quello di dare priorità nel recupero degli immobili a quelli per i quali è certa la funzione che dovranno ospitare.
Non ha senso recuperare stabili dei quali non è chiara la destinazione d’uso. Sarebbe solo una operazione per far piene le tasche dell’edile di turno, ma senza alcuna utilità pubblica. Io penso personalmente a due funzioni: Un museo dello spazio ricavato dalle suggestive arcate rupestri dei nostri Sassi e la sede dell’Accademia Scacchistica Materana N. Lapacciana. A proposito di quest’ultima funzione: ce la volete dare o no questa sede ? Non chiediamo mica molti metri quadrati!
Francesco Vespe