In attesa che la rimodulazione dei ticket sulla specialistica ambulatoriale giunga ad un provvedimento definitivo, un’ attesa che dura un anno esatto secondo una forte richiesta di 13 mila lucani che hanno sottoscritto la petizione popolare promossa dal Comitato di Crisi delle strutture della sanità privata e in attesa che si torni al tavolo regionale per il CUP (Centro Unico di Prenotazione), il 2013 è iniziato con il “botto” del ministro della Salute Renato Balduzzi: l’aggiornamento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Una questione non certo irrilevante per utenti, ambulatori, centri diagnostici e strutture riabilitative. Per questo alla richiesta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni per un confronto tra Ministero e Regioni aggiungiamo che il confronto non può escludere gli operatori dei servizi e delle prestazioni di analisi e prestazioni comprese nel lungo elenco di seimila voci in cui è scritto quali sono gli interventi, le visite, i ricoveri, le terapie e le analisi garantiti dal servizio sanitario.
Alle Regioni viene dunque affidato il compito di organizzare i servizi in grado di verificare se la prescrizione di un esame che il medico ha fatto ad un paziente è congrua o no (una sorta di superlente di ingrandimento controllerà almeno il 5% delle ricette). Ma non si può non tenere conto del nostro punto di vista, vale a dire delle strutture chiamate a dare risposte quotidiane agli utenti del Servizio Sanitario Regionale specie in materia di prevenzione e tutela della salute e a superare le liste d’attesa.
L’aspetto più delicato che il provvedimento del Ministro Balduzzi introduce riguarda le misure per favorire l’appropriatezza dell’assistenza specialistica ambulatoriale e conseguire una riduzione degli oneri a carico del Ssn per tale livello di assistenza. In particolare, le Regioni dovranno attivare programmi di verifica sistematica dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa dell’assistenza specialistica ambulatoriale. Per favorire lo svolgimento dei controlli, si prevede l’obbligo del medico proscrittore di indicare nella ricetta il quesito o il sospetto diagnostico che motiva la prescrizione, pena la inutilizzabilità della ricetta stessa.
E’ il caso di ricordare che i Livelli essenziali di assistenza sono organizzati in tre grandi Aree:
– l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale)
– l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, SERT, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche)
– l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.
E’ molto importante ricordare che le prestazioni e i servizi inclusi nei Lea rappresentano il livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini ma le Regioni, come ha già fatto la Regione Basilicata con il Bilancio di previsione 2013, possono utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei Lea.
Condividiamo, infine, le valutazioni del Presidente della Conferenza delle Regioni Errani: vanno evitati iniziative unilaterali e annunci oggettivamente non realizzabili, soprattutto in un settore delicato come la sanità. Peraltro il lavoro sui livelli essenziali di assistenza deve ancora cominciare il suo iter nella Conferenza Stato-Regioni e ha bisogno di una condivisione di sistema nel quale le strutture della sanità privata accreditata rientrano a pieno titolo. Crediamo dunque che un confronto di livello regionale possa aiutare anche la Giunta Regionale a districarsi, a superare una volta per tutte la rimodulazione del ticket “più alto d’Italia” e a non trovarsi impreparata.