Avanti ad oltranza a difesa dell’ospedale con i manifestanti che da 112 giorni occupano il tetto più alto del nosocomio e che dopo il caldo torrido dell’estate si apprestano ad affrontare il rigore dell’inverno. Nella giornata di martedì 19 ottobre vento e pioggia hanno colpito anche l’ospedale, provocando l’allagamento del tetto immediatamente sotto al presidio. L’acqua si è infiltrata dappertutto raggiungendo in particolare una stanza situata al terzo piano dopo aver rotto il controsoffitto. Anche la parte di tetto soprastante il vano scala attualmente occupato dal presidio permanente è stato invaso dall’acqua piovana. Sempre al terzo piano, dove arriva l’ascensore, il vento fortissimo ha scardinato completamente una finestra che è caduta rovinosamente sul pavimento. Per tutta la giornata, i manifestanti hanno avvisato il personale dell’ospedale che immediatamente ha informato la direzione sanitaria. In tarda mattinata sono intervenuti alcuni operai che hanno spostato la finestra dal ballatoio del terzo piano posandola nel corridoio. Nel pomeriggio i rappresentanti dei comitati hanno denunciato lo stato di pericolo e la necessità di mettere in sicurezza il vano scale dove era stata divelta una finestra e dove altre tre minacciavano di fare la stessa fine e di intervenire anche sul tetto perché la situazione stava diventando pericolosa. In tarda serata è arrivato un ingegnere dell’ASM solo dopo che i rappresentanti dei comitati si erano rivolti a rappresentanti politici. Nel frattempo erano stati allertati dai manifestanti, anche i Vigili del Fuoco prontamente intervenuti. “Come da verbale redatto dagli stessi -si legge in una nota dei comitati- risultava che sul terrazzo proprio sopra al presidio il livello dell’acqua aveva raggiunto una quarantina di centimetri per cui una piscina di una cinquantina di metri cubi di acqua minacciava la vita, l’incolumità dei manifestanti e della stessa struttura ospedaliera. Solo in tarda serata i Vigili del Fuoco sono riusciti a svuotare completamente il tetto sopra il vano scala e il resto del tetto dove le infiltrazioni avevano raggiunto una stanza del terzo piano recentemente ristrutturato”. Ancora una volta i comitati denunciano il totale abbandono al suo destino della struttura ospedaliera di Tinchi e la totale mancanza di manutenzione perché la decisione è quella di chiudere. Solo il pronto intervento dei Vigili del Fuoco è servito ad evitare danni ancora più gravi e, forse, addirittura a salvare la vita di quanti, giorno e notte, occupano il presidio.
Giuseppe Coniglio
A Tinchi i manifestanti hanno rischiato la vita – di Pietro Giannace
Nella giornata di martedì 19 ottobre la pioggia incessante e il vento impetuoso hanno colpito anche l’ospedale di Tinchi dove da 111 giorni i comitati occupano il tetto più alto del nosocomio. Il tetto si è completamente allagato perchè i pluviali, in mancanza di manutenzione ormai totale, sono otturati, per cui oltre venti centimetri d’acqua si è raccolta nella parte immediatamente sotto al presidio che per tutta l’estate ha ospitato i manifestanti. L’acqua ha tracimato la protezione della guaina è si è infiltrata dappertutto raggiungendo in particolare una stanza situata al terzo piano rompendo il controsoffitto. Nel contempo anche la parte di tetto soprastante il vano scala attualmente occupato dal presidio permanente dei comitati e dei cittadini in lotta è stato invaso dall’acqua piovana. Sempre al terzo piano, dove arriva l’ascensore che parte dall’ingresso principale, il vento fortissimo ha scardinato completamente una finestra che è caduta rovinosamente sul pavimento. Per tutta la giornata, a partire dalla prima mattinata, i manifestanti hanno avvisato il personale dell’ospedale che immediatamente avvisava la direzione sanitaria. In tarda mattinata sono intervenuti alcuni operai che hanno spostato la finestra dal ballatoio del terzo piano posandola nel corridoio. Nel corso pomeriggio i rappresentanti dei comitati hanno fatto fare numerose altre telefonate di sollecito alla direzione sanitaria denunciando lo stato di pericolo e la necessità di mettere in sicurezza il vano scale dove era stata divelta una finestra e dove altre tre minacciavano di fare la stessa fine e inoltre la necessità di intervenire anche sul tetto a sturare i pluviali perché la situazione stava diventando pericolosa. In tarda serata è arrivato un ingegnere dell’ASM solo dopo che i rappresentanti dei comitati si erano rivolti a rappresentanti politici. Nel frattempo erano stati allertati dai manifestanti, stanchi di aspettare inutilmente l’intervento della direzione sanitaria, i Vigili del Fuoco prontamente intervenuti. Come da verbale redatto dagli stessi risultava che sul terrazzo proprio sopra al presidio il livello dell’acqua aveva raggiunto una quarantina di centimetri per cui una piscina di una cinquantina di metri cubi di acqua minacciava la vita, l’incolumità dei manifestanti e della stessa struttura ospedaliera. Solo in tarda serata i Vigili del Fuoco sono riusciti a svuotare completamente il tetto sopra il vano scala e il resto del tetto dove le infiltrazioni avevano raggiunto una stanza del terzo piano recentemente ristrutturato. Ancora una volta i comitati denunciano il totale abbandono al suo destino della struttura ospedaliera di Tinchi da parte della direzione sanitaria. Totale mancanza di manutenzione perché la decisione è quella di chiudere. Il direttore sanitario ha aspettato tutta la giornata prima di intervenire e solo dopo che i manifestanti si sono rivolti a qualche politico. Solo il pronto intervento dei Vigili del Fuoco è servito ad evitare danni ancora più gravi e, forse, addirittura a salvare la vita di quanti, giorno e notte, occupano il presidio.
Dal tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi, 19 ottobre 2010
i Comitati in lotta