Lunedì 7 gennaio 2013, alle ore 17.00, nell’ultima delle residenze volute dall’imperatore Federico II di Svevia in terra di Basilicata, sarà inaugurata la mostra “Matera, Azuma e il Castel Lagopesole”, promossa dall’ Area Programma Alto Basento e Comune di Avigliano e organizzata dal MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera.
La mostra intende legare idealmente e porre a confronto la città dei Sassi e il luogo federiciano per eccellenza attraverso il lavoro del giapponese Kengiro Azuma (Yamagata, 1926) che, negli ultimi anni, ha manifestato grande amicizia nei riguardi del territorio lucano nel quale ha trovato quella natura e operosità umana non rintracciata in nessun altro luogo. I segni di una scrittura sconosciuta, letta nel paesaggio spoglio e severo di Matera, si ripresenteranno nell’architettura essenziale del Castello di Lagopesole dove la luce, attraverso fenditure, archi e finestre, rivela spazi insospettati, ancora oggi memoria di secolari generazioni che in quei luoghi hanno abitato. I segni della memoria sono, infatti, il punto nodale della ricerca di Azuma.
Il Castello di Lagopesole ospiterà, sino al 5 maggio 2013, una selezione di opere che l’artista giapponese ha realizzato in occasione della sua permanenza nella città dei Sassi nel 2010: 10 terrecotte, 3 sculture in pasta di pane, 6 maioliche, 6 disegni, 2 incisioni, insieme a 35 fotografie che documentano le varie fasi del lavoro dell’artista a Matera tra l’ormai storica Bottega artigiana di Peppino Mitarotonda, che dal 1974 lavora con gli artisti contemporanei (Maccari, Andrea Cascella, Consagra, Ortega, Dadamaino, ecc.) e il forno della famiglia Perrone, dove Azuma ha realizzato, con l’impasto del pane, originali sculture che riescono a far interagire i suoi segni con quelli che la tradizione continua a ripetere sulle forme che quotidianamente portiamo sulla nostra tavola. Tra le fotografie, infine, le immagini della partecipazione di Azuma alla VI Giornata del Contemporaneo, quando nella Biblioteca Scheiwiller ha spiegato il proprio lavoro e raccontato della sua vita, sotto lo sguardo attento dei visitatori che scandivano il ritmo delle parole con quello delle mani intente a rivisitare la forma di un tradizionale cucù materano.
La mostra è organizzata nell’ambito delle attività di promozione e valorizzazione del Castello e dell’attrattore “Il Mondo di Federico II” che, inaugurato nel 2011, ha registrato presenze significative di visitatori e di alunni delle scuole del territorio lucano.
All’inaugurazione interverranno il Sindaco di Avigliano, Vito Summa, il Presidente dell’Area Programma Alto Basento, Gerardo Ferretti, il Presidente della Fondazione Zètema, Raffaello De Ruggieri, l’artigiano materano Peppino Mitarotonda, Maria Larato dell’impresa cultura Coop. Synchronos, gestore del MUSMA.
CENNI BIOGRAFICI DI KENGIRO AZUMA
Kengiro Azuma nasce il 12 marzo 1926 a Yamagata in Giappone da una famiglia di artigiani del bronzo. Nel 1943 entra nella divisione aeronautica della Marina Militare Imperiale dove rimane fino al 6 agosto del 1946, giorno in cui viene sganciata la prima bomba atomica su Hiroshima. Alla fine della seconda guerra mondiale, deluso e amareggiato per la guerra che ha combattuto, torna nella sua città natale e termina il liceo. Nel 1949 si iscrive all’Università Nazionale d’Arte di Tokyo dove frequenta i corsi di scultura sino al 1954, anno in cui si laurea e inizia a seguire i corsi post-accademici sulla figura umana che gli offrono l’opportunità di conoscere il lavoro di scultori italiani come Pericle Fazzini, Giacomo Manzù e, soprattutto, Marino Marini. Ottenuta una borsa di studio del Governo italiano, nel 1956 si trasferisce a Milano per studiare all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si diploma nel 1960, divenendo assistente personale del suo maestro Marino Marini sino al 1979. La sua prima mostra personale in Giappone è del 1958 al Department Store Marukyu di Yamagata; in Europa alla Galleria Minima di Milano nel 1961, presentato da Guido Ballo. È l’anno che segna un momento fondamentale nel percorso artistico di Azuma: il passaggio da una pratica figurativa, atta a emulare la scultura del suo maestro, a una espressione più autonoma e astratta. Incoraggiato dallo stesso Marino, Azuma cerca forme nuove. L’ispirazione arriva casualmente, osservando una catasta di cassette di legno per la frutta, crollate sul pavimento, in cui riesce a cogliere una cadenza ritmica tra “pieni” e “vuoti”, che da quel momento caratterizzeranno le sue opere, per l’appunto intitolate “Mu” e “Yu”. Nascono così veri e propri assemblaggi, con l’accostamento di listelli di legno delle stesse cassette da cui, a volte, trae delle sculture in gesso su cui poi interviene con piccoli segni o fori. Gli anni Sessanta e Settanta vedono Azuma impegnato in numerose mostre personali e collettive in Europa e in Giappone. Nel 1968, con Alberto Burri e Antoni Tapies, realizza alcune opere per il Convento francescano di Sion tra cui un crocifisso rifiutato dai monaci ma accolto, per volere di Papa Paolo VI, nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani. Nel 1980 ottiene una cattedra nella Nuova Accademia di Belle Arti di Milano fondata da Guido Ballo. Vi insegna sino al 1990. Negli stessi anni, oltre alla realizzazione di diverse opere pubbliche, prosegue la sua partecipazione a esposizioni di arte contemporanea in gallerie e musei di tutto il mondo. La carriera artistica di Azuma è segnata da numerosi e prestigiosi riconoscimenti: nel 1993 viene accolto nell’Accademia Nazionale di San Luca , nel 1995 è premiato dall’Imperatore del Giappone con la decorazione “Shijuhosho” per la cultura, nel 1996 riceve l’“Ambrogino d’oro” del Comune di Milano per meriti civili, nel 2001 altra decorazione d’onore, la “Kunyonto Kyokujitsusho”, dell’Imperatore del Giappone. Nel 2010, nelle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, per la XXIV edizione de “Le Grandi Mostre nei Sassi”, Matera ospita la più importante mostra antologica sul suo lavoro, a seguito della quale la Regione Basilicata acquista la scultura Goccia (MU 765 G) in bronzo, subito divenuta uno dei simboli della città dei Sassi. Tra il 16 ottobre 2009 e il 12 ottobre 2010, Azuma è presente in più occasioni a Matera lavorando con continuità nella Bottega di Peppino Mitarotonda. In segno di amicizia e affetto verso il MUSMA, contribuisce ad ampliarne la collezione con la donazione di una sua sala personale e, nell’ottobre scorso, con la sistemazione di una scultura in bronzo del 1954, La ragazza con colomba (o Amicizia), nella scuola materna P. G. Minozzi di Matera.
Vita, opere e fortuna critica dello scultore giapponese, dal 1926 al 2010, sono raccolte nel volume uscito in occasione della mostra materana: G. Appella, Azuma, Edizioni della Cometa Roma.
Vogliamo Azuma come assessore alla culura al comune di Matera!
Ma è quello del Trufolo davanti a Palazzo Lanfranchi?