Il 16 ottobre scorso ha tenuto il suo primo concerto in Cina in occasione dell’Expo 2010 che si svolge a Shangai. La musica jazz, funk e sopratutto “cool” di Gegè Telesforo non ha confini e dopo aver entusiasmato i suoi fans con gli occhi a mandorla con la sua straordinaria orchestra ha ripreso i suoi concerti in Italia registrando giovedì scorso a Bari il tutto esaurito. E il suo “So cool quintet”, titolo scelto anche per il brano di punta del suo nuovo cd, ha inaugurato il cartellone invernale di Officina del Jazz Urban Club, in programma all’auditorium di piazza del Sedile sino al 22 dicembre con sei eventi live. Accompagnato da Max Ionata ai sassofoni, Alfonso Deidda al pianoforte, Dario Deidda alla chitarra, Amedeo Ariano alla batteri, l’ex allievo di Renzo Arbore ha ripercorso il suo repertorio originale allietando il pubblico con una serie di composizioni che spaziano allo swing al be-bop, dal latin-jazz al groove sino ad una versione reggae con un suono inconfondibile creato dall’impasto della voce e i sassofoni
Cantante, percussionista, polistrumentista, producer per la serie Groove Master Edition by Go Jazz, ma anche giornalista, conduttore radiotelevisivo, entertainer. Gegè Telesforo è il classico artista eclettico che alla soglia dei cinquant’anni è riuscito a farsi apprezzare più all’estero, come dimostra anche il successo riscontrato nell’ultimo concerto in Cina in Italia davanti a circa centomila persone. Nelle sue composizioni spazia ritmicamente dallo swing al be-bop, dal latin-jazz al groove e riesce a comunicare un suono inconfondibile creato dall’impasto della voce e i sassofoni.
L’amore per il jazz è trasmesso in famiglia da suo padre, ma è Renzo Arbore a lanciarlo nel mondo dello spettacolo, con la partecipazione fissa nell’orchestra che suona per Indietro Tutta. Poi Gegè si trasferisce a Roma, incide un paio di dischi ma decide di trasferirsi in America, la patria del jazz. E’ qui che riesce a miscelare nella sua musica il be-bop, il funky, il cool e soprattutto lo scat, quel canto jazz improvvisato che imita gli strumenti musicali senza fare uso di parole. Gli incontri con Dizzy Gillespie, Tony Scott, Clark Terry, Dee Dee Bridgewater e il suo idolo Jon Hendricks, il più grande cantante di scat sono decisivi per la sua formazione musicale. La collaborazione con Ben Sidran, musicista raffinato e critico musicale, fa il resto. Gegè sofferma il suo interesse sopratutto verso il funky e questo genere musicale sarà sempre presente nelle sue produzioni. E’ maturo il tempo per tornare in Italia e Gègè Telesforo riesce a conquistare maggiore visibilità grazie alla radio, dove lancia il groove, quel sound composto da una ritmica ripetitiva e ciclica che prevede alcune variazioni nel quale gioca un ruolo fondamentale la sua capacità di improvvisare.
Gegè non può diventare “schiavo” di una etichetta discografica, lo show-business non fa per lui. E così decide di incidere i suoi dischi con la sua etichetta, lla “Groove Master Edition”. Divertente il racconto che svela come è nata l’idea di chiamare il disco “So cool”. All’inizio aveva pensato di chiamaro “Funk cool” visto che il funky è sempre presente nei suoi dischi, ma considerata la vicenda Marrazzo in quel periodo i suoi amici musicisti hanno decisamente sconsigliato di avventurarsi nell’inevitabile doppio senso provocato dall’assonanza con la lingua italiana di questa espressione inglese.
Gegè è un artista unico nel suo genere. E’ l’unico in Italia che canta scat interpretando lo spirito jazz che richiede la performance. In pratica non ci sono parole nelle sue canzoni, ma dei fonemi privi di senso, usati sia in chave ritmica che melodica. Si spazia dallo swing al be-bop, dal groove al reggae, genere musicale che sceglie per rifare il classico “Moon Ray” di Artie Shaw. Nel bis, quando ripropone il suo nuovo singolo “So Cool” Gegè Telesforo improvvisa fischiettando un nuovo arraggiamento che coinvolge anche i suoi compagni sul palco. Straordinarie le performance di Max Ionata al sax, perfetti gli stacchi al pianoforte di Alfonso Deidda, eccezionale la prestazione di Amedeo Ariano alla batteria, esaltante l’accompagnamento del bassista Dario Deidda.
Un grande appuntamento con il So Cool quintet ha inaugurato il cartellone dell’Officina del Jazz proposto dal Direttore Artistico Angelo Calculli. Il prossimo appuntamento è previsto domenica 31 ottobre con Cheryl Porter Quartet che canterà “Mina in black”. Costo biglietto 15 euro. Prevendita presso Teatro Duni.
Al via la IV puntata di Officina del Jazz Club TV
Dopo il travolgente spettacolo di domenica scorsa con Gegè Telesforo per l’apertura del cartellone “Officina del jazz Urban Club” winter 2010 ritorna martedì sera dalle ore 23 su Trm la quarta puntata di ”Officina del Jazz Club TV”.
La trasmissione, condotta dal Direttore Artistico Angelo Calculli e dai giornalisti Mimma Maranghino e Sergio Palomba con la regia Francesco Giase si potrà seguire anche in diretta streaming sul sito www.trmtv.it\livetv.
Tema della serata: Le donne del Jazz. Ospite in studio Elisabetta Antonini, una musicista di grande valore e sicuro interesse. Talento, passione, studio, coerenza e rigore sono gli elementi chiave della musica di Elisabetta Antonioni, che emergono anche in “Un minuto dopo”, il nuovo CD di Elisabetta. E’ Maria Pia De Vito (sua maestra e mentore) a presentarci, nelle note di copertina, con giusto orgoglio e grande equilibrio, la musica e le qualità di Elisabetta Antonini.
Le caratteristiche peculiari della sua musica, in evidenza in diversi momenti, non scontate e poco diffuse, vanno ricercate soprattutto in un assiduo, profondo, quasi “cocciuto” lavoro di “arrangiamento”, costruzione e levigatura dei brani, tutti caratterizzati da un equilibrio timbrico e dinamico raffinatissimo.
Tra le chicche della serata anche il video di Ella Fitzgerald, donna mito della musica jazz e un collegamento telefonico da Chicago con Cheryl Porter, il secondo ospite di“Officina del jazz Urban Club” nella serata di domenica 31 ottobre.