Riportiamo di seguito il documento approvato dal Direttivo dell’INU di Basilicata sul contributo che, in Basilicata, la pianificazione territoriale urbanistica può dare per superare l’attuale crisi economica, e dei perversi effetti di svuotamento di ruolo ed identità regionale che essa provoca, per effetto di una “indiscriminata” (Napolitano) spending review.
Una vertenza urbanistica per la Regione Basilicata
L’Istituto Nazionale di Urbanistica, cui aderiscono liberi professionisti, docenti e rappresentanti di Enti Territoriali, è un osservatorio tra i più adatti a dare un contributo costruttivo sulle attuali condizioni del governo del territorio in Basilicata: l’ultima assemblea dei soci ha dibattuto sulla situazione che vive la Regione in questo particolare momento di crisi e dei pericoli che ne derivano; ne è scaturita l’esigenza di aprire una “VERTENZA URBANISTICA PER LA BASILICATA”.
La crisi economica, ed il tentativo di risanamento con il metodo della spending review usata come un’ascia, provoca effetti recessivi sul lavoro e sul welfare tanto più devastanti nelle aree più deboli del Paese. Così facendo in Basilicata si accelera un processo, già in atto, di svuotamento di contenuti e ruoli della stessa Regione, che vede ora esposte “in prima linea”, oltre alle sue aree interne, anche le due città capoluogo, pesantemente interessate da programmi di svuotamento di direzionalità, sacrificate sull’altare di una “indiscriminata” spending review.
Ne abbiamo avuto una prova recentemente, con la questione della soppressione della Provincia di Matera che ha risvegliato disgreganti spinte di campanile. Rischi in questo caso di carattere istituzionale, ma che trovano conferma sia sul piano demografico e sociale (costante perdita di popolazione, prevalentemente giovane e qualificata; progressiva sottrazione di diritti di cittadinanza: lavoro, servizi, scuola, sanità), sia sul piano strutturale ed ambientale, settore quest’ultimo particolarmente vulnerabile e più volte allertato (“Report” del 16/12/2012: “… gas e petrolio della Val d’Agri soddisfano il 6% del fabbisogno nazionale; non possiamo però non porci un interrogativo: il gioiellino turistico della Basilicata e tutta l’acqua che serve per dare da bere a mezza Puglia, valgono questo 6%…?”).
In definitiva in Basilicata alla “questione sociale, da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica ” (ben sottolineata dal Presidente Napolitano), si sovrappone una “questione territoriale”; anzi, si può dire che la “questione sociale” è “questione territoriale”. Se ne deduce che le auspicate nuove e più equilibrate politiche nazionali ed europee di risanamento e sviluppo che la prossima legislatura dovrà attivare, in Basilicata, per essere efficaci, dovranno essere affiancate da una decisa operazione di tutela e riorganizzazione territoriale.
La “questione territoriale” diviene quindi una assoluta priorità, da affrontare con gli strumenti propri della Pianificazione territoriale ed urbanistica.
Essa si traduce nella necessità di costruire una visione politico-strategica attraverso una pianificazione, democratica e condivisa, di organizzazione del territorio, delle sue risorse, delle sue infrastrutture, della sua società; in una parola un “disegno d’identità” geografica contemporanea della Regione Basilicata: disegno che faccia emergere il ruolo che la nostra regione può sostenere nel riposizionamento dei fattori allocativi dello sviluppo che seguiranno all’attuale congiuntura negativa, salvando così la sua base territoriale e sociale.
Disegno forte, da affermare anche costruendo alleanze territoriali (Vallo di Diano, Capitanata, Murgia, Sibari/Pollino), e da contrapporre nel confronto nazionale a qualsivoglia progetto, calato dall’alto, di depauperamento del nostro territorio.
Tra i passaggi più importanti da consumare vi è la riorganizzazione delle Autonomie Locali: i Comuni, le Aree Programma, il ruolo delle Province, i rapporti interistituzionali.
Poi lo Statuto della Regione, che deve recepire principi di equità territoriale oltre che sociale, che deve ammettere azioni di perequazione territoriale, e considerare il nostro Paesaggio e l’ecosistema che lo caratterizza come elemento non negoziabile. Neanche nella ricerca dello sviluppo.
Infine l’adeguamento della nostra Legge Urbanistica Regionale.
Salvi i principi, vanno rivisti e meglio specificati i contenuti di ciascun livello di pianificazione; va disciplinata ed incentivata la pianificazione associata dei comuni; va reinterpretato il ruolo e le competenze della Provincia. Va riconosciuto alla Pianificazione urbanistica il ruolo di CASA MADRE e sintesi per tutte le pianificazioni settoriali.
Ma tutto ciò non basta.
La pianificazione va interamente finanziata dalla Regione.
Va istituito uno specifico Ufficio Regionale di Piano che dovrà garantire correttezza e durata delle procedure, e diffondere i valori positivi dell’urbanistica contemporanea: equità, sussidiarietà, copianificazione, risparmio di suolo, perequazione e compensazione, sviluppo sostenibile, risparmio energetico, tutela e valorizzazione del paesaggio inteso come valore identitario ed economico.
Tuttavia da qualche tempo le politiche regionali nel settore della Pianificazione sembrano essersi assopite. Gli uffici stanno perdendo autorevolezza, poco attrezzati in uomini e mezzi, ma anche privi di motivazioni e di linea politico-culturale. Sospesi da anni la “Carta Regionale dei Suoli”, il “Piano Paesaggistico Regionale”, solo avviata (pare) la Carta Tecnica Regionale.
Per questo la Sezione Basilicata dell’INU si impegna a sostenere, con spirito di collaborazione, una VERTENZA URBANISTICA PER LA BASILICATA.
L’obiettivo è di stimolare la Regione ad uscire da un troppo lungo periodo di grigiore propositivo e gestionale: “fare i piani”, e non trovarsi impreparati alla nuova stagione di programmazione 2014-2020, con la quale si dovrà determinare il futuro della Regione, oltre la “crisi” attuale.
Il Direttivo INU- Basilicata