Il progettista e direttore dei lavori del cantiere di proprieta della DRST di Matera, l’architetto Cosimo dell’Acqua ha convocato in mattinata i giornalisti per rispondere alle critiche mosse con due comunicati stampa da Pier Giorgio Corazza e Città Plurale che avevano denunciato l’installazione di una palizzata che aveva oscurato uno degli affacci per ammirare gli antichi rioni Sassi. Queste le sue dichiarazioni “Premesso che da parte nostra c’è tutta la volontà di trovare la soluzione ottimale affinchè non venga occultato il panorama degli antichi rioni Sassi, voglio precisare che l’impresa per provvedere alla recinzione del cantiere ha realizzato questa “palizzata” rispettando le norme di sicurezza previste dalle leggi vigenti in materia. In pratica abbiamo messo in sicurezza il nostro cantiere partendo proprio dal limite dello stesso e di conseguenza la palizzata cade proprio sul muro perimetrale”.
L’impresa realizzerà l’albergo diffuso in che tempi. “Si prevedono lavori per tre anni, a partire da gennaio scorso. Intanto abbiamo provveduto a pulire i locali che erano ormai ridotti a discariche abusive. I locali comprendono quattro-cinque vicinati e attualmente sono delle grotte che confluiscono sotto via degli Armeni. Contiamo di terminare i lavori nei tempi previsti per restituire alla città una parte dei Sassi rappresentato da un borgo, un vicinato aperto a tutti, visitatori e clienti dell’albergo. Preciso che per eseguire i lavori abbiamo avviato un rapporto formale con il Comune dal febbraio del 2009. Con l’autorizzazione del 5 marzo del 2009 abbiamo avviato la pulizia dei locali senza ottenere alcun contributo dallo Stato.” L’area su cui sorgerà il borgo albergo è in parte di proprietà e in parte ha usufruito dell’assegnazione in sub-concessione da parte del Comune di Matera, a sua volta concessionario di immobili e aree di proprietà dello Stato dei rioni Sassi Sassi.
In ogni caso l’architetto Dell’Acqua si è dichiarato disponibile ad applicare le direttive che arriveranno dall’ufficio Sassi per ripristinare la visibilità degli antichi Rioni Sassi ai visitatori che percorrono via San Francesco da Paola. La conferenza stampa è stata indetta per ribadire la buona fede dell’impresa che attraverso il direttore dei lavori ha favorito l’accesso ai giornalisti per visionare il cantiere, un segnale importante perchè ha smentito i sospetti avanzati nel comunicato stampa di Corazza e successivamente sostenuto anche da Città Plurale che l’impresa non ha nulla da nascondere e sta solamente lavorando nel rispetto della normativa sulla sicurezza.
Carlo Abbatino
La fotogallery dedicata alla palizzata che ha oscurato uno degli affacci sui Sassi di Matera
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Per favore, osservate queste foto e ditemi se è una cosa normale, rispettosa dei Sassi e della Città (e dell’ospitalità turistica). Alcuni mesi fa, credo in luglio, un’impresa ha oscurato con una estesa parete di legno il belvedere di via S. Francesco da Paola da cui si vede (si vedeva) il Sasso Caveoso, e la Gravina. Via S.Francesco da Paola è quella strada che scende da piazzetta Pascoli verso la chiesa S.Maria degli Armeni, che si presta anche come locationi per mostre artistiche e continua con una scalinata in via Buozzi.
E’ un importante percorso turistico ed uno dei quattro affacci sui Sassi dal piano.
Non è chiaro perchè l’impresa l’abbia fatto, dal momento che l’albergo che sta costruendo è nella sottostante via Bruno Buozzi (50 metri sotto). E non aveva necessità di fare quella transenna, perchè il forte dislivello fra la strada (di sopra) ed il cantiere (di sotto) è di per sè garanzia di sicurezza. Credo piuttosto che lo schermo risponde ad esigenze di “riservatezza”.
Può un’impresa per difendere la sua “privacy” privare la città (ed i turisti) di uno dei pochi affacci sui Sassi e sulla Gravina? Si potranno così oscurare altri affacci per (finte) esigenze di cantiere: da piazza Duomo, da piazzetta Pascoli, dal belvedere Guerricchio?
Secondo me è una cosa molto grave e mi sorprende che sia stata consentita.
Cosa ne pensate?
Piergiorgio Corazza
Un’impresa edile oscura i Sassi.
Un’impresa può, per difendere la sua privacy, privare la città e i turisti di uno degli affacci più suggestivi sui Sassi e sulla Gravina?
Città Plurale condivide la denunzia sottoscritta da PierGiorgio Corazza e da altri cittadini della transennatura fatta in via S.Francesco da Paola,che oscura il panorama sui Sassi e sulla Gravina e non si comprende come possa essere stata autorizzata.
Fa rilevare, dopo aver esaminato il caso, che la recinzione dei cantieri nei Sassi non risponde a esigenze di sicurezza, ma è stabilita dalle Norme Tecniche della legge 771(di cui si allega copia) che dettano le regole per l’uniformità delle transennature delle aree dei cantieri “prospicienti l’immobile da recuperare” (in legno ,di 2 metri di altezza, ecc.). E’ in sostanza una norma di decoro urbano intesa ad evitare l’interferenza , anche visiva, dei cantieri con le strade dei Sassi. Pertanto appare del tutto irregolare e ingiustificata la recinzione realizzata dall’impresa in via S.Francesco da Paola dal momento che questa strada non è “prospiciente” e non ha nessun rapporto con l’area del cantiere, che invece si trova nella sottostante via Buozzi (da cui lo separa un dislivello di circa 50 metri). Vorremmo anche sapere se l’impresa ha presentato all’Ufficio la planimetria dell’area da recintare,come prescrive la norma, dal momento che ha occupato una porzione di suolo pubblico di via S.Francesco da Paola compreso il parapetto di delimitazione della strada, e se questa planimetria è stata approvata dall’Ufficio competente.
In ogni caso Città Plurale invita l’Assessore dott. Maria Pistone a esaminare più attentamente il caso e, se rileva, come noi riteniamo, l’irregolarità della transennatura, ordinarne la rimozione, per restituire alla Città ed ai turisti la visione dei Sassi e della Gravina arbitrariamente oscurata. Leggere, inoltre, sulla stampa locale del 20 ottobre u.s. la seguente dichiarazione del suddetto assessore: “L’assessore comunale ai Sassi, Maria Pistone fa sapere, invece, che l’origine della decisione sta nelle garanzie di sicurezza che le palizzate offrono ai lavoratori del cantiere che, protetti da questa struttura, non dovrebbero temere eventuali oggetti caduti ai turisti affacciati al belvedere o furti notturni all’interno del cantiere”, si resta increduli e sgomenti. L’assessore dott. Maria Pistone intanto dimostra di non essersi bene informata sulla vicenda e che in base alle norme tecniche il tema della sicurezza non c’entra nulla. Quantunque la causa dell’oscuramento di un affaccio sui Sassi fosse la sicurezza dei lavoratori e la sicurezza di un cantiere, ci si dovrebbe preoccupare di controllare la stabilità dei ponteggi, delle impalcature, la regolarità degli strumenti di lavoro, i ritmi di lavoro, ecc., non certo gli eventuali oggetti che potrebbero cadere dalle mani dei turisti che si affacciano al belvedere. Se si fa una tale affermazione, l’assessore sarebbe in grado di dirci quanti incidenti sul lavoro sono stati causati dagli oggetti caduti dalle mani dei turisti sino ad oggi?
Ormai in questa città, che si vorrebbe capitale europea della cultura, che si vorrebbe tornasse ad essere laboratorio di urbanistica, con queste dichiarazioni si sfiora il grottesco. L’assessore ha, inoltre, valutato che un albergo non si costruisce in un mese, per cui quel muro in legno che oscura uno dei più suggestivi affacci sul Sasso Caveoso resterà chissà per quanto tempo? Chi è il dirigente che ha dato l’autorizzazione?
Per cui, nel ribadire che venga rimosso un vero e proprio abuso ai danni della città, si chiede al Sindaco un immediato intervento per la soluzione del problema e soprattutto gli si domanda: sarà possibile, un giorno, che questa città venga governata con più attenzione, più rispetto e meno superficialità?
Il Presidente
Catia Caponero
Il responsabile settore
Urbanistica, partecipazione e enti locali
Marino Trizio