“Non è certo la prima volta che la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti si occupa della Basilicata associata alla Campania che è notoriamente la regione dove è più acuta l’emergenza rifiuti e con essa la presenza dell’ecomafia. Per chi come me ha seguito direttamente i lavori in Senato nel corso delle numerose audizioni che abbiamo tenuto dal 2008, tra l’altro di rappresentanti di Regioni, come quella di De Filippo nel 2010, di enti ed aziende di settore, organizzazioni professionali, forze dell’ordine, su alcune situazioni specifiche e non solo riferite alla Campania, è evidente che sono emerse quasi sempre la carenza di programmazione e la mancanza di relazioni tra Regioni, Aato Rifiuti, Province e Comuni”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio coordinatore regionale di Fli in riferimento all’impegno previsto per martedì prossimo dall’organismo parlamentare presieduto dall’on. Pecorella “che – ricorda ancora il senatore di Fli – è stato già in passato in Basilicata per incontri e sopralluoghi”.
“In attesa degli sviluppi dell’inchiesta della magistratura potentina sulla vicenda dei rifiuti finiti in discarica prima di essere trattati, con un giro d’affari pare di 4,5 milioni di euro, le istituzioni nazionali e locali non devono rinunciare ad accertare responsabilità amministrative e le cause dei ritardi nell’adeguamento del Piano regionale come di quelli provinciali di smaltimento e raccolta differenziata. Ce lo chiedono anche le associazioni dei consumatori a tutela dei cittadini contribuenti con il pagamento della Tarsu destinata ad aumentare da quest’anno con l’introduzione della Tares. Ci sono troppe pagine ancora oscure. Anche per quanto riguarda l’impianto della Fenice e i rifiuti industriali, abbiamo diritto di sapere se vi finiscano anche gli scarti oleosi della trivellazione dei pozzi e quale sia il piano utilizzato per lo smaltimento; a parte il Piano di Caratterizzazione dell’impianto, definito da Arpab, sindaci del Vulture-Alto Bradano, dirigenti di Fenice, non si dispone di informazioni aggiornate sull’attività del termovalizzatore e tanto meno sulla capacità di accogliere ulteriori rifiuti che non siano quelli di provenienza da San Nicola di Melfi e da alcuni “fortunati” comuni. L’impianto che già negli anni passati è venuto in soccorso dei Comuni alle prese con le note questioni delle discariche sature o inutilizzabili – afferma il senatore di Fli – è da considerare a tutti gli effetti, specie per le conseguenze dirette sul nostro territorio, un “patrimonio” al servizio dell’utenza lucana e non certo delle compagnie petrolifere. Anche su questo la Fiat ci deve più di qualche informazione rispetto alla reale situazione di incenerimento, alla natura e provenienza dei rifiuti, alla sua futura attività e disponibilità per colmare le vistose lacune del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti. Per queste ragioni, il lavoro della Commissione Pecorella dovrà essere continuato dal nuovo Parlamento con l’obiettivo di squarciare il velo delle falsità e delle mezze verità che continua a caratterizzare la vicenda dei rifiuti tossici nella nostra regione. E’ troppo facile attribuire le responsabilità alle popolazioni meridionali in merito al problema dei rifiuti e dell’ecomafia, quando abbiamo dati certi ed inchieste certe della magistratura e della Guardia di finanza in merito a questioni che non riguardano il territorio meridionale, il quale passivamente si è fatto carico delle questioni del Nord”.
mi giunge ” curiosa” la partecipazione di Digilio, quale uditore, alla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. La gestione dei rifiuti è il fallimento della classe politica ed amministrativa regionale ma Digilio ha, putroppo, un pò le idee confuse.