“Il comportamento dei massimi dirigenti di Poste Italiane che hanno disertato l’incontro previsto oggi a Potenza, in Regione, al termine della manifestazione popolare di protesta, è ancora più ingiustificabile perché è in concomitanza con l’avvio dell’operazione di ricarica card idrocarburi che ha fruttato a Poste Italiane in media 10 euro a card in occasione del primo rilascio (circa 3 milioni 300 mila euro) e produrrà altri utili significativi per effetto dell’incarico ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico quale unica società di gestione della carta prepagata”. A sostenerlo è il consigliere regionale Nicola Benedetto, che ha aderito al Centro Democratico.
“E se ciò non bastasse – aggiunge – lo Stato continua a finanziare Poste italiane, pur in presenza di utili considerevoli che, invece di essere impiegati per migliorare i prodotti e i servizi postali, stanno producendo riduzioni e chiusure di uffici in Basilicata e altrove. L’utilizzo della rete da parte di tutti per mandare messaggi e comunicazioni e l’introduzione obbligatoria della posta elettronica certificata in determinati settori sta comportando un ulteriore colpo alle spedizioni cartacee. Ecco perché è facile registrare che Poste Italiane ha scelto strategicamente di rafforzare la sua posizione di Banca piuttosto che quella di vettore postale nazionale con il rischio concreto di ridurre sempre più i servizi nonostante i provvedimenti di aumento delle tariffe a partire da questo mese con l’alibi di compensare la perdita di clientela individuale e di aziende, e l’effetto di un deciso peggioramento del servizio a danno degli utenti costretti, peraltro, a pagare di più per prestazioni di livello inferiore che vogliono dire ritardi e disagi. Ma anche come Banca non va sottovalutato che Poste Italiane raccoglie e gestisce i tradizionali risparmi di numerosissime famiglie lucane e di pensionati se non altro perché gli istituti di credito non hanno sportelli in numerosissimi paesi.
Istituzioni e politica – dice Benedetto – devono pertanto continuare il sostegno alle popolazioni, ai sindacati, alle organizzazioni di categoria degli agricoltori, ai sindaci perché il Governo intervenga nella vertenza avviata ormai da mesi nella nostra regione a tutela soprattutto di cittadini, pensionati, agricoltori, piccoli operatori economici che vivono nelle contrade rurali e nei centri minori che sono i più penalizzati dalle scelte degli amministratori di Poste Italiane”.