Rifiuti, allo studio tre soluzioni per superare le difficoltà
Pallareta, Tricarico, per una fase di transizione, e Tito
Saranno smaltiti con ogni probabilità in una vasca nell’area di Pallareta che era stata destinata alle ceneri dell’inceneritore di Potenza i rifiuti solidi urbani dei comuni del bacino Potenza centro. E’ la prima soluzione discussa nella mattinata di lunedì 8 novembre nel corso di un incontro con i sindaci dei comuni interessati convocato e presieduto dal Presidente della Regione, Vito De Filippo, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, Agatino Mancusi.
L’ipotesi avanzata nel corso della riunione sarà verificata in un incontro che si terrà nel pomeriggio di oggi fra gli uffici regionali, i dirigenti e l’assessore Mancusi, e il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero. In particolare, bisognerà tecnicamente verificare come superare il vincolo della caratterizzazione ambientale in corso nell’area a seguito di un’ordinanza regionale del 2008 per il definitivo ampliamento della discarica di Pallareta. Questa soluzione consentirebbe di avere subito disponibili 10-15 mila metri cubi per coprire 5-6 mesi di attività.
Nelle prossime ore, inoltre, la Regione convocherà un incontro con il sindaco di Tricarico per verificare la disponibilità ad accogliere per l’ultima volta rifiuti del bacino di Potenza Centro in una fase di transizione che non supererà i 15-20 giorni, in cambio di benefit a favore del territorio.
Infine, nei prossimi giorni, si verificherà la proposta del gestore della stazione di trasferenza di Tito che prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di compost grigio e la separazione del rifiuto secco. In tal caso il compost grigio potrebbe essere utilizzato per la sagomatura della discarica di Tito con una disponibilità di 30 mila metri cubi.
“La Basilicata – ha detto De Filippo – non è, nella maniera più assoluta, in una situazione di emergenza. Ma occorre che tutti facciano la loro parte rispettando tempi e modalità delle ordinanze in uno spirito di collaborazione e di solidarietà fra territori”.
“I Comuni del bacino Potenza centro – ha affermato Mancusi – hanno dimostrato grande senso di responsabilità nel tentativo di trovare un percorso comune che ci consenta di superare questa fase complessa. Ora verificheremo tecnicamente le soluzioni prospettate sapendo che già da oggi dobbiamo misurarci con la necessità di rafforzare la raccolta differenziata in tutti i comuni e di accelerare la costruzione di un sistema di impiantistica che ci consenta di gestire il sistema dei rifiuti nel modo migliore per tutelare il territorio e rispettare ancora di più la salute dei cittadini”.
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E’ dal lontano 1986 che Lo Stato non produce più automobili in perdita o panettoni anche essi in perdita, da quel verso, le perdite gravavano direttamente o indirettamente sul bilancio dello Stato.
Considerare i rifiuti , al pari dell’acqua, un “bene primario” e per questo la loro gestione deve essere completamente pubblica, è una riflessione “strana”. I rifiuti non possono essere di Stato.
Di acquedotto, normalmente, c’è ne uno solo per contesto urbano ed è impossibile far scorrere in esso acqua affidata a società diverse, Il risultato è il monopolio ed allora l’acqua deve essere pubblica.
L‘acqua è un bene davvero primario senza di essa si muore e non può essere negata a nessuno.
La munnezza può essere gestita come si vuole, importante che la gestione sia efficiente e può essere fatta anche in “condominio”.
A Matera coesistono , al momento , due situazioni.
Una parte della raccolta è affidata all’A.T.I. (Associazione temporanea di imprese) ed un’altra è eseguita direttamente dal Comune con suoi addetti.
Alla società aggiudicataria del servizio vengono riconosciute delle penali o dei premi sulla base degli obbiettivi programmati se raggiunti o meno.
Il contratto si rinnova a scadenza con normale gara, il servizio viene affidato al miglior offerente.
Tutto è molto semplice e trasparente. Poco efficiente è un’ACTA che per affermazione di fonte sindacale testualmente rileva come “Nel conto è da mettere una struttura, quella dell’Acta, in cui solo la metà della rete di dipendenti è costituita da lavoratori in strada, a contatto con i cittadini,con i problemi e forse sono un po’ troppi i dirigenti “. Significa in parole scarne che ci sono molti direttori d’orchestra, costosi, e molti addetti amministrativi rispetto a quelli che sono per strada a spazzare le strade ed a raccogliere rifiuti.
Certo quell’Acta potrebbe essere stata trasformata in un comodo rifugio occupazionale utile a sopperire alla indiscussa carenza di lavoro. Il collocamento, di sicuro, è stato fatto dando soddisfazione in maniera equilibrata a tutte le aspettative dei vari gruppi politici con equo intervento bi-partisan. Non a caso nessun amministratore ne mette in discussione l’esistenza
Il quadro emerso dalla riunione convocata dal sindaco Santarsiero ed alla quale hanno partecipato i sindaci dell’hinterland ha , semplicemente , del paradossale. L’assessore all’ ambiente della Provincia di Potenza, Macchia ha spiegato che, secondo i dati raccolti dall’ente, se la raccolta differenziata fosse su tutto il territorio al livello imposto dalla legge (dal 30 al 35 per cento) le discariche attualmente attive (tre su sette, ovvero Sant’Arcangelo, Venosa e Lauria) avrebbero volumi utili fino al 2018. il D.Lgs n. 152/06, invece, ha fissato obiettivi diversi che si sarebbero dovuti raggiungere nell’arco di 6 anni dall’entrata in vigore dello stesso. Gli obbiettivi furono indicati in: 35% entro il 31 dicembre 2006, il 45% per la fine del 2008 e per finire al 2012 con il 65%. I suddetti parametri vennero rivisitati con la legge finanziaria del 2007 e che stabilì delle ulteriori tappe intermedie , aumentando di 5 punti per ogni anno dispari; la UE ha dato scadenze diverse fino ad arrivare comunque tutti al 31 dicembre 2012 con il 65% di raccolta differenziata.
Per dirla in maniera semplice, al 31 Dicembre di questo anno la differenziata dovrebbe raggiungere il 55%, in realtà al fine dello scorso anno si raggiunse il 9%. Ciò detto significa che qualora si fossero ottenuti i risultati indicati dalla legge, le discariche sarebbero state sufficienti, con molta probabilità, fino al 2050, almeno. Queste cose il consigliere regionale Romaniello le sa bene, infatti da quanto si è riunita la quinta commissione consiliare permanente, alla metà di Settembre, e vista la legge che abolisce una serie di figure e di enti strumentali regionali e sub- regionali e tra questi l’Ato- rifiuti ha pensato bene di approfondire tutta la problematica relativa alla gestione di rifiuti e presto , completato lo studio, convocherà la commissione di cui è Presidente, così emergeranno le linee di azione.
Ai Comuni compete organizzare e bene la raccolta differenziata e come è noto quella che da migliori risultati è la raccolta porta a porta. Ogni Comune deve adottare quelle misure che ritiene più idonei pur di raggiungere gli obbiettivi imposti. Anche in Basilicata non mancano Comuni particolarmente virtuosi come Montalbano Jonico che attivando una raccolta differenziata porta a porta ha raggiunto il 70%
Tutto il resto compete alle Provincie ed alla Regione, quello che mancano non sono le discariche ne gli inceneritori ma gli impianti di biostabilizzazione per non andare fuori regione a conferire l’umido e per realizzarli non occorre perdere tempo.
Non può essere la ricerca della discarica smarrita l’impegno delle amministrazioni comunali o la speranza di messa in funzione di inceneritori vecchi o nuovi che siano ma quello di raccogliere, differenziare e differenziare ancora.
Si è perso, ormai, anche il significato dei termini: Tito Scalo centro di Trasferenza, a Tito c’è l’ammucchiata dei rifiuti in attesa che si trovi una discarica dove indirizzare i rifiuti “tel quel”, altro che centro di Trasferenza.
Vorrei chiudere con quanto ha detto su FB uno dei tanti Giuseppe ormai emigrato circa il ciclo della munnezza : “Passando per Potenza in questi ultimi giorni me l’ha ricordata. Possibile che in una cittadina come la nostra si possa arrivare a questo degrado? Agli amministratori gli farei fare una passeggiata nei comuni del Veneto per far vedere come si gestisce la raccolta differenziata e quali sono i vantaggi di una ricchezza buttata. Mah non cambierà mai questa città. Un saluto a tutti voi.”
A quanto una gita nel Veneto dove il valore medio della differenziata ha superato il 50% nel 2009 rispetto al nostro misero 9% e con il 67% dei comuni che hanno superato il limite previsto dalla legge rispetto al nostro povero 1,5% ( due comuni: Montalbano Jonico e Montescaglioso?
Pio Abiusi