Prima di salire sul palco del Duni per inaugurare ufficialmente la nuova rassegna teatrale promossa dall’associazione culturale Incompagnia, a cura di Rebecca Raponi e Francesca Lisbona, Lella Costa ha incontrato i giornalisti e il pubblico nel foyer del teatro materano. Ad introdurre l’attrice milanese è Rebecca Raponi, che annuncia il grande successo riscontrato per la campagna abbonamenti aperta agli studenti grazie al contributo del 50% offerto dalla Provincia di Matera. “Grazie alla sensibilità dell’ente gli studenti, che avrebbero pagato l’abbonamento al prezzo ridotto di 60 euro in realtà lo hanno acquistato a 30 euro e circa un centinaio di giovani hanno aderito a promozione. Si tratta di un grande successo che permetterà di avere il teatro sempre pieno per tutti gli appuntamenti previsti in rassegna”. Una notizia che fa felice anche Lella Costa, che sottolinea l’importanza di una iniziativa promossa per avvicinare il pubblico al teatro. Una bella notizia che arriva proprio nel giorno in cui gli operatori culturali protestano per i tagli imposti al settore dal governo Berlusconi. Una scelta paradossale e dolosa in un periodo in cui si riscontra una forte richiesta di teatro nel nostro Paese, sopratutto di quello sperimentale.
Poi Lella Costa risponde alle domande dei giornalisti sullo spettacolo che presenterà sul palco del Duni. “Dopo aver rivisitato l’Amleto, da gennaio del 2009 sono in giro per i teatri italiani con questo nuovo lavoro ispirato ad un altro classico, Otello ed Euridice. Ho scelto un altro capolavoro della letteratura classica perchè credo che oggi non sia il caso di scrivere qualcosa di nuovo. Abbiamo a disposizione una tradizione di tremila anni e credo che sia opportuno puntare ad una lettura in chiave moderna dei testi che hanno scritto i grandi autori classici. Probabilmente la scelta del titolo “Ragazze” con il sottotitolo estratto da un verso di Italo Calvino, “nelle lande scoperchiate del fuori” fa pensare ad un testo dedicato alle donne, in realtà nel monologo affronto il rapporto tra uomo e donna, che molto spesso sfocia nelle incomprensioni”. Lella Costa poi precisa: “Il teatro non deve mai inseguire l’attualità e credo che i contenuti siano facoltativi. Per quanto riguarda la storia di Otello ed Euridice è curioso notare come sino all’Ottocento era sempre Orfeo il personaggio principale evidenziato nelle rappresentazioni, mentre dal Novecento in avanti, con l’affermazione del ruolo della donna nella società civile tutti si concentrano su Euridice.” Amleto e Otello sono due punti di riferimento degli studi classici e non è un caso se a proporli sulla scena è un’attrice milanese orgogliosa di aver frequentato il Liceo Classico. E sono felice di avere a teatro tanti giovani, perchè in queste occasioni hanno la possibilità di apprezzare meglio i testi che vengono imposti sui banchi di scuola e che possono sembrare noiosi.” Che donna emerge dal suo monologo dedicato a Orfeo ed Euridice? “Il testo non evidenzia le caratteristiche di una donna ma punta essenzialmente a far notare la forza delle donne rispetto al potere imposto dagli uomini. Oggi purtroppo la tv e i mezzi di comunicazione di massa puntano ad esaltare una figura femminile che in realtà poi non riscontriamo nella realtà. La stessa cosa potrebbe accadere per l’auditel. Ci sono cinquemila famiglie che sanno di avere questo strumento ma non è detto che tutto quello che guardano loro lo stanno guardando milioni di italiani. Ci sono tante persone che la sera escono e vanno a teatro, a vedere concerti…” Lella Costa è già in “trance” da performance teatrale ma ci tiene ad esprimere il suo punto di vista sulla situazione politica italiana: “Ci sono tante cose che non vanno nel nostro Paese, ma io resto ottimista. Forse sarà quest’aria di Matera che è sicuramente più respirabile rispetto a quella di Milano. Per quanto riguarda i tagli alla cultura ed in particolare al teatro io credo che questo settore non deve essere assistenziale ma voglio ricordare che anche il teatro più virtuoso, con 300 spettacoli in un anno non riesce a campare. Guardate cosa è accaduto a Pompei. Il ministro Bondi ha negato ogni responsabilità ma io sono convinta che se i soldi fossero stati utilizzati nella maniera migliore non ci troveremmo in questa situazione. Probabilmente se vendessimo Pompei ai giapponesi andrebbe meglio…” Il guaio è che in Italia la visibilità personale conta di più di tutto. Dovremmo avere un capo di governo che si sacrifica per la nostra nazione ed invece ci ritroviamo in un Paese in cui la gente si sacrifica per il presidente del consiglio.” Lella Costa è un fiume in piena e il suo spettacolo deve ancora cominciare…
Michele Capolupo
pirato Lella Costa ed il suo “Ragazze, nelle lande scoperchiate del fuori”.
A dispetto di un profilo professionale ineccepibile – è laureata in lettere e diplomata all’accademia dei Filodrammatici di Milano – Lella Costa vanta una corposissima carriera teatrale e televisiva ricca di spunti informali e spesso intelligentemente trasgressivi, che trovano la migliore forma artistica nei suoi celeberrimi monologhi, tra cui appunto il “Ragazze” che porta con successo nei teatri d’Italia dal 2009 e che rappresenta “una folgorante, ironica disamina sul femminile, sulla fatica ed il coraggio di essere donna” (Simona Spaventa, Repubblica). La forza femminile congenita nel suo ruolo artistico la rende pertanto portavoce ideale di una ribellione culturale che intende porre fine alla “emergenza etica” dettata dagli stereotipi così in voga in questo primo decennio, con il trionfo delle veline e delle donne-oggetto. “Lella Costa interpreta una carrellata di personaggi in dialogo tra loro per presentare le mille sfaccettature dell’animo femminile: ragazze senza pari, protagoniste dell’immaginario collettivo che animano la nostra vita e la nostra memoria, testimoni o responsabili di fatti eclatanti come pure di una quotidiana resistenza” (Il Resto del Carlino).
Scheda Artistica
Mi piace seguire alcuni fili di narrazione, che spesso coincidono con degli autori – Shakespeare, Eliot, Calvino. E se Alice finiva con una premonizione inconsapevole (“se c’é un tempo per dormire e uno per morire-forse c’é anche un tempo infinito per sognare”), Amleto cominciava con una sorta di parafrasi dello stesso celeberrimo verso (“Esplodere o implodere, questo é il problema”). Calvino, appunto. E ancora da Calvino, attraverso la citazione appassionata che me ne ha regalato un’amica pittrice, ha cominciato a prender forma questo nuovo spettacolo: da quella sua Euridice “altra”, che sotto lo sguardo protettivo e vagamente ottuso di un uomo assai potente – un dio, nientemeno – che proprio non se ne fa una ragione, si ostina a voler abbandonare la sicurezza di una casa per avventurarsi nelle “le lande desolate del fuori”. Folgorante a confermare (vedi Traviata) come lo sguardo maschile, quando é “buono”, a volte sappia leggerci addirittura meglio di noi stesse.
E’ questo che vorrei provare a raccontare-questo andare, incerto ma inesorabile, questo voler esplorare e partire e mettersi in gioco e capire, questo continuo sfidare e chiedere conto e pretendere rigore e rispetto e coerenza ( “il talento delle donne sperdutamente amate/l’innocenza con cui puniscono per le cose mai avverate”: anche Fossati é un buon compagno di strada…); la fatica e la leggerezza, il dolore, lo sgomento, la rabbia, i desideri, “l’arme e gli amori”-cortesie pochine, temo; la testardaggine, l’autoironia, il magonismo terminale, la sorellanza che forse é perfino più inquieta della fratellanza; la violenza, ahimé, inevitabilmente; e l’inviolabilità, anche, possibilmente. Euridice e le altre, nei secoli protagoniste o (e?) testimoni di uxoricidi impuniti e vessazioni quotidiane, di espropriazioni subdole e continue, di gesti eroici e delitti inauditi, e di quel costante, incoercibile, formidabile accanimento terapeutico nei confronti del futuro. Euridice e le altre, sicuramente non tutte ma molte – le “ragazze senza pari” che abitano, e animano, la nostra vita e la nostra memoria. E che, compatibilmente con il mondo, riescono ad essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche.
Non riesco a dirvi altro, per ora – scrivo queste righe molti mesi prima di cominciare a lavorare concretamente allo spettacolo, con i miei complici abituali. A tuttoggi non sono neanche tanto sicura del titolo- “Ragazze”, magari? o é meglio “Euridice e le altre”? e perché non proprio “Le lande desolate del fuori”? Sarei tentata di indire una consultazione elettorale, ma qualcosa mi trattiene, chissà come mai. Ho idea che mi limiterò a chiedere il parere delle donne che incontro: se l’ha capito perfino Ligabue, dev’essere proprio vero. Le donne lo sanno. Che bello ascoltarle.
Lella Costa
Gli spettacoli della Rassegna Teatrale
12.11.2010 – sipario ore 20:30
Lella Costa: “Ragazze – Nelle lande scoperchiate del fuori”
24.11.2010 – sipario ore 20:30
Vladimir Luxuria: “Persone naturali e strafottenti”
10.12.2010 – sipario ore 20:30
Claudio Santamaria: “La notte poco prima della foresta”
20.01.2011 – sipario ore 20:30
Luciano Virgilio e Anna Maria Guarnieri: “Antonio e Cleopatra alle corse”
30.01.2011 – sipario ore 17:30
Paolo Rossi: “Mistero Buffo di Dario Fo – nell’umile versione pop”
10.02.2011 – sipario ore 20:30
Simone Cristicchi: “Li Romani in Russia – racconto di una guerra a millanta mila miglia”
20.02.2011 – sipario ore 17:30
Nicoletta Braschi: “Tradimenti”
10.03.2011 – sipario ore 20:30
Ambra Angiolini e Piergiorgio Bellocchio: “I pugni in tasca”
24.03.2011 – sipario ore 20:30
Alessio Boni: “Realtà e verità. Una serata per Pasolini”