Mario Venezia Il Consigliere regionale Mari Venezia torna ad occuparsi della Sanità lucana ed in particolare dei tempi di risposta dei mezzi di soccorso del 118 in Basilicata. Di seguito la nota integrale
Un miliardo di euro per 29 minuti di attesa.
Il Corriere della Sera dell’11 gennaio scorso ha fornito l’ennesimo dato negativo per la Basilicata, collocata nel 2011 ( secondo i dati del Ministero della Salute ) penultima tra le regioni italiane relativamente alla velocità di risposta dei mezzi di soccorso sanitario.
La media di tempo che intercorre tra la chiamata di soccorso e l’arrivo sul posto dell’ambulanza è stata, per il 2011, di 29 minuti che, al saldo dell’analisi dell’ultima arrivata, la Toscana, risulta essere in ultima istanza il dato più negativo d’Italia. Sorge spontaneo il paradosso nell’avere una spesa pubblica sanitaria regionale di un miliardo e venticinque milioni di euro a fronte di un dato negativo così grave.
Assessore Martorano come credere al vostro slogan:”Ammalarsi meno per curarsi meglio” se con questi tempi di intervento è più probabile che il paziente muoia prima dell’arrivo dei soccorsi? E poi, Assessore Martorano, perché questi dati statistici importanti non sono stati pubblicati sul sito internet di Basilicata Soccorso 118?
È un rapporto inversamente proporzionale quello che caratterizza la comunicazione web della Regione Basilicata con uno spazio informatico riservato alle comunicazioni istituzionali intasato di sigle ma scarno di contenuti. L’agognata e-democracy è lontana dalla realizzazione, perché oltre alla difficile tracciabilità di tanti atti amministrativi evasi dalla Giunta Regionale o dalle dirigenze di dipartimento, è soprattutto nel settore della tutela ambientale che la Basilicata conserva la maglia nera d’Italia. I siti internet di: Acqua s.p.a., Acquedotto Lucano, S.E.L., Arpab, Alsia, Agrobios hanno un costo annuo davvero elevato per il loro mantenimento ed aggiornamento tuttavia, a questa intasatura informatica, non corrisponde una reale informazione, infatti risulta impossibile ricavare i dati relativi allo stato di salute del territorio lucano. Non aggiornati o non chiari sono quelli riferiti alle acque interne e costiere della regione, dagli invasi ai fiumi fino allo stato di funzionamento dei depuratori. I dati dell’inquinamento radioattivo, elettromagnetico ed acustico neanche compaiono. La maggior parte delle cifre disponibili sono aggiornate a non oltre il 2006. Per il cittadino lucano è, altresì, impossibile sapere se la propria regione monitori o meno l’utilizzo indiscriminato dei pesticidi o il ricorso a mangimi e sementi OGM. Gli agricoltori non hanno una panoramica completa né degli attacchi parassitari né dello stato di salute delle falde acquifere. Gli apicoltori denunciano la moria delle loro api dovuta a fattori artificiali, tuttavia non vi è alcun controllo sulle campagne antiparassitarie svolte illegalmente durante il periodo della fioritura. Un vero danno alla libertà ed alla trasparenza dell’informazione oltre che alla salute del territorio e dei cittadini lucani. A riprova di quanto affermato basta visionare i bollettini informativi dell’I.S.P.R.A. ( Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ) che riportano, per il 2008, dei dati preoccupanti per la Basilicata. Sempre l’I.S.P.R.A. segnala, per l’anno 2007, un quantitativo di rifiuti pericolosi pari a 8.789 tonnellate che passano a 18.876 nel 2008, con un aumento superiore al 100%. In aggiunta si verifica una diminuzione della quantità di rifiuti incenerita e coincenerita, a fronte di un’ attività estrattiva che aggiunge ulteriori prodotti di scarto a quelli già importati da fuori regione. Che fine fanno i rifiuti speciali e pericolosi stoccati in Basilicata? È accettabile che per trattare questioni cruciali, quale quella dei rifiuti per cui la Regione Basilicata non ha ancora un piano specifico di gestione, occorre aspettare i dati nazionali, difficili da nascondere sotto il tappeto? La tanto sbandierata “innovazione continua” di De Filippo stenta a decollare, perché di nuovo, vi sono solo i continui problemi ambientali e la costante carenza d’informazione.
Tanti interrogativi per una politica regionale ricca di inutili proclami ma seriamente pericolosa per la nostra regione.
Povera Basilicata.
Mario Venezia, Consigliere regionale
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