“Si stet p’nd’ddet”. E’ questo il nome della nuova commedia in vernacolo materano che la compagnia teatrale “la frasciar”, legata all’Associazione culturale amatoriale “Il Teatro del Carro Parlante” porterà in scena al Teatro Duni di Matera il 3 e 4 dicembre a partire dalle 20,30. La Compagnia ha scelto un nome prettamente materano, “la frasciar” ovvero il braciere che è sinonimo di quanto “calore” tiene legati tutti i componenti. La compagnia teatrale registra per questa commedia l’ingresso di sette nuovi attori e ruota intorno all’attrice regina Anna Cimarrusti, molto brava nel rappresentare quella femminilità materana che richiama alla memoria la vita familiare che era propria nelle grotte utilizzate per abitare nei Sassi. La commedia si sviluppa in una trama accattivante e avvincente relativa alla scelta del nome da dare al primogenito che per tradizione deve essere quello del padre o della madre dei genitori.
“Il nostro obiettivo –spiega la Cimarrusti che interpreta il ruolo di Nannina – è quello di proseguire il nostro progetto teatrale riportando in scena le nostre tradizioni. Abbiamo preso spunto da un’opera siciliana e anche grazie ai sette nuovi attori cerchiamo di mettere in evidenza il comportamento della famiglia quando deve dare il nome al primogenito. Oggi è vero che ci sono le innovazioni e che non si tiene conto più di questo, ma devo dire che si ritorna sempre alle origini. La facoltà di scegliere il nome spetta sempre ai genitori, senza imposizioni. Il rispetto nei confronti dei genitori paterni e materni c’è sempre. Questa commedia vuole essere una provocazione. Il nostro obiettivo è di far riflettere il pubblico su che cosa stiamo facendo”
Lina Di Cuia nel ruolo di Felicetta: “E’ un ruolo pesante e per me è la prima volta sul palco. Ho voluto sfidare me stessa e mi auguro di interpretare al meglio il mio ruolo. Sicuramente dopo questa prima esperienza mi sento arricchita”.
Tina D’Ercole nel ruolo di Ninetta : “Volevo fare un’esperienza sul palco e devo ringraziare il regista Gianfranco Ferrara che mi ha aiutato molto pur lasciandomi ampio spazio d’azione. Sono contenta e mi auguro di aver dato il mio contributo per la riuscita della commedia”.
Antonio di Cuia nel ruolo di Tonino: “ Per me è un’emozione anche perché non sono materano. E’ una nuova esperienza molto bella e con la compgnia mi sono sentito uno di famiglia”.
Franco Montemurro nel ruolo di Don Biagino: “Mi sono divertito e mi diverto ancora. Siamo una compagnia democratica. Dopo “il diario scolastico” questo è stato un lavoro impegnativo.
Il regista Gianfranco Ferrara: “ E’ stato un copione elaborato da tutti. Ognuno si è scritto la propria parte. Si è lavorato con entusiamo cercando di dare una chance ad ognuno di loro. La commedia è tratta da un lavoro di Rosolino Randazzo in tre atti e tradotto da tutti gli attori. Sono molto soddisfatto”
Antonio Valente, sulla scena Rocco: “Abbiamo aggiunto un personaggio di Pisticci ed io sono di Pisticci, che rappresenta un po’ la grande provincia che non si discosta dalle tradizioni. Mi sono calato, e presumo bene, nei panni del personaggio”.
Ottavio Gurrado, attore e addetto stampa dell’Associazione: “ Con questa commedia diamo continuità al nostro pensiero filosofico e alle finalità che questa associazione si è prefissata dall’inizio. La memoria delle situazioni familiari e sociali del passato. Dalle scene vogliamo simpaticamente sorprendere tutti”.
Ecco tutti gli interpreti: Giuliano Chietera, Anna Cimarrusti, Antonio Di Cuia, Vincenzo Antezza, Lina Di Cuia, Maria Cifarelli, Antonio Valente, Giuseppe Di Cuia, Tina D’Ercole, Anna Di Cuia Ivana Chietera, Franco Montemurro, Gina Di Lecce. Regista: Gianfranco Ferrara.
Carlo Abbatino
La scheda dello spettacolo teatrale
“Si Stet P’nd’ddet?” -opera teatrale in vernacolo teatrale ispirata al lavoro siciliano “La fine di Procopio”
L’Associazione CulturaleAmatoriale “Il Teatro del Carro Parlante” presenta la Compagnia teatrale “la frasciar”; un nome che rimanda, almeno per le generazioni fino agli anni sessanta, a vecchi ricordi, quando,
nelle sere d’inverno, raccolti intorno alla frasciar, si ascoltavano storie e aneddoti raccontati dagli anziani.
Le serate trascorrevano piacevolmente, la frasciar riscaldava i presenti e l’odore delle bucce, delle arance e dei limoni, buttate sulla carbonella, profumava la casa.
Intento dei componenti del Teatro del Carro Parlante, chiamando “la frasciar” la propria
compagnia teatrale, è quello di far rivivere quei momenti e di farli conoscere ai più giovani, che hanno solo sentito menzionare il nome di questo attrezzo da riscaldamento e da cucina, tipico della memoria storica materana.
Quante volte ci è capitato, nella nostra Matera, di sentire o di assistere a serrati e, a volte astiosi confronti tra familiari e parent sulla scelta e l’attribuzione del nome al nascituro, avvelenati da palesi violazioni alla tradizione di un tempo che quasi imponeva di chiamare il neonato come il padre o la madre dei genitori?
Già sorridete, scuotendo il capo e allargate le braccia, nel ricordare quanti Saverio, Paola, Maria Sorja (Maria Rosaria), Bruna ed Eustachio, di zio Nicola, di zia Chiarina e di zia Lellina seguivano quella consuetudine accettata a volte con entusiasmo, a volte in maniera forzosa, ma che salvava equilibri e pace familiare.
Ma non sempre prevalevano buon senso e rispetto per il desiderio-volere dei genitori, che si guadagnavano, nel nome dato al nascituro, la continuità di essere ricordati. Talvolta per scelta, amore e mode o, per ripicca verso impegni non mantenuti (spesso si trattava di interesse), le giovani coppie preferivano fare di testa propria e battezzavano l’erede con nomi nuovi, infischiandosene della minaccia di essere diseredati o di essere messi alla porta.
E’ proprio questo il tema di “Si Stet P’nd’ddet?” (Sei stato predestinato? … nella scelta del nome). Il nuovo lavoro teatrale della compagnia “la frasciar”- Associazione Culturale del Carro Parlante che si è ispirata liberamente a fatti accaduti, offrendo spunti di riflessione al dbattito tra situazioni paradossali e inviti a lasciar fare al buon senso. Gli attori, guidati dal regista e sceneggiatore Gianfranco Ferrara, ci fanno comprendere, in tre atti,
quante pene, ma anche quante soddisfazioni, porta la nascita di un neonato. E se poi i figli vivono, per necessità, nella stessa casa dei genitori, la situazione si complica. “Si Stet P’nd’ddet?” parte da qui, con le inevitabili frizioni tra padre e figlio, nuora e suocera, consuoceri, fino al giorno della nascita del bambino. Tutti felici?
Nemmeno per sogno! Procopio non digerisce che il nipote non porti il suo nome.
Il nonno si rode e si corrode fino al giorno del battesimo, in attesa della svolta finale.