Si è svolto nella sala consiliare della Provincia di Matera, dedicata alla “Memoria e al Ricordo” delle vittime dell’Olocausto il convegno: “Capire e sentire la banalità del male. In memoria della Shoah”.
Un incontro pubblico promosso e organizzato dall’associazione Gai Giovani artisti italiani Provincia di Matera, con il coordinamento del presidente del Consiglio Aldo Chietera, che proverà a riflettere su uno degli eventi più nefasti della storia mondiale. Attraverso l’arte e le testimonianze di chi ha vissuto l’orrore dei campi di sterminio si celebrerà il ricordo della XIII Giornata della Memoria.
All’incontro, dopo i saluti del prefetto di Matera Luigi Pizzi, del presidente della Provincia di Matera Franco Stella e del presidente del Consiglio Aldo Chietera, ha partecipato il presidente dell’Unitep Antonio Pellecchia. Con Saba Ercole dell’associazione “La Scatola blu”, Lucrezia Merolla dell’istituto Suzuki, Giuseppe Pecora dell’associazione “Officine Ludike” e il referente tecnico del Gai Provincia di Matera Maristella Trombetta, è stato trattato il tema del genocidio attraverso i linguaggi artistici del cinema di animazione, della musica e del fumetto.
Al convegno erano presenti anche alcuni sopravvissuti ai campi di sterminio che, dopo avere raccontato la propria storia, sono stati insigniti della medaglia d’onore dal prefetto di Matera Luigi Pizzi.
Le medaglie d’onore sono conferite dal Capo dello Stato ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.
A Matera la medaglia d’oro è stata consegnata a Domenica Schiavone in memoria del coniuge Giuseppe Scammacca e a Francesco Spurio.
L’incontro è stato arricchito da un intermezzo musicale di Giovanni Loiudice, violoncello, e Lucrezia Merolla, pianoforte, che eseguiranno dei brani dal concerto “Come la neve quando cade”. Un laboratorio e un’estemporanea di fumetto sono stati realizzati da Danilo Barbarinaldi dell’associazione “Officine Ludike”.
Giornata della Memoria, intervento del Presidente della Provincia di Matera Franco Stella.
Lo sterminio del popolo ebraico (la Shoah) ha segnato una frattura indelebile fra la storia e il genere umano. All’indomani dell’apertura dei cancelli di Auschwitz fu chiaro che nulla di simile avrebbe dovuto più prendere forma, l’uomo non sarebbe più stato strumento del Male o spettatore inerme della sua più aberrante manifestazione.
Partendo dalla cesura storica che la Shoah rappresenta, le Nazioni Unite nel 1948 promulgarono la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, il cui primo articolo, “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali, in dignità e diritti”, ne è il fondamento. Statuto di una Europa incentrata sui valori del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona.
E in un momento di crisi quale è quello che stiamo vivendo diventa importante tenere presenti le radici e i valori sui quali si fonda il nostro vivere civile. Perché la crisi può essere anche una risorsa, una opportunità e una occasione di riflessione e di verifica.
Al contempo occorre tenere d’occhio le storture razziste e xenofobe che proprio in momenti di difficoltà possono emergere e prendere il sopravvento. Perché ai confini della ragionevolezza c’è la sensazione che l’altro, l’estraneo, sia un nemico, una minaccia. Invece, “banalmente”, si tratta di ignoranza, quella non conoscenza che genera pregiudizio quindi paura e intolleranza. Sentimenti che portarono la Germania di Hitler al potere segnando l’inizio della fine.
Noi tutti dobbiamo darci da fare, oggi più di ieri, per raggiungere la libertà dalla ignoranza e dal pregiudizio. Come disse Martin Luter King: “Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui smettiamo di parlare delle cose che contano. Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.” Dobbiamo agire e fare la differenza, perché ognuno di noi possiede il potenziale per essere agente di cambiamento e fare la cosa giusta per migliorare il mondo nonostante le critiche di coloro che nutrono sentimenti di odio. Costruiamo una nuova generazione che creda che il progresso della civiltà umana sia compito di tutti e che le cose più sacre siano l’umanità e la libertà. Nel celebrare la Giornata della Memoria la speranza è sempre la stessa: che da una tale tragedia possa rivelarsi la determinazione del genere umano ad affrontare le sfide della vita e a uscirne rafforzati, non indeboliti. Perché se l’odio è cecità, malattia cronica e distruttiva, la pace è rispetto, dialogo aperto, è Umanità.
CHE SIA SEMPRE UN MONITO PER LA GENERAZIONE FUTURA ,RACCONTANDO LA STORIA SENZA
DISTORCERE LA VERITA .