Basilicata Innovazione ha coordinato un’attività di ricerca finalizzata a realizzare un’architettura informatica per applicazioni di realtà aumentata. Il progetto ha coinvolto nella fase iniziale 8 imprese, ma ci sono già altre imprese interessate.
Nasce un nuovo tool informatico che consente di sfruttare al meglio le potenzialità della “realtà aumentata”, la tecnologia che “mescola” reale e virtuale, ampliando le nostre normali capacità percettive. L’iniziativa è stata avviata qualche mese fa con il coordinamento di Basilicata Innovazione che, nella fase iniziale, ha raccolto l’interesse di 8 aziende lucane specializzate in informatica, editoria e tecnologie applicate ai beni culturali. Il progetto ha inoltre coinvolto, per la parte tecnico-scientifica, il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari “Aldo Moro”.
I ricercatori hanno lavorato con le imprese a un nuovo framework per applicazioni destinate in particolar modo ai dispositivi mobili. “La realtà aumentata – spiega il professor Giovanni Semeraro dell’ateneo barese – trova un interessante ambito di applicazione sugli smartphone di ultima generazione, come Android e iPhone, grazie alla disponibilità di dispositivi sempre più piccoli e potenti”. Inquadrando l’ambiente circostante con un telefonino (ma lo stesso vale per altri tipi di dispositivi, come i tablet) si individuano dei precisi punti di riferimento, chiamati marker, sui quali vengono sovrapposti in tempo reale immagini, filmati, animazioni 3D e altri contenuti virtuali che forniscono informazioni aggiuntive rispetto a quanto visibile a occhio nudo e consentono anche di “taggare” luoghi ed interagire con il web. “Sono stati sviluppati e testati – continua Semeraro – sistemi per il riconoscimento delle immagini con o senza l’utilizzo di marker ovvero basati su marker 2D-3D, testuali, multimediali e georeferenziati, ma anche su tecniche di Computer Vision”. Moltissime le ricadute applicative, che spaziano dalla pubblicità, alla domotica, dalla sicurezza al turismo, come sottolinea Andrea Trevisi di Basilicata Innovazione: “La realtà aumentata è una tecnologia trasversale, che può portare concreti benefici in termini di innovazione a molte aziende, non solo quelle informatiche, integrando le funzionalità di prodotti già esistenti e favorendo la diversificazione e l’accesso a nuovi mercati”.
Diverse le realtà che stanno già sperimentando il nuovo framework. Una delle imprese coinvolte nel progetto, la Diòtima di Matera, attiva nel settore editoriale, sta utilizzando la piattaforma per realizzare una applicazione destinata alla fruizione del patrimonio turistico museale di Roma. “Ma non solo – fa sapere Vito Epifania, project manager della società – abbiamo in cantiere anche il prototipo di un tool per la produzione di manualistica per la manutenzione di impianti industriali e un innovativo tipo di e-book che integri le funzionalità ordinarie con contenuti di realtà aumentata”. La Ingloba 360, società ICT di Matera, sta invece sviluppando alcune idee nel campo del monitoraggio e della tutela ambientale. “Si tratta di applicazioni – spiega l’ing. Edoardo Celiberti, amministratore dell’azienda – che agevolano gli operatori durante gli interventi di prevenzione o lotta ai rischi ambientali, oppure durante l’addestramento. Ad esempio – continua – occhiali dotati di mini schermi LCD che nel caso di incendi boschivi consentono di conoscere attraverso la realtà aumentata l’orografia del territorio anche in un punto immerso nel fumo”. In questi giorni, inoltre, ha manifestato interesse per il nuovo strumento anche la cooperativa potentina Le Petit Prince, vincitrice assieme ad altre 3 società della gara di appalto per la gestione della Mediateca di Matera. L’amministratore Claudio Paternò vorrebbe testarlo per realizzare una app di realtà aumentata destinata alla fruizione di beni culturali.