Il critico d’arte Vittorio Sgarbi è indagato dalla procura di Marsala per aver trasferito le opere realizzate dall’artista Cesare Inzerillo per il Museo della Follia da Salemi, centro della provincia di Trapani in cui Sgarbi è stato sindaco prima che il Consiglio comunale fosse sciolto per infiltrazioni mafiose, a Matera. La mostra, allestita nel convicinio di Sant’Antonio, nel Sasso Caveoso, fu inaugurata il 18 agosto scorso e al vernissage partecipò anche Vittorio Sgarbi. Un’iniziativa che non è stata accolta con entusiasmo da Salemi, anche perchè il museo della Follia era stato concepito per il Comune di Salemi e finanziato dal centro siciliano con 102 mila euro. Per i commissari straordinari siciliani si tratterebbe di uno “scippo” di opere d’arte mentre Sgarbi ritiene che quelle opere sono tutelate dal diritto d’autore e quindi sono sue. Il Comune di Salemi non è dello stesso avviso e ha deciso di querelare Sgarbi dinanzi al Tribunale civile mentre la Procura di Marsala lo ha iscritto nel registro degli indagati.
Nel blog siciliano “Nebrodi e dintorni” è pubblicata la difesa del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Sulle opere d´arte realizzate dall´artista Cesare Inzerillo per il Museo della Follia di Matera, adesso reclamate dai commissari straordinari di Salemi, e sull´avviso di conclusione delle indagini notificato dalla Procura della Repubblica di Marsala per un’asserita omissione d’atti d´ufficio relativa agli immobili del centro storico di Salemi distrutti dal terremoto del 1968, si osserva quanto segue:
1) «Io non ho nessuna statua di Cesare Inzerillo. Il fatto non riguarda me ma l´artista. Io ho semplicemte indicato la necessità di realizzare un Museo che non avesse sede a Salemi, ma a Matera. I commissari prefettizi devono parlare con Matera, e se vogliono qualcosa indietro la chiedano pure ad Inzerillo. Pertanto, ritenuta la falsità della notizia, mi sono visto costretto -anche per tutelare la mia onorabilità- a conferire mandato al mio legale di denunciare tutti i responsabili per calunnia e/o per diffamazione»;
2) Sull´inchiesta della Procura di Marsala relativa ad una presunta omissione di atti d´ufficio per la messa in sicurezza della case del centro storico, evidenzio che si tratta di un’inchiesta grottesca atteso che la legge stabilisce, inequivocabilmente, che il recupero e la messa in sicurezza delle case distrutte dal terremoto del 1968 è di esclusiva pertinenza dello Stato centrale. Ad ogni modo, osservo che per 40 anni nessuno – compresa la Procura inquirente – si è preoccupato delle case abbandonate del centro storico di Salemi.
Oggi, incredibile, si vorrebbe colpire, chi, quelle case, con un progetto di cui ha parlato tutto il mondo, ha tentato di recuperarle. Quindi – contrariamente a quanto scrive oggi l’articolista – nessuna richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti da parte del Pubblico Ministero, ma solo la notifica dell’avviso conclusione indagini, al quale posso oppormi chiedendo di essere sentito, con possibilità di richiesta di archiviazione; ad ogni buon conto, per questa ed unica indagine, risulto indagato dalla Procura di Marsala per una semplice contravvenzione. Per altro verso, in ordine all’asserita omissione di atti d’ufficio, specifico di non aver ricevuto, a tutt’oggi, alcuna comunicazione. Ne discende la violazione del segreto investigativo da parte di tutti coloro che scrivono queste cose – false – che, in ogni caso, danneggiano la mia privacy ed il mio onore e decoro. Infine, rilevo che il magistrato titolare dell´indagine circa l’asserita contravvenzione contestatami è il dr. Dino Petralia, più volte indicato come probabile candidato al Parlamento nelle file del centrosinistra»