Antonio Montemurro, Claudia Passarelli, Domenico Orlandi, Giulia Cifarelli, Francesco Andrisani, Francesco Palomba, Franco Burgi, Laura Matera, Manuela Lorusso, Margherita Arrè, Marianna Miglionico, Mario Salluce, Maurizio Cicchetti, Nunzia Scorca, Rocco Cascini, Rocco Mazzei, Saverio Mastronardi, Saverio Pietracito e dal cielo Eus Lunalbi. La squadra di Talìa Teatro regala un altro capolavoro al pubblico del Duni con l’adattamento in vernacolo materano di Paccij, ispirata a “Il medico dei pazzi”, la commedia scritta nel 1908 da Edoardo Scarpetta. Nella versione materana il regista e attore principe dello spettacolo teatrale Antonio Montemurro immagina la presenza a Napoli una pensione Stella che per giustificare la perdita al gioco dei soldi di Ciccillo Sciosciammocca, interpretato da un brillante Franco Burgi, è presentata allo zio Felice, figura chiave della commedia nella quale si cimenta con grande personalità il deus ex machina di Talìa Teatro Antonio Montemurro, come il manicomio nel quale è stato assunto dopo una laurea che in realtà non è mai stata conseguita. Gli ospiti della pensione Stella vengono quindi presentati dal nipote allo zio come tanti pazzi: c’è Nicolino Scapece, il guappo di quartiere (Maurizio Cicchetti), il violinista Enrico Pastetta (Rocco Cascini), una coppia gelosa composta da Elena (Manuela Lorusso) e Alfonso (Francesco Paolo Andrisani), una vedova inconsolabile (Margherita Arrè), il giornalista Luigi (Mario Salluce), un attore filodrammatico (Rocco Mazzei), un maresciallo dell’esercito (Saverio Pietracito), Donna Amalia, la padrona della pensione Stella (Giulia Cifarelli) e sua figlia Rosina, troppo timida per trovare l’anima gemella (Laura Matera), don Carlo, il direttore dell’albergo interpretato magistralmente da Domenico Orlandi e considerato da Felice Sciosciammocca un simpatizzante. L’unico sano di mente è il cameriere Peppino (Saverio Mastronardi). Francesco Palomba è Michele, l’amico di Ciccillo Scosciammocca mentre Claudia Passarelli sulla scena interprata il ruolo di Nannina, la figlia di Felice Sciosciamocca e della passeggiatrice. Nunzia Scorca regala una performance straordinaria nel ruolo di Concetta, la moglie di Felice. Le divertenti scenette provocate dall’equivoco sul quale è costruita la commedia permette a Talìa Teatro di trasmettere al pubblico un altro messaggio forte: è difficile distinguere uno pazzo da uno sano. “Sono sani, si domanda ad alta voce Antonio Montemurro, quelli che fanno le guerre, quelli che hanno tanti soldi e non sanno come spenderli, quelli che non hanno mai dubbi? Posso dire quindi che la pazzia è bella, è fantasia, è libertà! Poi arriva il ricordo di Eus Lunalbi, attore e autore anche di questa scenografia dedicata a Paccij che un mese fa è salito al cielo senza salutare. Eus si sarà sicuramente divertito da lassù. Quindi Antonio Montemurro sottolinea la finalità di questo nuovo spettacolo di Talìa Teatro. Va bene il teatro che fa ridere ma credo che se metti un cesso sul palco si ride facilmente anche se a me sinceramente ci sarebbe da piangere. Infine il ringraziamento va a Margherita Arrà, che nella compagnia svolge il ruolo prezioso della trovarobista, una figura classica del teatro scarpettiano. “Margherita è in grado di trovare qualsiasi oggetto che potrebbe servire per arricchire la scenografia ma puntualmente ci dimentichiamo di inserirla nella brochure”.
Con questa commedia, ispirata a quella scritta da Scarpetta, in realtà vogliamo lanciare un messaggio educativo per dimostrare che il teatro permette di lanciare messaggi educativi. La prima replica è prevista nella serata di martedì 7 novembre, la seconda è fissata per il 3 gennaio 2011 mentre quella programmata per venerdì 25 febbraio sarà spostata a domenica pomeriggio del 27 febbraio, in modo da dare la possibilità agli anziani di assistere allo spettacolo in un orario più comodo rispetto a quello serale.
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata alla commedia Paccij
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