Gli operatori commerciali di piazza San Rocco e delle vie circostanti tutti uniti per dare un importante contributo e la svolta decisiva a rendere i loro quartieri più vivibili, combattere lo spopolamento, l’incuria e l’abbandono e quindi ridare dignità e vita a tutto un rione che un tempo era punto di riferimento per la storia e la civiltà del paese, per la presenza di chiese, organismi associativi ed esercizi commerciali. E notizie confortanti provengono anche sullo stato di stabilità della Chiesa di San Rocco, edificata nel 1932 su progetto del celebre architetto pisticcese Bruno Ernesto La Padula. Secondo le valutazioni di un tecnico del luogo, l’ing. Giuseppe Di Tursi, il tempio non presenterebbe, infatti, particolari problemi, se non delle crepe interne, per cui potrebbe essere riaperto al culto, dopo i relativi interventi. Il Gruppo Folk La Pachianella, intanto, proprio in collaborazione con esercenti e operatori commerciali d Piazza Plebiscito, hanno organizzato una serata tutta in rosa, con saracinesche alzate fino a tardi, nonostante l’inclemenza del tempo, aprendo di fatto il carnevale pisticcese e quindi esponendo e offrendo gratuitamente al numeroso pubblico la loro migliore produzione in fatto di gastronomia locali. Distribuiti al numeroso pubblico abbondanti. razioni di carne di vitello in pastorale, cavatelli e fagioli, salumi, bruschette, legumi, latticini, formaggi, frutta, il tutto innaffiato da abbondanti libagioni di vino rosso locale, come nella migliore tradizione pisticcese. Non sono poi mancati i balli in maschera, i canti, i suoni antichi e moderni, le danze, le coreografie tipiche del carnevale, uno spettacolo nello spettacolo animato dalla sapiente regia di Pinuccio Adduci, storico presidente de La Pacchianella. Commercianti e gruppo folk dunque a braccetto ed in perfetta simbiosi che hanno dimostrato con i fatti che, quando si opera per il bene e il progresso del proprio paese, i risultati pagano sempre in positivo. Un esempio questo da imitare per perseguire il nobile fine del riscatto del territorio dall’apatia, dalla indifferenza e dallo stato di abbandono in cui rischia di cadere.
Giuseppe Coniglio