“Un po’ tardivo il riconoscimento del Ministro all’Agricoltura Catania, candidato dell’Udc, sulla “insostenibilità” dell’IMU in alcune aree agricole del Sud. Che abbia deciso di scavalcare Berlusconi nella propaganda elettorale?”. Lo chiede Nicola Benedetto, capolista al Senato per il Centro Democratico, sottolineando che “per i terreni agricoli, dai dati Coldiretti, risultano versati già 534 milioni, ossia ben 127 milioni oltre il gettito previsto, mentre non sono ancora disponibili i dati sui fabbricati strumentali il cui accatastamento era da completare entro il 30 novembre. Il ministro Catania si era impegnato a riunire le associazioni agricole per fornire i dati del gettito e riformulare i coefficienti, ma ciò non è ancora accaduto. Invitiamo, quindi, il Ministro a stoppare la campagna elettorale per dedicarsi alle funzioni istituzionali rispettando il suo impegno, anche perché ci sono notevoli problemi per le imprese ad accedere all’Agenzia del Territorio per completare le procedure di accatastamento. Il rischio che per gli agricoltori possano scattare sanzioni pesantissime, purtroppo, è più che reale” .
Nel ricordare, inoltre, che la Cia ha sollecitato un incontro urgente al Ministro dell’Economia e all’Anci per evitare che ci siano nuovi contenziosi con i Comuni in relazione ai pagamenti dell’Imu e dell’Ici per gli anni passati, Benedetto sottolinea che “da più parti è stato fatto notare che una questione del genere coinvolge anche l’Irpef, visto che il reddito dominicale dei terreni non affittati deve essere assoggettato all’imposta sui redditi solo in caso di esenzione dall’Imu. Un problema, quindi, che rischia di innescare una reazione a catena, con pesanti conseguenze per i produttori agricoli che già si trovano costretti ad affrontare costi rilevanti, compresi quelli relativi all’Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali. Di qui la ferma richiesta del mondo agricolo (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), che condivido e sosterrò, di intervenire in tempi rapidi al fine di sgombrare il campo di possibili ulteriori gravami fiscali per le aziende che subiscono gli effetti del peso fiscale e della lunga crisi di settore”.
Feb 05