Venerdì 10 dicembre 2010, alle ore 17.00 a Matera, nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata sarà inaugurata la mostra fotografica Trent’anni dopo.
Interverranno Attilio Maurano, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata, Marta Ragozzino, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, Salvatore Adduce, Sindaco della Città di Matera, Franco Stella, Presidente della Provincia di Matera, Rosa Masrtrosimone, Assessore alla Cultura, Sport e Formazione della Regione Basilicata. Testimonianze di
Michele D’Elia, Soprintendente ai beni artistici della Basilicata negli anni del terremoto e Mario Trufelli, già capo redattore Rai 3 Basilicata e scrittore. Indirizzo di saluto di S.E. il Prefetto di Matera Giovanni Francesco Monteleone.
Per non perdere la memoria del catastrofico terremoto del 23 novembre 1980, che ferì profondamente il nostro territorio, modificandone per sempre lo spazio, stravolgendone la vita, interrompendone la socialità e scompaginandone ferocemente l’identità culturale, la Soprintendenza per il Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata ha allestito a Matera – in via Ridola, nella Chiesa del Carmine e nella Sala Pascoli di Palazzo Lanfranchi – la mostra fotografica Trent’anni dopo che ricorda e documenta, attraverso una selezione di immagini del nostro Archivio, scattate nei giorni immediatamente successivi al sisma, la tragedia subita dalla comunità lucana, con particolare riferimento alle azioni compiute dalle Soprintendenze per la salvezza, la protezione e il recupero del patrimonio culturale della nostra regione.
Lungo il percorso della mostra sono esposte quarantasei fotografie di grande formato e in bianco e nero, dal forte potere evocativo, che permetteranno di ripercorrere la storia di quei giorni.
Nella Chiesa del Carmine è allestita, inoltre, la grande pala d’altare di Cornelis de Smet proveniente dalla chiesa Madre di Muro Lucano. Mentre lungo i percorsi espositivi del Museo è possibile vedere l’alzata lignea della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Castelgrande, i cui lavori di restauro, eseguiti da Sofia Vakali, sono terminati proprio in questi giorni.
La mostra – accompagnata da un booklet e dalla proiezione (nella sacrestia della Chiesa del Carmine) di un video ottenuto col montaggio di spezzoni di pellicole girate in Super 8 – sarà visitabile fino al 15 gennaio 2011.
Trent’anni dopo, mostra fotografica dedicata al terremoto del 1980 che ha colpito anche la Basilicata.
Per non perdere la memoria del catastrofico terremoto del 23 novembre 1980, che ferì profondamente il nostro territorio, modificandone per sempre lo spazio, stravolgendone la vita, interrompendone la socialità e scompaginandone ferocemente l’identità culturale, la Soprintendenza per il Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata ha allestito a Matera -in via Ridola, nella Chiesa del Carmine e nella Sala Pascoli di Palazzo Lanfranchi- una mostra fotografica che ricorda e documenta, attraverso una selezione di immagini del nostro Archivio, scattate nei giorni immediatamente successivi al sisma, la tragedia subita dalla comunità lucana, con particolare riferimento alle azioni compiute dalle Soprintendenze per la salvezza, la protezione e il recupero del patrimonio culturale della nostra regione.
Lungo il percorso della mostra sono esposte quarantasei fotografie di grande formato e in bianco e nero, dal forte potere evocativo, che permetteranno di ripercorrere la storia di quei giorni.
Chi ha visto non dimentica e ha il compito di tramandare un’esperienza che ha segnato una vera e propria cesura nella storia e nell’identità di questa regione: un prima e un dopo la terribile data di cui ricorre il trentennale. Oggi, per non perdere quell’esperienza e trasmettere alle giovani generazioni un’eredità culturale e civile più integra, è necessaria un’operazione di tutela non solo del patrimonio bensì anche della memoria.
Questo è il motivo del racconto visivo della tragedia, che comincia inevitabilmente dalla distruzione del territorio e dei suoi centri storici più fragili, dove sono crollate le case e soprattutto le chiese.
Le drammatiche immagini delle macerie dei nostri paesi più colpiti -Atella, Balvano, Castelgrande, Muro Lucano e Pescopagano- aprono in via Ridola il percorso della mostra, in un allestimento esterno pensato per richiamare l’attenzione della città, invitata a entrare nella Chiesa del Carmine e a Palazzo Lanfranchi, dove sono esposte invece le fotografie che ripercorrono il concreto lavoro di salvataggio del patrimonio artistico svolto dalla Soprintendenza e testimoniano la tragedia della comunità lucana, vista attraverso gli occhi dei nostri fotografi, che facevano parte delle squadre di ‘pronto intervento’, ma anche attraverso quelli di interpreti d’eccezione, come Mario Cresci e Rosario Genovese.
Nella Chiesa del Carmine, dove dai primi giorni vennero conservate le opere messe in salvo, sono esposte sei grandi fotografie che restituiscono, con rara potenza, lo spazio settecentesco (recentemente restaurato e reso finalmente accessibile al pubblico) allora trasformato in deposito con il suo prezioso contenuto.
Insieme alle fotografie che testimoniano l’ininterrotta attività della Soprintendenza, nella chiesa è esposta anche la grande tavola di Cornelis de Smet, opera simbolo del terremoto, proveniente dal transetto della cattedrale di Muro Lucano e trafitta da una delle travi del tetto crollato, come illustra una delle immagini selezionate.
Infine, nella sala Pascoli, trenta emozionanti fotografie raccontano la storia drammatica della popolazione lucana, tra crolli e rovine, morte e commozione, precarietà e abbandoni, paura e lacrime, smarrimento e disperazione, presenze e assenze, solidarietà e partecipazione.
Una storia fatta di sguardi, corpi, silenzi ma anche coraggio e determinazione, tra le macerie di un territorio ferito.
Sopritendente beni artistici e culturali Marta Ragozzino
Guarda su SassiLive la fotogallery dedicata alla mostra sul terremoto del 1989 che ha colpito anche la Basilicata
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