Le ricorrenti ordinanze di sgombero di “campi” rom in tutta Italia non fanno più notizia ma dovrebbero fare riflettere ugualmente.
Può venire il sospetto che sia il modo più facile per “mostrare i muscoli” puntando sulla insicurezza che gli italiani percepiscono e sulla esasperazione delle notizie sui comportamenti illegali dei rom.
Le responsabilità legali dei singoli devono essere punite; i reati vanno perseguiti; la sicurezza delle persone va tutelata; gli atti di vandalismo vanno risarciti.
Una domanda: è un reato attentare al diritto di esistere dei rom?
Quali sono le conseguenze per chi permette che i rom vivano nel degrado?
Degrado e criminalità sono correlate?
Spesso i rom sono cittadini rumeni o bulgari dunque comunitari e non espellibili; a volte sono apolidi, riconosciuti con atti di Tribunali civili e autorizzati a circolare liberamente.
Se non possono dimostrare una fissa dimora possono essere rimpatriati.
Chi fitterebbe una casa a una famiglia rom nel clima di caccia alle streghe messa sistematicamente in atto?
Chi tutela i bambini rom e si preoccupa perché abbiano una casa, una scuola, una vita dignitosa, secondo il diritto sancito dalla Convenzione di New York del 1989, ratificata dalla legge dello Stato n. 176 del 27 maggio 1991?
Chi tutela donne e anziani rom?
Chi si preoccupa di cercare alloggi per le famiglie rom e scuole per i loro bambini?
Quale alternativa concreta si è immaginata per prevenire l’accattonaggio e lo sfruttamento dei bambini?
La presenza dei campi rom su terreni pubblici fa scattare doverose ordinanze di sgombero.
Ma perché i rom si accampano su terreni abusivi?
Forse perché viene loro negato di abitare in case “normali” e di avere una vita dignitosa?
Chi tutela il diritto dei rom ad essere “minoranza” ? Chi ne paga le conseguenze?
La storia dei rom scacciati è antica e coinvolge mezza Europa; papi, imperatori e re si sono applicati con cura a scacciarli come indesiderati perchè violenti, con la stessa costanza riservata agli ebrei.
E pure i rom sono fra quei rari popoli che non hanno mai avuto un esercito nè combattuto guerre.
Sono stati perseguitati dai nazisti e vittime a centinaia di migliaia di quello che chiamano il “parajmos”, di cui pochissimo si parla.
Certo ai rom capita di essere protagonisti di atti di violenza e di illegalità.
Quanto più di altri cittadini?
Il degrado e la marginalità in cui vivono accentuano la tendenza a delinquere?
I rom sporcano e vivono accampati in modo negativo per l’immagine di città grandi e piccole.
Si può pensare ad un “piano casa” per questi cittadini?
Non ci sono le case per i “nostri” cittadini, figuriamoci per i rom. I “nostri” vengono sempre prima di tutti: gli altri possono aspettare, salvo poi bollarli come ladri, stupratori e violenti.
L’ordinanza di sgombero dei rom da Policoro fa un po’ notizia perché viene da una cittadina che è il risultato dell’aggregazione di uomini, di donne e tantissimi bambini che, provenienti da tante regioni italiane, negli anni 50 della Riforma Agraria, aggregò in quella parte della Basilicata, persone disperate dopo la 2° guerra mondiale, in cerca di terra e di benessere, in una lunga palude malsana dove la malaria la faceva da padrona; politiche e impegno hanno modificato profondamente quella zona.
In Basilicata esistono grandi comunità di rom ormai stanziali da centinaia di anni.
Quanto “sangue” rom c’è nei lucani?
Perché ci dimentichiamo spesso da dove veniamo e chi siamo?
Perché gli amministratori locali non cercano di comprendere le ragioni degli “altri” e di fare “politiche adeguate” prima di fare ordinanze di sgombero?
E la politica della pace e dei diritti umani dove è andata a finire?