Ad una settimana dal Natale molti negozi di abbigliamento e calzature di Matera e dei maggiori comuni della nostra provincia registrano un fermo nelle vendite; fra le molte considerazioni fatte, emergono senza ombra di dubbio la perseverante crisi economica che investe le famiglie, ma anche lo spettro della stagione dei saldi che partirà il prossimo 2 gennaio.
I saldi oramai rappresentano “gioia e dolore” degli esercenti di prodotti della moda perché da sempre dividono in due il pensiero della categoria.
Ma oggi rappresentano un ulteriore caposaldo di riflessione perché, stando al divieto contenuto nella normativa vigente, non possono essere preceduti (nel mese prima dell’inizio) dalle vendite promozionali.
Allora è spontaneo chiedersi, perché il consumatore deve fare spesa a dicembre, se poi dal 2 gennaio lo stesso prodotto sarà venduto a saldo? Perché nel mese di dicembre non “agevolare” la spesa di una famiglia che ha ricevuto la tredicesima? Perché non approfittare dei regali natalizi? I saldi di fine stagione perché partono dopo due settimane dall’equinozio invernale?
Poi il colpo di grazia è inferto dal federalismo che lascia spazio alle Regioni di fissare il periodo dei saldi di fine stagione e quindi, una realtà piccola come la nostra, vive strane influenze da parte delle regioni viciniori.
A tal proposito, non sarebbe il caso di sostenere la data unica dei saldi di fine stagione spostandola alla seconda metà del mese di febbraio e di agosto, e di conseguenza vietare le vendite promozionali prima dell’inizio dei saldi? Se venissero consentite le vendite promozionali prima dei saldi è logico pensare ad una sorta di deregulation e quindi non avrebbe più senso parlare di saldi?
Insomma con la liberalizzazione dei saldi ognuno sarebbe libero di organizzare le proprie vendite ridando al termine saldi il valore del capo che a fine stagione deve essere svenduto perché l’anno successivo non più di moda.
Cosi facendo andremmo a normare il concetto introdotto dagli outlet che per loro natura sono sempre a saldo.
Questa riflessione si spera provochi un ragionamento che arrivi a compiere una proposta da sottoporre ai competenti Uffici regionali.
Il direttore di Confcommercio Leonardo Ventrella
Il direttore di Confesercenti Pasquale Di Pede