Nel 2012 in Basilicata ogni giorno hanno chiuso le saracinesche 2,6 negozi, per un totale di 975 ditte commerciali di cui 679 al dettaglio. Lo riferisce il presidente di Potenza della Confesercenti Prospero Cassino che ha illustrato gli obiettivi dello studio nazionale che documenta la pesante situazione su fisco, consumi, lavoro, chiusure delle imprese, potere d’acquisto e risparmio delle famiglie, accompagnato dallo slogan “L’impresa presenta il conto: 34 mld di maggiori tasse per imprese e famiglie”. Quanto al calo di consumi, Confesercenti prevede per il 2013 un calo di 45 mld rispetto al 2012.
Per la prima volta – sottolinea Cassino – in Basilicata il numero di ditte iscritte agli albi delle Cciaa di Potenza e di Matera scende sotto la soglia delle 13 mila unità (al 31 dicembre 2012 le ditte attive sono 12.942 di cui 8.563 in provincia di Potenza e 4.545 in quella di Matera) e anche se le nuove iscrizioni compensano in qualche modo le chiusure (535 nuove attività di cui 372 al dettaglio contro le 975 cessazioni di cui 372 al dettaglio) il fenomeno di mortalità aziendale si caratterizza anche per la breve vita di alcune imprese con un veloce tourn over specie per l’abbigliamento e le calzature. Sotto “pressione” quelle alimentari (a potenza e provincia 1,2 ogni mille abitanti) per effetto della crescita (anche numerica) di supermercati, discount, ecc., con la “botta” finale dell’apertura domenicale, mentre i nostri progetti di negozi di vicinato a salvaguardia dei centri storici – afferma Cassino – si allontano nel tempo. Il presidente di Confesercenti sottolinea la “crescente preoccupazione per le difficoltà economiche del Paese. Abbiamo già mandato una lettera ai leaders delle forze politiche, in cui chiediamo una svolta urgente. Ormai non ci bastano più generiche promesse: servono fatti, servono risorse, che vanno trovate con coraggiose scelte di tagli della spesa pubblica, in quella parte che riguarda sprechi ed eccessi di rappresentanza. Come da noi documentato, i tagli possono arrivare a liberare o attivare 70 miliardi di euro, da utilizzare per il rilancio del Paese. In queste ore i nostri dirigenti chiederanno ai candidati alle elezioni di sottoscrivere un impegno preciso, qualcuno direbbe un “contratto”, sui punti che Confesercenti ritiene fondamentali per tornare alla crescita.
LE 13 PRIORITÀ PER IL 2013: COSA FARE PER EVITARE LA CATASTROFE
1. Ridurre le aliquote IRPEF per i redditi medio bassi e ridurre l’IRAP per le PMI.
2. Scongiurare aumento IVA dal 21% al 22%.
3. Escludere IMU da immobili strumentali e prima casa.
4. Rivedere riscossione coattiva per debiti tributari e favorire rateazione.
5. Rivedere i criteri di applicazione della Tares.
6. Favorire attività Confidi per il credito alle imprese.
7. Meno costi sul lavoro e meno burocrazia.
8. Ridurre i costi a carico delle imprese per l’utilizzo della moneta elettronica.
9. Più negozi di vicinato per città più sicure.
10. Aperture domenicali solo quando serve e competenze alle Regioni.
11. Sostegno allo start up delle imprese con formazione e innovazione tecnologica.
12. Rivedere la norma di pagamenti e contratti per i prodotti
13. Più infrastrutture per favorire la crescita del turismo
COMMERCIO: BENEDETTO (CD) ADERISCE AD APPELLO-DOCUMENTO CONFESERCENTI
“Quasi mille negozi in meno in un anno, di cui la gran parte sono esercizi essenziali per i cittadini dei piccoli comuni, è un prezzo troppo alto per i nostri commercianti che, come testimoniano i dati non positivi della stagione dei saldi, risentono fortemente del calo dei consumi ed anche della concorrenza sleale di attività dello stesso settore”. Ad affermarlo è il capolista al Senato per il Centro Democratico Nicola Benedetto che ha aderito all’appello della Confesercenti condividendo le 13 priorità contenute nel documento e sottoscrivendo l’impegno a sostenerle in Parlamento. “Tra le priorità per fronteggiare la situazione critica in cui si trovano a sopravvivere specie i negozi alimentari che rischiano di scomparire nei centri minori lucani – aggiunge – c’è quella della razionalizzazione della filiera e la parificazione dei trattamenti fiscali in materia di vendita dei prodotti alimentari tra vendita diretta agricola e vendita negli esercizi di vicinato, superando così un’anacronistica e scandalosa disparità di trattamento che genera equivoci e rendite di posizione. Gli interventi di politica nazionale e regionale devono perciò assumere l’obiettivo di arginare quella che sta diventando una vera strage tra gli esercizi di vicinato che oltre alle funzioni di servizio per i residenti sono l’elemento essenziale a tenere in vita i centri storici e quindi stoppare lo spopolamento. Altra nota dolente – dice Benedetto – è quella del credito: la Regione ha fatto quanto ha potuto per il rifinanziamento del Confidi ma senza misure nazionali di credito non può essere sufficiente. Infine, poiché dal settore commercio e servizi dipende il futuro del turismo uno sforzo maggiore di programmazione deve essere fatto in tutti i centri turistici della Basilicata”.