Mentre Massimo D’Alema ritorna a Matera nel pomeriggio per presentare al Palace Hotel il suo ultimo libro “Controcorrente. Intervista sulla sinistra al tempo dell’antipolitica” durante il colloquio previsto con Peppino Caldarola, Egidio Digilio, già senatore del PDL ed oggi esponente del FLI, commenta con sarcasmo le dichiarazioni dello storico leader del Partito Democratico rilasciate in mattinata a Potenza. Di seguito la nota integrale.
Digilio (FLI): “Meno male che D’Alema ha scoperto gap infrastrutture”.
“Meno male che D’Alema almeno in campagna elettorale gira in Basilicata e, toccando con mano, riscopra il dramma infrastrutturale dimenticato. A parte il Memorandum sul petrolio, che sono stato l’unico a bollare come il “libro dei sogni” disertando la cerimonia della firma, i dirigenti e parlamentari del Pd lucano non sanno più cosa dire e cosa fare”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio, candidato alla Camera per Fli, aggiungendo che “il gap infrastrutturale non può ridursi ad uno spot elettorale. Si deve definire con chiarezza un cronoprogramma di poche e prioritarie opere sulle quali – continua – concentrare i principali canali di spesa comunitari (a cominciare dai fondi Fesr), statali (Piano Sud, ex Fas, ecc.) e regionali senza disperderli in mille mini-progetti di opere pubbliche per accontentare settori imprenditoriali ed illudere comunità locali con una stradina in più. I bisogni di mobilità di cittadini ed imprese sono arcinoti e sintetizzabili in servizi ferroviari veloci (bastano due al giorno in andata-ritorno per Roma e via Foggia), completamento dei tratti lucani della A3, ammodernamento della Basentana, funzionalità aeroporto Pisticci, struttura agro-alimentare al servizio mondo agricolo. Attendere lo sblocco del Memorandum, invece, significa – afferma Digilio – solo rinviare ancora. Se il Pd con D’Alema oggi ha ascoltato il mondo economico e produttivo lucano mi auguro abbia colto la lezione: non è più tempo di assistenzialismo e di pacche sulla spalla e per colmare il divario con il Nord e l’Europa e diventare competitivi ci vogliono sopratutto le infrastrutture”.