Matera perde un altro personaggio di altissimo profilo culturale. E’ scomparso infatti un ultra-centenario della città dei Sassi, il professore Giuseppe Bruno, figura storica e carismatica della scuola e della cultura classica materana. Bruno aveva compiuto 101 anni il 21 gennaio scorso. A tracciare un ricordo del preside Giuseppe Bruno è il professore Giovanni Caserta, che ha conosciuto Bruno prima come preside per poi avviare con lui una collaborazione sia nella scuola sia nella vita dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica).
Ricordiamo che i funerali del professore Giuseppe Bruno si terranno mercoledì 13 febbraio 2013 alle ore 10 presso la chiesa di Cristo Re.
Di seguito l’intervista rilasciata a Carlo Abbatino.
“Con Giuseppe Bruno scompare un altro nobile esponente della vita materana, che tanto contribuì alla elevazione civile e culturale della città all’indomani della caduta del fascismo e della seconda guerra mondiale. Si vuol dire che Giuseppe Bruno fu parte attiva del cosiddetto “partito dei professori” (Tortorelli, Del Salvatore, Contillo, Strammiello, Santospirito, Ciccio Nitti, Ancona, Zagaria….) che, attraverso l’insegnamento, ma anche attraverso articoli, dibattiti, conferenze e pubblicazioni, aprirono le menti dei giovani alla cultura e alla vita democratica.
Giuseppe Bruno, che aveva alcuni mesi addietro compiuto cento anni, era nato ad Altamura da famiglia poverissima. Molto versato negli studi, con borsa di studio si laureò in materie classiche presso l’Università Cattolica di Milano, avendo tra i docenti i migliori insegnanti di quegli anni. Soldato durante la seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio faceva fortunoso rientro a Matera, dove iniziava la sua lunga carriera di docente di latino e greco, occupando degnamente, presso il Liceo “Duni”, la cattedra che fu di Giovanni Pascoli. Ma non si limitava all’insegnamento. Collaborando con riviste specializzate e con case editrici anche nazionali, dedicava amorevoli studi a Virgilio e Orazio, a Cicerone e a Lisia, agli epigrammisti greci e ai poeti dell’Antologia Palatina, pubblicando lucidi commenti per le scuole.
Nel 1960 assumeva l’incarico di Preside dello stesso Liceo “Duni”, mantenendolo fino al 1979. Passò attraverso gli anni difficili della contestazione studentesca, conservando sempre alto il prestigio dell’istituto e dell’insegnamento classico. Agli anni della sua presidenza risalgono, fra l’altro, iniziative di grande interesse cittadino e nazionale, come le celebrazioni pascoliane (1962, per il primo cinquantenario della morte del Pascoli), le celebrazioni per i 100 anni del Liceo “Duni” (1965), le celebrazioni per la morte Eustachio Paolo Lamanna, filosofo materano, seguace di Kant (1968).
Al suo insegnamento e al suo magistero di Preside si formarono due generazioni di giovani, destinati a ricoprire posti di prestigio nelle scuole medie, nelle Università, nella vita politica nazionale e in quella civile. Tutti lo ricordavano e lo ricordano per il rigore nella analisi dei testi, ma, parallelamente, per l’alto senso civile e morale, per il rispetto dei meriti e, ancor di più, per la grande umanità che dimostrava verso i giovani particolarmente meritevoli e bisognosi. Ne ebbi personale conoscenza.
Andato in pensione, non cessò nella sua opera di educatore e di studioso, istituendo a Matera una sezione dell’AICC, alla cui fondazione, nell’Ottocento, aveva contribuito il materano Nicola Festa. L’AICC, a Matera, fu una palestra per studiosi e ricercatori cittadini, come il dott. Guerricchio, il prof. Strammiello, il prof. Zagaria, il prof. Cenci e giovani laureati; ma fu anche occasione per aprire Matera ai più illustri studiosi di materie classiche, italiani e stranieri. Memorabile rimane il Convegno su Nicola Festa, tenuto a Matera nei giorni 25, 26 e 27 ottobre 1982, che vide la partecipazione di molte Università e docenti nazionali. Gli atti furono pubblicati e, quindi, sono oggi utilmente consultabili.
Nel salutarlo, vogliamo ricordare alcune sue “verità”, cui non seppe sottrarsi: lo studio è sacrificio; il merito è sacrosanto; l’insegnamento è responsabilità al limite della missione; la scuola è pilastro della società; l’insegnante va sempre difeso e tutelato nella sua dignità e autonomia, se si vuole che la scienza sia libera e l’insegnamento sia libero, cioè valido. Il 10 settembre 1979, nel dare il saluto alla scuola, citava, dall’amato Pascoli, le parole che la dea Vacuna, dal suo tempio, dava al viandante che chiedeva riposo: “Vita vis, homo, est: abi: nunc militandum: mortuus vacabis” (“La vita, uomo, è attività. Vattene via di qui: ora è tempo di lotta. Morto, ti riposerai”).
Riposati, Peppino. Ed è la prima volta che oso non chiamarti Preside”.
Alla famiglia del professore Giuseppe Bruno vanno le condoglianze della redazione di www.SassiLive.it e del direttore responsabile Michele Capolupo.
Cordoglio sindaco Adduce per scomparsa Giuseppe Bruno
“Con il prof. Giuseppe Bruno scompare uno degli intellettuali più importanti della nostra città”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce. E aggiunge: “Il suo rigoroso insegnamento morale prima ancora che professionale ha contribuito ad arricchire la crescita e la maturità di diverse generazioni. Un anno fa festeggiammo il suo centesimo compleanno. Nonostante la salute malferma, la sua persona continuava ad esercitare un fascino straordinario. Severità e autorevolezza erano i tratti del suo carattere, ma anche il frutto di una esperienza di vita e di studio di grandissimo livello che gli sono stati riconosciuti a livello nazionale. Era, infatti, una delle personalità della cultura classica più apprezzate tra gli studiosi italiani. Nel corso della sua missione di professore e di preside ha attraversato le fasi della storia recente sapendo conciliare rigore e apertura. Lo ricordo preside severissimo del liceo classico impegnato a comprendere ed interpretare i grandi cambiamenti del ’68. A scuola lo abbiamo temuto, lo abbiamo rispettato, ma lo abbiamo anche amato. Se ne va un altro grande testimone del nostro tempo a cui la città deve gratitudine”.