Non ci hanno sorpreso i dati diffusi oggi dai quotidiani regionali relativi agli utenti campani che hanno deciso di rivolgersi a strutture sanitarie regionali (non solo pubbliche), che, oltre a consolidare l’immagine di “buona sanità lucana”, si traducono in significativi introiti per il sistema sanitario regionale. Anzi, sono la conferma della validità della scommessa che Sanità Futura ha lanciato, da tempo, sull’azzeramento del saldo di “mobilità passiva” che pesa sul bilancio regionale per circa 40 milioni di euro l’anno e che con il super-ticket sulle prestazioni specialistiche e il mancato funzionamento integrato (pubblico-privato) del CUP (Centro Unico di Prenotazione) è destinato a crescere.
E’ il caso di sottolineare che le proposte delle strutture sanitarie private accreditate (una cinquantina di poliambulatori specializzati con circa 600 unità lavorative che incidono per appena il 2% della spesa sanitaria regionale) perché il CUP funzioni sul serio rispondono proprio alle esigenze di ridurre la “mobilità passiva”, alimentando nuovi flussi di utenza lucana che paga il ticket più alto d’Italia verso altre regioni, di ridurre le liste di attesa che nonostante i passi in avanti delle Aziende Sanitarie sono ancora troppo lunghe e di realizzare l’interazione tra pubblico e privato.
La Basilicata sarà pure tra quelle che produce meno sprechi nell’utilizzo dei finanziamenti pubblici per l’ospedalità pubblica rispetto alle altre regioni italiane, ma il Rapporto Ospedali & Salute, realizzato dall’Aiop, quantifica comunque in 95 milioni di euro la quota di inefficienza regionale. E se a questa cifra aggiungiamo i 45,5 milioni di euro contenuti nella Finanziaria 2012 per coprire i disavanzi accumulati dalle Asl, si supera la cifra record di 140 milioni di euro.
L’auspicio è che si riaprano le condizioni del confronto, a questo punto con il governo regionale e l’intera maggioranza che lo sostiene, poichè non ci pare più possibile continuare a ricevere generiche disponibilità ad entrare nel merito delle questioni come nel caso della nostra proposta di rimodulare, una volta per tutte (come hanno chiesto 13mila cittadini lucani firmatari di una petizione) i ticket della specialistica ambulatoriale risolvendo il nodo Irpef-Isee. E cosa dire del nuovo colpo assestato alle strutture sanitarie private accreditate al SSR attraverso la deliberazione di giunta regionale n. 25/15 gennaio scorso che insieme alla conferma del blocco, fino al 31 dicembre 2014, dei tetti di spesa, obbliga alle Aziende Sanitarie di non assegnare gli eventuali risparmi di settore?
Come nel gioco dell’oca torniamo al punto di partenza: ticket, superticket, tagli dei fondi sanitari, blocchi dei contratti a strutture sanitarie private accreditate, stanno sempre di più impoverendo i servizi per l’utenza e svilendo la professionalità di chi vi opera. A fronte della crisi sta passando l’idea che non è più possibile garantire la salute per tutti e l’universalità del servizio è in pericolo, con un crinale pericoloso dove l’asticella di chi ha titolo alle prestazioni pubbliche si abbassa sempre di più. Le conseguenze sono scaricate direttamente sulle piccole strutture private che specie in Basilicata sono poliambulatori, centri pluriservizi-prestazioni, vale a dire piccole imprese e non certo le grandi cliniche o i grandi centri di cura delle regioni del Nord. Fino ad oggi in questo mondo della sanità privata c’erano solo due concorrenti: il sistema accreditato, costituito in gran parte dalle strutture convenzionate con il SSN, e il privato “puro” per i cittadini più abbienti. Adesso con le prestazioni low cost il sistema viene modificato con sempre più cittadini che “scoprono” di poter avere prestazioni sanitarie a basso prezzo, almeno per una prima volta, e non si pongono adeguatamente la questione di garanzia di qualità e professionalità.
Eppure quella di assicurare una reale, sana ed efficace competizione tra le strutture esistenti è una ricetta tanto semplice quanto per niente attuata, eppure lo imporrebbe la legge ma soprattutto lo impone il buon senso. Ogni sistema, come ogni persona, ha una capacità intrinseca di generare nuove risorse se stimolato ad operare in un contesto di sana competitività. Gli effetti positivi sarebbero altrettanto semplici nel settore della salute pubblica: la maggiore distribuzione territoriale, il miglioramento dei servizi erogati, la creazione di nuovi posti di lavoro, la diminuzione del saldo passivo verso le altre regioni.
Azioni queste, di rilevanza strategica per l’intero sistema, che si muovono verso il livello regionale ma anche verso quello nazionale: la costituzione di un Consorzio regionale delle strutture accreditate private, una cabina informatica e telematica in linea con le più moderne tecnologie, uno sportello di consulenza permanente per lo sviluppo e la crescita delle strutture, sono alcune delle iniziative anticrisi che Sanità Futura vuole introdurre nell’attuale congiuntura economica regionale.
L’invito è semplice e sempre valido (anche e soprattutto in campagna elettorale): apriamoci al confronto sereno e responsabile senza i trucchi del politichese e con la forza della lealtà confronteremo le nostre soluzioni e scopriremo ulteriori potenzialità finora inespresse. Non stiamo parlando solo del privato, vogliamo parlare di sistema. Ci sono in questa Regione risorse umane del privato che sono parte integrante ed insostituibile del SSR e che continuano a garantire con abnegazione, con la propria professionalità e con il proprio lavoro quotidiano la vera risposta ai bisogni di salute dei lucani.
Scheda
Questioni di fondo in emergenza di attenzione:
1. indagine sugli sprechi e azioni conseguenti
2. censimento e valorizzazione del contenzioso (tra dipendenti e SSN, tra Pazienti e SSN, tra fornitori e SNN, tra strutture e SSN) con conseguenti azioni per la sua riduzione
3. scommessa sull’azzeramento del saldo di mobilità passiva (accreditamenti e contratti di missione)
Proposte a impatto positivo immediato:
1. prescrizioni specialistiche su ricettario del SSN: medici specialisti operanti in strutture sia pubbliche che private accreditate (equiparazione)
2. inserimento nel nomenclatore unico regionale delle Prestazioni Ambulatoriali Coordinate (PAC)
3. esternalizzazione delle prestazioni sanitarie in ADI attraverso le strutture private accreditate
4. recepimento delle linee guida sulla riabilitazione rimarcando il diritto di libera scelta del luogo di cura da parte del cittadino
5. partecipazione alla commissione per le autorizzazioni: rappresentanza delle associazioni di categoria
6. omogeneità dell’accesso alle cure del SSN sull’intero territorio regionale: revoca delibera ASM
7. trasformazione del super ticket in riduzione tariffaria
8. tavolo permanente per il monitoraggio del sistema e delle controversie
Michele Cataldi, Sanità Futura
E MAI POSSIBILE CHE IN QUESTE GESTIONI”AZIENDALI” NON PAGHI MAI NESSUNO ??? QUANDO SI FARA’ VERA AZIENDA ,SENZA I VETI DI QUELLO O ALTRI POLITICI IN QUESTA ASL SPRECONA?
E MAL GESTITA PER INTROMISSIONI POLITICHE . VORREMMO UN DIRETTORE CHE SIA ASSUNTO PER GRADUATORIA E NON PER SCHEMI POLITICI BEN DEFINITI. VIA POTENZA DA MATERA E ANCHE MONTESCAGLIOSO MATERA LIBERA.