QUALE FUTURO PER LA FERROSUD?
Altri 144 posti di lavoro a rischio. Ancora famiglie sul lastrico, nel cuore di una crisi che non sembra avviarsi verso una soluzione. Questa volta tocca allo stabilimento della Ferrosud che, da oltre 40 anni, produce a Matera carrozze ferroviarie.
8 anni fa, con l’acquisizione da parte del Gruppo Mancini, inizia l’agonia, poi la progressiva riduzione della commessa Ansaldo Breda, la conseguente cassa integrazione, fino alla richiesta di concordato preventivo.
Il 12 gennaio p.v. il tribunale si pronuncerà ed a quel punto si apriranno nuovi scenari, negativi per i 144 lavoratori coinvolti, positivi per la proprietà, che, nel caso di omologazione del concordato, potrà alzare il prezzo di vendita del sito.
Un clichè già noto al territorio: dopo aver ricevuto danaro pubblico per investimenti, il Gruppo Mancini cerca il miglior acquirente per il sito Ferrosud.
Un ottimo affare economico per un’azienda, che ha avuto la capacità di disintegrare in pochi anni la capacità produttiva di una fabbrica che da oltre 40 anni produceva carrozze ferroviarie per Trenitalia.
CGIL CISL UIL, insieme alle categorie dei metalmeccanici, non permetteranno che si consumi questa nuova chiusura, nè che si sottragga alla città di Matera questa importante attività produttiva.
Dopo la chiusura dello stabilimento Barilla e l’agonia della produzione di imbottiti, il territorio non può subire una nuova perdita di posti di lavoro e di produzione.
Per questo, è necessario che la politica istituzionale si impegni fino in fondo per difendere i 144 posti di lavoro e per mantenere a Matera la produzione di carrozze ferroviarie, evitando di considerare positive proposte imprenditoriali che non potrebbero garantire un futuro occupazionale durevole.
Riconvertire l’azienda, infatti, significherebbe abbandonare una produzione garantita da un mercato in espansione a livello globale, per un’incerta e nuova esperienza imprenditoriale.
Nei prossimi giorni, sarà necessario mettere in campo una mobilitazione straordinaria di istituzioni e parti sociali per difendere il futuro e gli interessi dei 144 lavoratori, per scongiurare una nuova depredazione del territorio, per garantire continuità lavorativa e occupazionale in tale stabilimento di cui bisogna conservare sue caratteristiche storiche peculiari.
Il sindacato confederale e di categoria non farà mancare la sua forza e supporto acchè nel territorio non si consumi l’ennesima iattura contro l’ economia materana e contro i suoi lavoratori. Tale obiettivo resta per CGIL CISL UIL primario e imprescindibile.
I segretari generali di Cgil, Cisl Uil Matera Taratufolo, Amatulli e Coppola
Il vertice in Comune con i sindacati e i rappresentanti istituzionali di Comune di Matera, Provincia di Matera, Regione Basilicata.
Si può ancora sperare di salvare la Ferrosud dal fallimento? E’ questo il tema sul quale hanno provato a discutere i massimi rappresentanti delle istituzioni locali nel corso di un incontro convocato presso la sala giunta del Comune di Matera. Al vertice hanno partecipato l’assessore regionale alle attività produttive Erminio Restaino, il sindaco di Matera Salvatore Adduce, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, il vicepresidente Giovanni Bonelli, l’assessore regionale Vincenzo Santochirico, gli assessori comunali Antonio Giordano e Rocco Rivelli, il consigliere comunale del PDL Saverio Acito, il capogruppo del Pd e consigliere comunale Angelo Cotugno. In sala i sindacati di categoria, rappresentati in particolare da Marcella Conese, Giuseppe Giannella, Franco Coppola, Giuseppe Amatulli, Gerardo Evangelista e Giuseppe Morelli. Il 12 gennaio 2011 il tribunale di Matera dovrà emettere il vertetto più atteso: dovrà decidere se omologare o meno il concordato preventivo. Sarà quella una giornata campale per le sorti dell’azienda che dal dicembre del 1969 si è insediata nella zona Iesce e ha garantito lavoro a circa ottocento dipendenti, pronti a realizzare commesse per le Ferrovie dello Stato, per le Ferrovie Calabro-Lucane prima e Appulo-Lucane poi ma anche per la costruzione di carrozze destinate a percorrere il tunnel realizzato nella Manica per collegare la Gran Bretagna alla Francia. Una grande storia imprenditoriale che negli ultimi anni è stata mortificata da scelte statali decisamente scellerate. La Ferrusud a metà degli anni 80 è stata ceduta all’Ansaldo Breda, azienda che fa riferimento a Finmeccanica, società controllata dal Ministero dell’Interno. E’ stata questo il passaggio chiave che ha determinato una serie di problemi di carattere finanziaria. Poi nel 2001 il passaggio al gruppo Mancini, che non solo ha illuso i dipendenti ancora in servizio (poco più di un centinaio) ma ha portato la Ferrusud sull’orlo del fallimento.
In apertura il sindaco Adduce ha annunciato che chiederà la convocazione di un consiglio comunale monotematico dedicato alla vertenza della Ferrosud che coinvolgerà anche i sindaci dei comuni di Santeramo, Altamura, Laterza e Gravina, i parlamentari e i sottosegretari lucani per provare a risolvere con Finmeccanica le questioni che frenano il rilancio dello stabilimento materano mentre l’assessore regionale Restaino ha garantito il massimo appoggio dell’ente per la risoluzione dell’emergenza-Ferrosud. L’intervento piu’ concreto e determinato è stato offerto dal presidente della Provincia di Matera Franco Stella, che non ha nascosto la sua delusione per la gestione “ballerina” del gruppo Mancini, bocciando in toto le modalità con cui si è occupato della Ferrosud. Franco Stella ha maturato un’esperienza trentennale alla guida dell’API (oggi Confapi) e il suo intervento è stato il frutto anche di tanti incontri nei quali ha rappresentato le aziende che erano impegnate in conto lavorazione all’interno dello stabilimento materano. “Mancini ha fatto solo danni – ha detto con molta franchezza il presidente della Provincia – e a questo punto dobbiamo capire quali sono le reali intenzioni della proprietà. Voglio ricordare infatti che l’azienda non è pubblica e tocca quindi all’imprenditore decidere cosa vuole fare di questo stabilimento, in attesa naturalmente della decisione del tribunale. C’è stata una manifestazione di interesse da parte di Step One ma la lettera che è stata pubblicata sulla stampa doveva essere indirizzata al proprietario della Ferrosud oltre che ai rappresentanti istizionali. Ad oggi non abbiamo ancora compreso se Step One è davvero interessata a rilevare lo stabilmento. Per quanto ci riguarda so che ci sono anche aziende materane interessate a subentrare al gruppo Mancini e per questo attiveremo tutte le iniziative per evitare un altro tracollo che penalizza i lavoratori del nostro territorio. Ma è chiaro che il nostro ruolo non è decisivo. Nel corso di un incontro avvenuto in sede prefettizia il gruppo Mancini ha manifestato la volontà di cedere l’azienda ma vogliamo capire se la richiesta di ricorrere al concordato preventivo sia l’espediente utilizzato per ottenere ulteriori sostegni e vantaggi oppue se davvero la proprietà intende passare la mano e garantire un futuro a questo stabilimento.” Molto duro ed efficace anche l’intervento di Giuseppe Giannella, già dipendente e rappresentante sindacale di categoria della Cisl all’interno di Ferrosud. “Noi non facciamo il tifo per un’azienda piuttosto che per un’altra. Noi siamo per il rilancio di questo stabilmento e a questo punto attendiamo la decisione del tribunale prevista il prossimo 12 gennaio. E’ chiaro che se sarà omologata la richiesta di concordato preventivo saremo punto e a capo nel senso che il gruppo Mancini potrà andare avanti ancora per altri mesi senza prendere le soluzioni attese dai lavoratori. La cosa certa è che il debito del gruppo da aprile 2010 è stato congelato e cresce giorno dopo giorno. Le commesse che era state assegnate sono ferme e ancora oggi non si intravedono soluzioni positive.” A questo punto non resta che attendere ancora qualche giorno e verificare se almeno dal Palazzo di giustizia arriveranno notizie che potrebbero sbloccare la fase di stallo in cui si insabbiata la Ferrosud.
Michele Capolupo