SassiLive grazie all’infaticabile collaboratore ambientalista Pio Abiusi aveva più volte sollevato l’emergenza nella Gravina di Matera rappresentata da quella schiuma che rendeva decisamente orribile il panorama agli occhi di residenti e visitatori del nostro patrimonio tutelato dall’Unesco, rappresentato anche dal Parco della Murgia materana. Nella giornata di lunedì 10 gennaio 2011 il consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini ha presentato formale denuncia indirizzata al Procuratore della Repubblica di Matera presso gli Uffici della DIGOS della Questura relativa agli sversamenti inquinanti che da anni interessano la Gravina.
Ecco la nota inviata da Adriano Pedicini
“Dopo vari interventi di stampa, non solo di chi scrive ma di tanti altri che hanno a cuore il delicato equilibrio ambientale del parco delle chiese rupestri, ritengo che il vaso sia colmo. Non si può assistere passivamente alla morte ambientale di questa città che da millenni vive e si integra nello scenario universalmente apprezzato. Mai nel passato come oggi, si assiste ad una diffusa non curanza, al disinteresse istituzionale, al rimandare le questioni ambientali ritenendole superflue e non produttive. Con questa mia denuncia formale, ritengo di dover dare corpo e consistenza alla questione, chiedendone l’avvio di una indagine. Ho chiesto di costituirmi parte civile nella denuncia in quanto ritengo di essere danneggiato quale singolo individuo, nella lesione di un diritto personale al godere di un ambiente vivibile, pulito e sano. Invito ogni cittadino a tale costituzione”.
Riportiamo di seguito il testo integrale della denuncia
OGGETTO: denuncia-querela, contro coloro che potranno essere identificati quali autori e promotori dei fatti descritti nella presente denuncia.
ILLUSTRISSIMO SIGNOR PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI MATERA
Il sottoscritto Adriano Pedicini, nato a Matera il 11 aprile 1955, ivi residente al recinto Columella nr.7 Consigliere Comunale tel. 3313698077, propone denuncia-querela contro persone da identificare, per i fatti qui di seguito descritti ed enunciati:
Premesso che l’ambiente è un bene unitario, oggetto di cura e tutela, luogo ove le specie animali vivono e si nutrono. Costituente come tale specifico oggetto di tutela da parte dell’ordinamento giuridico, (costituzione, diritto penale, civile, leggi di riferimento ed altre norme). Inclusivo nel sistema ambiente sono di interesse particolare, quei siti urbani unici, rari dove l’assetto orografico del territorio si fonde con gli insediamenti urbani e quasi si integrano e che, per questo, sono di interesse e patrimonio dell’Umanità e vanno maggiormente salvaguardati sia sotto il profilo estetico e del paesaggio che, più di tutto sotto quello dell’inquinamento e della prevenzione. Tali auspici di buon senso che, certamente non troverebbe alcuna obiezione ed osservazione nella intera comunità, nella città di Matera sono fortemente calpestati da lungo tempo e sembra non avere interesse, forse perché quello che accade scorre sotto, nel torrente che attraversa gli antichi rione e non è ben visibile. Solo nei Sassi, se si presta attenzione all’olfatto ci si può accorgere del leggero fetore che a seconda delle brezze possono giungere. La città di Matera è attraversata da una Gravina nella quale scorre l’omonimo torrente alimentato da altro torrente denominato IESCE, inutile descrivere sia l’importanza del sito di cui si parla, (con un breve cenno è stato fatto in premessa), sia il suo delicato ecosistema floro-faunistico. Ne deriva che da tempo le acque che scorrono oltre ad essere putride, nere e maleodoranti, emettono una sostanza schiumosa bianca presente sia sul torrente che tra la vegetazione ai margini delle rive del torrente. In particolare il torrente Iesce, visibile sia dalla statale 7, (nei pressi dell’accesso al belvedere), che dalla strada posta nella stessa zona e che conduce a Gioia del Colle, è quello che maggiormente, a parere del denunciate, alimenta il flusso di porcherie. La grande quantità di schiuma che galleggia sulle ammorbanti acque del torrente, collocato all’ingresso del prestigioso sito del parco delle chiese rupestri, quando il vento si rinforza la vedi volare e cadere in terra, lasciando esterrefatti i non pochi turisti che, difronte a si magnifico e inconsueto paesaggio non comprende tale enorme e imperturbabile degrado ambientale. L’aria che si respira è puzzolente tanto che anche al profano che scrive, risulta evidente che le acque che scorrono non hanno alcun idoneo trattamento dei reflui e depurazioni. Atteso che l’ambiente per definizione può essere considerato un complesso di beni ad uso e godimento pubblico individuale fortemente protetto dalla legislazione, non si comprende come mai da tempo alcuna iniziativa è stata avviata e continua imperterrito il disinteresse, l’incuria, il non trovare soluzioni. Maggiore descrizione di quanto espresso in possono rappresentare le foto allegate alla presente denuncia, che ne costituiscono parte integrante e scattate in data 9 gennaio 2011. Il danno erariale è da ritenersi elevato considerando la diminuzione del patrimonio derivante dalla perdita di immagine della città, incentivato dal danno pubblico e della collettività che per i luoghi di cui si parla ha investito le migliori risorse, si è nel cuore del parco archeologico storico naturale delle chiese rupestri, nel luogo ove nidificano rari esemplari di fauna protetta, luogo al quale in mondo intero guarda, luogo che aspira alla candidatura a capitale europea della cultura. La dottrina in merito considera i reati ambientali sotto una triplice lesione: Personale, quale lesione di un diritto fondamentale dell’ambiente per ogni singolo individuo; Sociale, quale danno di un diritto fondamentale nelle formazioni sociali in cui si sviluppa; Pubblica, quale lesione di un diritto dovere delle istituzioni a proteggerlo. Ciò premesso si chiede a codesta A.G. di accertare e verificare eventuali responsabilità di tale sversamento nei corsi d’acqua, poiché i fatti esposti integrano, a parere dello scrivente, ipotesi di reato. Si chiede di svolgere gli opportuni accertamenti tendenti a verificare ipotesi di reato per i fatti esposti e per tutti quelli che la S.V. ravviserà in essi e contro tutti coloro che di tali reati saranno ritenuti responsabili, il sottoscritto sporge formale,
DENUNCIA-QUERELA
chiedendo la punizione dei colpevoli e l’assoggettamento degli stessi a giusta pena. Ci si riserva la costituzione di parte civile nel procedimento penale per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, si chiede, altresì, di essere informato, ex art. 408 co. 2 c.p.p., circa le determinazioni della S.V. in ordine all’esercizio dell’azione penale.
Alla presente denuncia sono allegate nr. 21 foto in formato digitale inserite in un cd.
In fede
Adriano Pedicini