Francesco Salvatore, presidente dell’Associazione Matera 2019 sull’insediamento del Comitato istituzionale e del Gruppo di Lavoro: “Si è finalmente legittimato un percorso, la politica ha fatto le sue scelte”.
(nella foto in basso Francesco Salvatore)
Lunedì si è insediato il Comitato istituzionale con il gruppo di lavoro che lavorerà alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura. L’ Associazione Matera 2019 farà parte sia del Comitato istituzionale che del gruppo di lavoro. Un risultato che si può leggere come il riconoscimento di un percorso che l’ associazione porta avanti ormai da più di due anni?
La costituzione del Comitato promotore e del Gruppo Tecnico di lavoro rappresentano il principale obiettivo che l’Associazione si poneva e soprattutto che intendeva raggiungere non oltre l’anno 2010. il 17 gennaio 2011 va benissimo. Si è finalmente legittimato un percorso, la politica ha fatto le sue scelte. La nostra più grande preoccupazione era rappresentata dalla situazione politica a livello nazionale perché l’ipotesi di caduta del Governo poteva mettere in discussione tante altre situazioni. Ora si è creato un punto di riferimento che lavorerà a prescindere da qualsiasi evento di tipo politico, o almeno così speriamo. Un Comitato Istituzionale aperto come lo ha definito il Sindaco Adduce in fase di presentazione, che dovrà allargarsi sempre più man mano che altri soggetti istituzionale decideranno di farne parte. Un comitato Istituzionale ed un gruppo di lavoro che nascono già sotto il segno dell’evento storico per la Basilicata in quanto rappresenteranno il motore di un’ iniziativa che mette per la prima volta insieme Regione, i Comuni e le due Provincie di Matera e Potenza. Matera 2019 abbatte i campanilismi e diventa un grande segno di distinzione all’interno di un centro-sud Italia penalizzato dalla crisi congiunturale, disgregato dai profondi tagli governativi, con le Istituzioni locali che devono guardarsi attentamente intorno per presidiare il territorio, rappresenta un segno di discontinuità in quanto fa convergere le esigenze e le prospettive di un’ intera Regione in funzione di un obiettivo dettato dalla Comunità Europea che sposa anche le Direttive di Europa 2020 per la crescita di una società intelligente, sostenibile ed inclusiva.
Entrando più nel dettaglio, quale sarà il ruolo dell’Associazione?
L’Associazione continuerà a lavorare sul programma sino ad ora portato avanti, con una certezza in più rappresentata dal Gruppo di Lavoro con il quale condividere il tutto. Nella riunione immediatamente successiva all’insediamento non abbiamo potuto far altro che ribadire la disponibilità della struttura associativa, delle professionalità che contiene e soprattutto la condivisione del know how acquisito in 2 anni di lavoro.
Il Gruppo di Lavoro si riunirà per la fine del mese di gennaio. Per questa occasione abbiamo chiesto alla coordinatrice del gruppo Dott.ssa Rossella Tarantino di poter presentare agli “esperti” il lavoro fatto nel dettaglio, dagli studi dei percorsi di altre candidature, all’analisi della nostra situazione sociale, all’idea di riorganizzazione dell’offerta cultura in chiave turistica che abbiamo costruito e condiviso con l’Assessore comunale alla cultura Cornelio Bergantino e con l’Assessore provinciale alle attività produttive Angelo Gabellano.
Ma soprattutto intendiamo presentare le partnership costituite: dal rapporto consolidato con UniBas, a quello con la Curia, passando per l’Associazionismo Culturale e di Volontariato, e facendoci portavoce del partenariato PIOT che riteniamo debba rappresentare la massima espressione di condivisione dell’Idea Matera 2019 attualmente esistente in città e da cui i Tecnici individuati necessariamente devono partire.
L’Associazione sabato mattina ha presentato ufficialmente il Progetto Cadmos – Alla ricerca di Europa, che prevede una programmazione culturale che da qui al 2018 porterà la città dei Sassi a intessere rapporti istituzionali con le Capitali europee della cultura in corso. Vale come esempio il concerto che si terrà il 27 gennaio a Istanbul organizzato insieme con l’Istituto Italiano di cultura in Turchia. E’ un progetto che avrà un seguito e come si inserisce nel percorso di candidatura?
Il Progetto Cadmos noi lo abbiamo sempre definito un contenitore che l’Associazione Culturale Matera 2019 mette a disposizione della città all’interno del quale costruire il percorso di Candidatura. Il Progetto Cadmos, credo sia innegabile, rappresenta lo strumento attraverso il quale Matera può dire che la Candidatura si sta costruendo. Se dall’ottobre 2009 non ci fossero stati gli eventi che lo hanno caratterizzato (Evento Pontorno “una Porta sulla città, verso Matera 2019 – Novembre 2009 1^ Conferenza preparatoria Verso Matera 2019 sino al Progetto Cadmos) tutto sarebbe finito nel dimenticatoio, la passione si sarebbe smorzata piano piano e chi Governa si sarebbe lasciato prendere dalla gestione delle emergenze tralasciando un obiettivo di medio -lungo termine come quello della Candidatura. In questo senso un grande ringraziamento va ai componenti dell’Associazione all’interno della quale non vige un rapporto piramidale ma il lavoro si basa sulla trasversalità delle responsabilità la cui garanzia è rappresentata dalle professionalità esistenti e dalle competenze acquisite nel tempo.
Il rapporto, o il Ponte come noi lo chiamiamo, verso le Capitali Europee della Cultura dei prossimi anni è stato argomento di discussione già nella prima seduta del “gruppo di lavoro”. Noi crediamo che sarà portato avanti in modo condiviso e diventerà il mezzo di aggregazione di tutte le esigenze culturali presenti in città ed il mezzo attraverso il quale finalmente Matera riuscirà a programmare l’attività culturale per tempo evitando duplicazioni, sovrapposizioni, polverizzazione dei fondi a disposizione.
Sempre lunedì, ma alla Provincia, è stato presentato il progetto “Prospettiva Matera 2019” di Antonio Calbi. Escludendo la sezione relativa ai 100 nomi a sostegno della candidatura, non le pare che i due progetti abbiano dei punti di contatto: quali l’idea di creare un Ponte sul Mediterraneo, il collegamento con i paesi dell’Unione Europea e l’azione capillare di coinvolgimento dell’intero territorio regionale?
È esattamente così. Ma non in senso negativo. Lo considero un riconoscimento, involontario, al lavoro fatto dall’Associazione e al Maestro Giovanni Pompeo ideatore del nuovo Format di Cadmos- Un Ponte sul Mediterraneo, presentato due mesi fa al Comune e al Partenariato Piot. Pompeo ha assunto all’interno dell’ Associazione la direzione artistica mettendo a disposizione oltre al tempo soprattutto un notevole Curriculum Professionale e le sue capacità che, sommato alle relazioni che l’Associazione aveva costruito nel tempo hanno generato un programma di elevata qualità culturale molto apprezzato anche all’estero. Il primo errore che l’opinione pubblica materana non deve fare in questo momento è considerare le varie iniziative che stanno animando il percorso verso Matera 2019 in contrapposizione tra loro. Ormai esistono rapporti quotidiani tra l’Associazione e gli Enti istituzionali. Per evitare che il percorso diventi privatistico ognuno deve fare la sua parte. Noi siamo convinti che a breve anche Enti quali Università, Sovrintendenza per i Beni Culturali, le stesse Scuole di ogni ordine e grado, dovranno costruirsi uno spazio all’interno del percorso, supportati dagli esperti del gruppo di lavoro utilizzando l’Associazione Matera 2019 quale braccio operativo di coordinamento. Operazioni quali “Prospettiva Matera 2019” dovranno moltiplicarsi considerando che bisognerà da subito portare l’Idea/Percorso su tutto il territorio regionale. Quindi anche le 131 Amministrazioni Comunali della Regione, i GAL, dovranno “inventarsi” qualcosa per supportare la Candidatura.
La prospettiva per l’immediato futuro deve essere la redazione di un piano di lavoro da presentare alla città che permetta ad ognuno di individuare il proprio settore di competenza.
Non possiamo che chiudere con l’invito alle Giovani Eccellenze Lucane di ripuntare il proprio obiettivo sulla Basilicata: oggi è possibile individuare un obiettivo entro cui possono essere garantiti i margini di crescita professionale e le speranze di occupazione nella terra natale.
Francesco Salvatore
Sukran Moral a Matera venerdì 21 alle 18 nella Chiesa di Santa Maria de Armenis per il Focus Matera-Istanbul 2010 inserito nel progetto Cadmos alla ricerca di Europa
E’ considerata tra le più interessanti artiste contemporanee presenti sulla scena internazionale. Parliamo dell’artista turca Sukran Moral, da oltre 10 anni impegnata in mostre collettive e personali realizzate in Italia e all’estero, che spaziano dalle fotografie ai video-documentari alle performance artistiche che, senza pudori e falsi moralismi, e con uno stile crudo e dissacrante, denunciano la condizione di quelle persone che vivono ai margini della società come i transessuali, le prostitute, i malati di mente, gli emigranti, e lo fa entrando nei posti dimenticati, malfamati e di esclusivo “dominio” maschile. Tra i lavori più importati di Moral, “Zina” e “Il manicomio femminile di Istanbul” due video realizzati nel 1997 e nel 2003 esposti a Matera dal 15 fino al 31 gennaio nella Chiesa di Santa Maria de Armenis (piazzetta Pascoli), in una mostra dal titolo “Identità violate” curata da Bruna Fontana, e inserita nel Focus Matera-Istanbul 2010 ideato dall’Associazione Matera 2019 e finanziato con i fondi Piot. L’artista sarà a Matera venerdì 21 alle 18 per incontrare il pubblico nella chiesa di Santa Maria de Armenis e raccontare la sua singolare vicenda artistica che l’ha costretta ad allontanarsi dalla Turchia.
Nel corso della serata saranno presentati due lavori. Il primo si intitola “Zina” che in arabo significa adultera. Nel video l’artista si fa lapidare secondo le modalità con cui viene giustiziata una donna accusata di adulterio in alcuni paesi musulmani. Ci viene risparmiato soltanto l’atto finale della tragedia. Il tutto avviene tra gli sguardi curiosi e increduli degli spettatori che, proprio come nella vita reale, osservano senza ribellarsi, partecipando al massacro. Il suo carnefice dunque è un mondo che per nascondere la propria debolezza cerca di annientare la sua libertà di scelta, di renderla schiava. E’ una cultura che appartiene all’artista che in un testo scrive: “Una donna turca raccontava di come nella repressione fosse cresciuta una società maschilista, e di come un grande crescente fondamentalismo musulmano imponesse alle donne tanti divieti: non uscire di casa, non indossare i pantaloni, mantenersi vergine per servire i propri figli ed il proprio marito; in poche parole annullare ogni proprio desiderio, mettersi al servizio di una società feudale. Se in Occidente la sfacciata ostentazione del nudismo può disturbare, è ancora più doloroso chiedere ad una bambina di coprirsi come avviene viceversa nella società turca. Quella bambina potrà concedersi solo ai suoi padroni, prima il padre poi il marito.”
Il secondo video ha come tema la follia e racconta il dramma di un luogo che nell’immaginario collettivo si tinge dei colori cupi dell’abbandono, della solitudine e spesso della violenza fino all’annientamento dell’identità umana. Nel video la Moral, prima da spettatrice poi da protagonista, racconta senza filtri il dramma di quel luogo. Scene di vita quotidiana scandite da azioni semplici, ripetitive, momenti di socializzazione sterili in cui ogni individuo rimane da solo, chiuso in se stesso forse perché, ormai, ha paura dell’altro. Tutto è asettico. Forte è la percezione di una volontà che ha cancellato le differenze: abiti uguali, uguali acconciature, piccole stanze spersonalizzate che accolgono letti tristi, un lungo corridoio come spartiacque tra le camere che si aprono a destra e a sinistra quasi a voler supplire alla mancanza di un ordine mentale. Non importa in quale parte del mondo accade tutto ciò, l’artista denuncia la condizione di queste donne “diverse” che vivono una morte apparente in attesa di una morte reale. Dimenticate come oggetti rotti non più riparabili.
A tutto ciò l’artista si ribella spronando l’osservatore a non essere più soltanto spettatore ma parte attiva attraverso una riflessione profonda che riesca a scuotere le coscienze.
Nella foto in basso l’artista Sukran Moral
Gaetano Alfano giovedì 20 a Matera nella chiesa di Santa Maria de Armenis per il Focus Matera- Istanbul 2010. Ingresso ore 18.
Inaugurazione della mostra “Turchia XXI secolo. Tra modernità e tradizione”
L’Europa riallarga i suoi confini e con occhi di nuovo curiosi torna a guardare le terre di quell’Oriente mediterraneo che di fatto le è sempre stato familiare. Siamo in Turchia, con un percorso fotografico di 30 immagini che mettono in mostra le sue dinamiche sociali e le sue architetture irripetibili, universalmente riconosciute e apprezzate come segni eccellenti della più alta creatività umana. Una città tra tutte, Istanbul, fatta di più piani, di luci morbide e di ombre dense, un intreccio fitto di edifici, strade, uomini e oggetti. Ad accompagnare il visitatore in una passeggiata attraverso i luoghi, i colori, i profumi di una Turchia moderna, rispettosa delle sue tradizioni in cui il vecchio e il nuovo si fondono, è Gaetano Alfano nato a Caserta nel 1980, laureato in Conservazione dei beni culturali nel 2006, fotografo free-lance e dal 2002 impegnato in progetti di ricerca universitari per l’arte in Italia e all’estero. Nel 2007 ha conseguito il Master Europeo professionale nella Scuola internazionale di fotografia SPEOS di Parigi. Nei suoi lavori analizza il rapporto tra spazio, materia, tempo e dinamicità con un approccio artistico che è, contemporaneamente, intellettuale, spirituale ed estetico e che si fonda su uno sguardo di pura meraviglia del mondo circostante. Le sue immagini ci mettono in relazione con l’esterno attraverso uno stile scarno che tenta di decontestualizzare i soggetti per elevarli a pure essenze estetiche. Ed è ciò che Alfano realizza nella mostra dal titolo “Turchia XXI secolo. Tra modernità e tradizione”in esposizione negli ambienti della chiesa di Santa de Armenis (piazzetta Pascoli) fino al 31 gennaio, e inserita nel Focus Matera-Istanbul 2010 promosso dall’Associazione Matera 2019. La mostra sarà presentata giovedì alle 18 con la partecipazione dell’artista.
Gaetano Alfano giovedì 20 a Matera nella chiesa di Santa Maria de Armenis per il Focus Matera- Istanbul 2010. Ingresso ore 18.
Mostra “Turchia XXI secolo. Tra modernità e tradizione”
L’Europa riallarga i suoi confini e con occhi di nuovo curiosi torna a guardare le terre di quell’Oriente mediterraneo che di fatto le è sempre stato familiare. Siamo in Turchia, con un percorso fotografico di 30 immagini che mettono in mostra le sue dinamiche sociali e le sue architetture irripetibili, universalmente riconosciute e apprezzate come segni eccellenti della più alta creatività umana. Una città tra tutte, Istanbul, fatta di più piani, di luci morbide e di ombre dense, un intreccio fitto di edifici, strade, uomini e oggetti. Ad accompagnare il visitatore in una passeggiata attraverso i luoghi, i colori, i profumi di una Turchia moderna, rispettosa delle sue tradizioni in cui il vecchio e il nuovo si fondono, è Gaetano Alfano nato a Caserta nel 1980, laureato in Conservazione dei beni culturali nel 2006, fotografo free-lance e dal 2002 impegnato in progetti di ricerca universitari per l’arte in Italia e all’estero. Nel 2007 ha conseguito il Master Europeo professionale nella Scuola internazionale di fotografia SPEOS di Parigi. Nei suoi lavori analizza il rapporto tra spazio, materia, tempo e dinamicità con un approccio artistico che è, contemporaneamente, intellettuale, spirituale ed estetico e che si fonda su uno sguardo di pura meraviglia del mondo circostante. Le sue immagini ci mettono in relazione con l’esterno attraverso uno stile scarno che tenta di decontestualizzare i soggetti per elevarli a pure essenze estetiche. Ed è ciò che Alfano realizza nella mostra dal titolo “Turchia XXI secolo. Tra modernità e tradizione”in esposizione negli ambienti della chiesa di Santa de Armenis (piazzetta Pascoli) fino al 31 gennaio, e inserita nel Focus Matera-Istanbul 2010 promosso dall’Associazione Matera 2019. La mostra sarà presentata giovedì alle 18 con la partecipazione dell’artista.
Nella foto in basso “Donne”, una delle opere di Gaetano Alfano
“Sguardi sulla Turchia”: incontro-dibattito promosso dall’Associazione Matera 2019 nell’ambito del Focus Matera-Istanbul 2010.
Nell’ambito della rassegna “Un ponte sul Mediterraneo”, sabato 22 gennaio alle ore 17,30 nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera, l’Associazione Matera2019 propone un nuovo appuntamento del programma Cadmos alla ricerca di Europa – Focus Matera-Istanbul 2010: convegno in forma di dialoghi dal titolo “Sguardi sulla Turchia”, che prevede una nutrita partecipazione di ospiti ed esperti. Di seguito il programma il dettaglio.
ore 17,30 Saluti di benvenuto:
Intervengono:
la dottoressa Marta Ragozzino Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Demoetnoantropologici della Basilicata e il prof. Cristos Xiloyannis Delegato del Rettore dell’Università della Basilicata per la Sede di Matera
Ore 18, 00: Premiazione classe della scuola media Torraca vincitrice della prima tappa del concorso “CADMOS alla ricerca di Europa”
A seguire tavola rotonda: “Sguardi sulla Turchia”
Modera: – Marco Ansaldo – giornalista de La Repubblica
Intervengono:
Yasemin Taskin – giornalista, corrispondente del giornale turco “Sabah”
don Donato Giordano – monaco olivetano, docente presso l’Istituto di Teologia Ecumenica Greco-Bizantina di Bari
prof. Emmanuele Curti – archeologo, Università della Basilicata
Şükran Moral – artista turca
Conclude: Francesco Salvatore, Presidente Associazione Matera2019.
A seguire il concerto del Real Duo proposto dall’Associazione Culturée Chitarristiche.
Per info: www.matera2019.it
YASEMIN TASKIN
E’ nata a Erzurum, Turchia (1963). Ha compiuto studi di giornalismo all’Università di Ankara, dove si è laureata presso la Facoltà di Scienze Politiche. Ha lavorato all’inizio degli Anni ottanta come reporter per il settimanale “Yankı” (L’Eco). E’ arrivata in Italia nel 1987, dopo aver studiato all’Istituto di cultura italiano ad Ankara, usufruendo di una borsa di studio del Ministero degli Affari Esteri di Roma. E’ stata allieva di Andrea Camilleri all’Accademia d’Arte drammatica “Silvio D’Amico”, nel 1993 ha lavorato come programmista-regista alla Rai con una borsa di studio assegnatale dall’Iri. Nel 1995 ha aperto l’ufficio in Italia dell’Agenzia di stampa turca Anadolu. Negli anni 90 oltre l’Agenzia, ha lavorato per la televisione statale turca TRT, la tv privata ATV, il settimanale Aktüel, le radio estere Deutsche Welle, BBC e Voice of America occupandosi anche di temi che riguardano l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Dal 2000 è corrispondente di uno dei maggiori giornali turchi, “Sabah”. In Italia ha scritto per La Repubblica, Il Riformista, Il Manifesto, Internazionale e ha partecipato a numerosi convegni e programmi televisivi (Rai, la7, Sky e molti altri) e radiofonici (Rai, Radio24) diventando una voce autorevole sui temi che riguardano la Turchia .
Ha tenuto conferenze e lezioni, in molte città italiane come ospite di varie università e istituzioni. E’ autrice di uno scoop mondiale con Mehmet Ali Agca, realizzato nel carcere di Montacuto ad Ancona in occasione del 15° anniversario dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Ha realizzato una lunga inchiesta sui prigionieri turchi durante la guerra Italo-Turca in Libia 1911, negli archivi militari italiani. Oltre all’Italia ha realizzato reportage in Germania e in Corea del Nord. Ha ideato e partecipato all’organizzazione del Forum permanente italo-turco.
Ha curato le rassegne sul cinema turco, nell’ambito di Massenzio a Roma e Bologna Film Festival e alla manifestazione di “Parolario” di Como.
Con Roberto Silvestri è autrice di un libro dal titolo “Turk Sinemasi: il cinema turco degli Anni ‘80”. E’ stata per due volte Vice-Presidente di Stampa Estera in Italia. Nel 2005 ha vinto il premio Internazionale Donna Città di Roma per il ruolo svolto come ponte fra le due culture.
MARCO ANSALDO
(Genova 1959), giornalista de La Repubblica dal 1987, è ora inviato speciale per le questioni internazionali in Europa, Asia, Africa e America e Vaticanista. Esperto del mondo turco in generale, con una conoscenza approfondita da lunghe visite in tutta la regione, ha tenuto conferenze in Italia e all’estero ed è cronista su questioni turche, cipriote, irachene e curde, sia per la stampa sia per la televisione. I suoi articoli appaiono su La Repubblica e L’Espresso, sul Venerdì e su D di Repubblica, sulla rivista di geopolitica Limes e sul mensile Lo Straniero. Ha creato il Forum permanente italo-turco, che si tiene con cadenza annuale a Roma e Istanbul, con il patrocinio dei due Ministeri degli Esteri. Numerosi sono i suoi interventi alla radio italiana e sulle reti Rai, su Sky eLa7. Per sette anni è stato corrispondente diplomatico e dopo la guerra in Iraq è stato promosso “sul campo” Senior special correspondent. In passato ha lavorato negli uffici esteri di New York, Mosca, Gerusalemme e Berlino. Prima di diventare inviato estero per la Repubblica, ha collaborato con La Stampa e alcuni quotidiani di Genova. E’ docente dal 1988 di Giornalismo Esteri all’Università LUISS di Roma, tiene corsi su temi internazionali all’Università “La Sapienza” e per la Regione Lazio. Ha scritto due libri: “Top secret: il caso Ocalan. Un intrigo italiano fra Cia, Mossad e Kgb” (Gamberetti, 2002), e “Né tetto né legge. L’Odissea dei profughi” (1997, Limina). E’ coautore di altri due libri: “La palla è rotonda” (2005, sul calcio) e “Giornalismo investigativo” (2003). Il suo prossimo libro, pubblicato da Einaudi, è un ampio reportage sulla Turchia.
SUKRAN MORAL
Sukran Moral è nata a Terme in Turchia. Negli anni ‘80 e ‘90 si è dedicata alla poesia ed ha lavorato come giornalista d’arte. Nel 1989 si è trasferita in Italia e nel 1995 si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Attualmente vive e lavora tra Istanbul e la capitale italiana.
Nota sulla scena internazionale da oltre 10 anni, è tra le più interessanti artiste contemporanee. Ha realizzato performance, fotografie e video-documentari artistici su persone che vivono ai margini della società quali transessuali, prostitute, malati di mente, emigranti entrando nei posti dimenticati, malfamati e di esclusivo “dominio” maschile.
Temi ricorrenti della sua ricerca artistica sono la religione, la pace, la violenza, la condizione della donna e degli emarginati.
In un quartiere di Istanbul, ha realizzato all’interno di una casa chiusa, dove è proibito l’accesso alle donne, una performance in cui rinomina polemicamente quel luogo “Museo d’arte moderna”; ha filmato il manicomio femminile della città, un luogo di annientamento dell’identità umana: “meglio cadere in carcere, che in un manicomio, in Turchia! Era – forse oggi ancora – un luogo spaventoso”.
Ha creato una performance presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma, dal titolo allusivo “Museo&obitorio”, durante la quale il Museo si trasforma metaforicamente in un luogo morto. Un altro lavoro, tra i più importanti, è stato eseguito nella sezione maschile del bagno turco Galatasaray di Istanbul. L’artista, entrando nell’hamam, rompe diverse regole non soltanto perché “profana un tempio maschile” ma anche perché inverte i ruoli facendosi lavare da un uomo. Il video viene acquistato da Enrico Ghezzi per la RAI che lo manda in onda nella trasmissione Fuori orario.
Tra le sue partecipazioni, in Italia e all’estero, ricordiamo:
nel 1997, la 5° Biennale Internazionale di Istanbul alla quale è presente con Speculum&Istanbul una videoinstallazione e performance che la vede su un lettino ginecologico con un monitor tra le gambe che trasmette scene da Manicomio, Bordello e Obitorio di Istanbul
nel 1998, prende parte con Hamam al World Video Festival nello Stedeljick Museum di Amsterdam
nel 2000, nell’ambito della manifestazione Bologna capitale europea della cultura, collabora con una sua opera alle affissioni stradali contro l’emarginazione dei malati di mente
nel 2003 mette in scena per la Fondazione Baruchello la performance Zina, per denunciare l’assassinio collettivo e la condizione delle donne in alcuni paesi musulmani
nel 2004 realizza nello spazio del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma Apocalypse, una performance sul tema dell’olocausto e della morte violenta in guerra
nel 2005 per la Galleria Macka Sanat di Istanbul gira Despair, un video sulla condizione degli immigrati che approdano con barche di fortuna sulle coste d’Europa in cerca di salvezza
nel 2006 partecipa al 21° International Gay & Lesbian Film Festival di Torino, come giurata e come autrice dei video Demet, Bordello, Leyla & Mecnun. Quest’ultimo, ambientato nel bagno turco di Palermo, è una video-fiaba contemporanea che racconta l’amore di una ragazza araba e musulmana per un ragazzo occidentale e cristiano.
Nello stesso anno è alla Play Gallery di Berlino in occasione del Fair Play 06 video film festival
nel 2007 nella galleria Placentia Arte di Piacenza propone l’installazione Jesus&Muhammad sulla possibilità del dialogo tra le religioni.
Sempre nel 2007, per la Galleria BND di Milano, mette in scena le tematiche della guerra, della pace e della religione con la performance Peace…Fucking Fairytale! mentre, per The Lab Gallery di New York, realizza Underground Istanbul una performance che paragona l’opera d’arte al corpo della donna messo in vendita nel classico luogo “underground” a cui il titolo allude
nel 2008 è presente alla mostra Save as…Arte contemporanea dalla Turchia, organizzata alla Triennale Bovisa di Milano
nel 2009 espone nel Yapi Kredi Cultur Center di Istanbul e presso il 21C Museum del Kentucky.
Concerto del Real Duo (Chitarra e Mandolino) organizzato dall’Associazione Culturée Chitarristiche per il Focus Matera-Istanbul 2010. Sala Levi Palazzo Lanfranchi. Ingresso ore 20.30
Il Real Duo nasce dall’incontro di due musicisti professionisti Luciano Damiani e Michele Libraro che svolgono un’intensa attività musicale come orchestrali, solisti e didatti. Si forma, verso la fine del 2002, con l’intento di proporre una formazione poco celebrata dal gran pubblico. L’effetto delle sonorità del Duo, davvero gradevole, passa attraverso le contrapposizioni dei suoni cristallini del mandolino al suono caldo della chitarra.
L’originale sonorità del Real Duo ha stimolato la creatività di celebri compositori. Roland Dyens, Maximo Diego Pujol, Jorge Cardoso, Daniel Binelli, Fernando Carlos Tavolaro e Peppino D’Agostino hanno scritto e dedicato a loro le proprie opere.
Inoltre, gli elementi del Real Duo hanno al loro attivo delle partecipazioni a master-classes con illustri maestri: Chiesa, Grondona, Colonna, Dyens, Ghiglia, Ponce e Diaz.
Rilevante è stato il loro concerto-battesimo al Festival Chitarristico “Guitarra Instrumental” di Madrid, da qui il nome“Real Duo”.
In seguito il Real Duo si è esibito in numerosi Festival chitarristici al XIV Festival Guitarras del Mundo (tour in Argentina) Colima (Messico), Brno (R. Ceca), Veria (Grecia), Lambesc (Francia), Treviso, Roma, Siracusa, Manfredonia, Lagonegro, Cervia, Pescara, Ventotene e Bari (Italia).
Nello scorso Aprile 2010 è stato pubblicato il loro CD RealmenteDuo con l’etichetta discografica ArtC Classic.
Di seguito info sugli artisti:
LUCIANO DAMIANI, diplomato in mandolino presso il conservatorio di musica “A. Casella” di l’Aquila, ha conseguito inoltre il diploma di chitarra presso il conservatorio “N. Piccinni” di Bari sotto la guida del M° Pasquale Scarola e di musica jazz nella classe del M°. R. Ottaviano. Ha frequentato i corsi di “Mister Jazz” ’90 e ’91 a Ravenna, tenuti da Pat Metheney, Joe Diorio e Mike Stern.
Ha partecipato come mandolinista a produzioni liriche quali il “Don Giovanni” di Mozart ed “Il Barbiere di Siviglia” di Paisiello.
È elemento stabile, come mandolinista e chitarrista, dell’orchestra di chitarre “De Falla”, diretta dal maestro P. Scarola ed è spesso convocato in commissione d’esame nei Conservatori ed in concorsi e festival internazionali .
Ha insegnato chitarra presso il conservatorio “G. Da Venosa” di Potenza e musica da camera presso i conservatori “N. Piccinni” di Bari e “R. Duni” di Matera dove è stato anche docente nei corsi di I° livello di chitarra e musica jazz.
Tiene regolarmente corsi di perfezionamento e masterclass in varie accademie e festival internazionali in Italia e all’estero. Nel 2006 ha conseguito il diploma accademico specialistico di II° livello in “Didattica Strumentale” presso il conservatorio “A . Vivaldi” di Alessandria.
MICHELE LIBRARO, insignito del prestigioso premio “chitarra d’oro” al 7° Convegno Internazionale Città di Alessandria per la promozione e diffusione della chitarra nel mondo – Settembre 2002.
Ha ricevuto la sua formazione musicale presso l’Istituto Musicale Pareggiato “G. Paisiello” di Taranto con il maestro Pino Forresu.
Dal 1991 è docente di chitarra ai corsi ad Orientamento Musicale presso le Scuole Medie Statali.
È Direttore Artistico dal 1992 del Festival Internazionale della Chitarra (Concorso Internazionale, Mostra di Liuteria, Master class e Concerti) – Città di Mottola – Italia.
Spesso è invitato a partecipare, quale membro di giuria, in prestigiosi Concorsi Nazionali ed Internazionali; ha ricoperto più volte il ruolo di Commissario tecnico agli esami di Stato nei Conservatori di Cosenza, Lamezia Terme e Taranto.
Inoltre ha vinto i seguenti Concorsi Nazionali: Genova, Pescara, Taranto, Matera, Napoli e Lamezia Terme.