La scuola media secondaria di primo grado, “Torraca” di Matera è di per se scuola dell’accoglienza ed ha notevole attenzione nei confronti di alunni diversamente abili, proponendo l’aggiornamento del personale docente, sulle specifiche metodologie didattiche di applicazioni ai fini del miglioramento qualitativo e delle performance degli alunni. Di recente si è svolto un corso di formazione, tenuto dalla professoresssa Caterina Gambetta, laureata al DAMS di Bologna, con specializzazione polivalente, docente della stessa scuola e operatore ABA iscritta nel registro italiano IESCUM 9 applicata ai bambini autistici, relativo al metodo ABA (Applied Behaviour Analysis), che tradotto vuol dire analisi applicata del comportamento.
Il metodo riguarda l’applicazione sistematica dei principi che vanno dalla psicologia dell’apprendimento al comportamento umano compresi quelli più problematici. Un metodo che si basa sui compiti da apprendere, individuati sulla base del profilo di sviluppo, delle scelte e delle preferenze individuali che vengono suddivise in piccole tappe ripetute e ravvicinate. Il tutto porta all’inclusione dei bambini nella scuola attraverso l’applicazione e le tecniche comportamentali dell’ABA.
“ La scuola – sostiene la docente- deve perseguire, anche per l’allievo con autismo la finalità di promuovere processi di apprendimento significativi. La frequenza della scuola comune rappresenta un momento di fondamentale importanza, carico di prospettive di sviluppo potenzialmente molto significative. E’ necessario, però, un approccio didattico “speciale” in grado di rispondere ai bisogni molto particolari del bambino con autismo”.
Quale è stato l’obiettivo del corso? “ Accrescere e diffondere le competenze necessarie a favorire il percorso di crescita individuale delle persone con autismo nei processi di inclusione scolastica. E’ stato destinato agli insegnati curriculari e di sostegno”.
Il programma è stato molto intenso e ha permesso ai docenti di apprendere una serie di procedimenti che vengono nominati in lingua inglese relativi all’intervento educativo comportamentale precoce. La professoressa ha spiegato principi e tecniche comportamentali proprie dell’ABA. Ha sottolineato le qualità del rinforzo (positivo e negativo e con risposte bersaglio, dello shaping (modellamento ovvero comportamento a tappe) del Fading (attenuazione nel senso che l’aiuto che si da al soggetto può produrre dipendenza e questo deve essere attenuato gradualmente), di Chaining (concatenamento con il procedere in avanti e a ritroso) del Prompt (che si svolge su una serie di suggerimenti del DDT, ovvero dodici regole relative al Discrete Trial Training vale a dire insegnamento in sessioni separate e che si basa su tre componenti quali lo stimolo discriminante, lo stimolo rinforzo e la risposta.
La professoressa Gambetta ha disquisito anche sulle indicazioni metodologiche e didattiche che riguardano l’insegnamento del gioco, lo sviluppo del gioco, la scelta dei rinforzatori (giocattoli e attività rinforzanti) e la comunicazione intesa come Mand, che vuol dire insegnare al bambino a fare delle richieste e ad etichettare oggetti e immagini. Un altro argomento che ha avuto interesse e attenzione è stato quello relativo alla osservazione e interpretazione del comportamento-problema e quindi le cause, le funzioni, l’assessment funzionale, i problemi di comportamento, le strategie proattive e reattive e le procedure comportamentali.
Alla fine del corso è stato presentato un caso tenendo presenti la Diagnosi Funzionale, il Profilo Dinamico funzionale e il Pei (Piano educativo individualizzato) e a conclusione sono state svolte prove pratiche e simulazioni.
Carlo Abbatino