Nella giornata di venerdì 28 gennaio una giovane nigeriana e i suoi tre figli sono stati trasferiti da Matera in un altro progetto del sistema per Richiedenti asilo e rifugiati. Sono i primi a lasciare Matera a seguito dell’esclusione della nostra associazione come Ente gestore dello SPRAR vulnerabili per il Comune di Matera. A breve altre due famiglie saranno trasferite in altri progetti e si ritroveranno a dovere percorrere un nuovo processo di inserimento sociale.
L’Associazione tolbà si è occupata di richiedenti asilo e rifugiati, con passione e convinzione, dal 1995 quando giunsero a Matera i primi bosniaci e poi i curdi; dal 2001 è stata ininterrottamente ente gestore per il Comune di Matera del progetto a favore della protezione e integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati; allora i progetti erano ancora sperimentali e si cercava un modello di accoglienza per coloro che costituivano un fenomeno migratorio nuovo e molto diverso da quello degli immigrati per motivi economici.
Per molti anni abbiamo fatto “sistema” con molte associazioni e molti comuni italiani che avevano scelto di occuparsi di questo particolare settore dell’immigrazione e crediamo di avere dato un ottimo contributo per il miglioramento delle condizioni di vita di questa parte della società, problematica e fragile non solo per la presenza di molte donne sole o con bambini o incinte, ma anche per la presenza di uomini e donne sottoposti a torture e gravi violazioni dei diritti umani nei Paesi di provenienza o con gravi malattie.
I richiedenti asilo e i rifugiati sono persone che affrontano viaggi disperati su gommoni o carrette del mare che spesso naufragano nel Mediterraneo o vengono raccolti dai pescherecci in mare o approdano a nuoto sulle coste, in Sicilia, Calabria o Puglia; vengono anche dalle frontiere del Nord Italia e a volte arrivano con un “visto” per turismo in aereo. Tutti vengono da Paesi in cui non esistono garanzie democratiche ed è negato il dissenso politico o la diversità di comportamenti sessuali o religiosi o di appartenenza a minoranze etniche e, ancora più spesso, da Paesi in guerra o dove si sono verificate catastrofi naturali e climatiche. Questi cittadini, il più delle volte, sono portati nel nostro Paese da gruppi di malavitosi che in cambio di ingenti somme di denaro, promettono una sistemazione in Europa; spesso, in accordo con la criminalità italiana,questi migranti entrano a fare parte della società degli “invisibili”, sfruttati e malpagati nelle campagne e nei cantieri edili di tutta Italia, riparandosi in luoghi fatiscenti e pericolosi in condizioni di degrado inimmaginabile. La mancanza di accoglienza adeguata e dignitosa per questi cittadini richiedenti asilo e rifugiati significa la negazione ad inserirsi nel mondo del lavoro, a potere avere accesso ai servizi sanitari, sociali e alla scuola per i propri figli.
In questi dieci anni, senza pensare di essere presuntuosi, siamo certi di avere contribuito a costruire questo sistema di accoglienza e di tutela che ha dato dignità a centinaia di persone e che è diventato nazionale, cambiando nome nel 2005 e qualificandosi come Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, rispondendo e attuando quanto previsto dalla legge “Bossi- Fini”.
Il Comune di Matera, “città della pace e dei diritti umani” ha sempre partecipato al Bando dell’ANCI e per più di dieci anni la nostra associazione si è occupata di queste persone, sempre garantendo dignità e sicurezza anche in momenti di difficoltà gestionali ed economiche.
In questi anni, alcuni giovani lucani hanno iniziato a collaborare per una forte motivazione di impegno culturale per l’affermazione dei diritti umani nel nostro Paese e si sono specializzati, partecipando a Corsi di aggiornamento e di specializzazione, decidendo di restare nella propria Regione a dare il loro contributo di “cittadini”, anche rinunciando a lavori remunerativi.
Dell’impegno dell’associazione nella conoscenza e difesa dei diritti umani hanno beneficiato anche le Istituzioni e il tessuto sociale locale che è stato sempre fortemente coinvolto in tutte le attività messe in campo. Le azioni di integrazione, compreso convegni, manifestazioni sportive, comunicati alla stampa oltre alla presenza concreta di donne e uomini rifugiati sia nel mondo del lavoro che nella comunità in generale e tantissimi bambini nelle scuole, negli asili, nei nidi, hanno portato la loro testimonianza di “popoli oppressi” alla ricerca di una vita migliore e hanno migliorato la sensibilità della società locale sul rispetto dei diritti umani. L’associazione è spesso andata anche oltre l’impegno richiesto, affrontando anche i casi più complessi e mettendo sempre in campo tutte le opportunità utili all’affermazione del diritto dei rifugiati a vivere nel nostro Paese.
Ma, dopo dieci anni di “onorato servizio” per cause che ancora non siamo in grado di comprendere bene, il nostro progetto, è stato considerato “non finanziabile” dalla Commissione che ha valutato i progetti e resta per Matera il progetto di un altro Ente gestore, entrato nel Sistema di Protezione nel 2005, al quale facciamo gli auguri di ottimo lavoro.
Pur accettando la decisione “dell’esclusione” vogliamo dire con chiarezza il nostro dolore e la forte amarezza anche per il dispendio economico che ne deriva, nel vedere “trasferite” in altri contesti famiglie con bambini piccoli che avevano incominciato a sentire Matera come la loro casa, in cui avrebbero potuto affermare la loro identità: ora dovranno ricominciare ad adattarsi ad una nuova realtà. Vogliamo anche esprimere un profondo senso di rabbia per la ingiustificata dis-ecologia umana e per lo spreco di risorse umane, cui conduce questa decisione della Commissione che ha valutato i progetti; operatori giovani e preparati che hanno investito nella loro formazione umana, relazionale e di competenza, da questo momento non servono più a nessuno e a niente.
Siamo certi che a Matera si continuerà a parlare di Diritti umani e ad agire per la tutela dei diritti: noi certamente continueremo a farlo, anche se in modo diverso dal passato perché privi dei mezzi economici necessari a fare una accoglienza completa ed efficace.
Graziella Cormio, Francesca Canterino, Chicco Raccuia, Grazia Tinelli, Nicoletta Melchiorre, Brunella Loiudice, Gianni Maragno e la presidente di tolbà Dorothy Zinn,