Con riferimento all’articolo di stampa apparso in data odierna sul “Quotidiano della Basilicata”, inerente il ritrovamento di materiale tossico e cumuli di immondizia all’interno del Parco, ci preme sottolineare come il Parco della Murgia Materana sia da considerarsi un “parco periurbano” ed in quanto tale, soggetto a fenomeni di aggressione antropica difficilmente controllabili.
Riteniamo pertanto, pur sottolineando come buona parte dei ritrovamenti di cui all’articolo citato si riferisca a rifiuti abbandonati all’esterno del perimetro del parco, utile l’aver sollevato la questione al fine di una maggiore sensibilizzazione da parte dei cittadini alla tutela del territorio (indipendentemente se trattasi di area protetta), ed affinché il tema sia affrontato dagli enti preposti alla individuazione di discariche controllate in maniera risolutiva.
Innumerevoli sono stati da parte nostra e del solerte Corpo Forestale dello Stato i ritrovamenti di cumuli di macerie derivanti da demolizioni edili, tra cui anche materiali pericolosi, quale, appunto, il fibrocemento.
Rarissimi, fortunatamente, sono i casi di ritrovamenti nel “cuore” del parco. Nella stragrande maggioranza dei casi gli abbandoni vengono effettuati nelle aree più prossime alle città, quale Agna/Ofra, Murgecchia, lungo la SS 7 oppure nei pressi del borgo La Martella, ovvero, tra gli altri luoghi, proprio nei pressi di Parco dei Monaci.
Le segnalazioni del Corpo Forestale dello Stato sono sempre state inviate anche alla Procura della Repubblica, oltre che agli altri enti preposti al controllo. I proprietari delle aree, normalmente private, cui compete per primi e per legge la custodia dei propri beni e la loro sorveglianza, sono i soggetti obbligati al ripristino del sito e, pertanto, sono stati oggetto di denuncia da parte degli organi di autorità giudiziaria. Lo stesso vale per le proprietà pubbliche quali, per esempio, le strade.
Normalmente gli abbandoni sono di piccola o piccolissima entità, riferibili, sostanzialmente a piccoli interventi di demolizione “domestica” che normalmente non supera il metro cubo.
Sia a Matera che a Montescaglioso, allo stato, non esiste una discarica autorizzata pubblica per tali rifiuti e gli impianti di recupero e per il riciclo di tali materiali, ad onor del vero presenti in numero assolutamente esiguo, non sono molto conosciuti ai piccoli e piccolissimi imprenditori e tanto meno ai cittadini.
Scaricare abusivamente i rifiuti, sia speciali e pericolosi ovvero quelli non pericolosi, rappresenta per coloro in cattiva fede tra alcuni di questi soggetti, un notevole risparmio economico e conseguentemente, concorrenza sleale nei confronti di chi, invece, rispetta le leggi.
La stragrande maggioranza dei cittadini, poi, non è al corrente del fatto che i rifiuti ingombranti (lavatrici, salotti, mobili ecc.) possono essere prelevati direttamente dai pressi delle proprie abitazioni a cura e spese del servizio comunale.
Il Parco ha adottato dal 2005 il Sistema di Gestione Ambientale che pone tra le problematiche più impellenti il tema delle discariche abusive.
Premesso che l’Ente non ha fondi sufficienti per garantire un più puntuale controllo del territorio e per cogliere sul fatto questi criminali, e che la gestione dei rifiuti è comunque competenza comunale, il parco ha provveduto nel 2005 ad effettuare diversi interventi di rimozione dei rifiuti insieme ad alcune associazioni ambientaliste; ha posto lungo la strada che conduce al belvedere di Matera una serie di blocchi di tufo per dissuadere l’accesso fuori della viabilità ordinaria; ha apposto ulteriori cartelli agli ingressi più importanti del parco, oltre, ovviamente, a segnalare e sollecitare il comune di Matera (l’ultima è del 26.10.2007) ad un incontro per discutere il problema e individuare insieme fonti di finanziamento per la rimozione e le bonifiche.
Una parziale soluzione al problema è rappresentata dalla possibile chiusura degli accessi, come per esempio abbiamo proposto a Murgia Timone e come è nostra intenzione proporre per la strada che conduce dalla chiesa della Palomba a Murgecchia e per la strada comunale denominata vicinale Venusio; mentre ciò è già stato fatto sulla strada consortile di Lucignano ed a contrada La Bruna.
Crediamo in conclusione cosa utile tenere alta l’attenzione da parte degli organi di informazione sul problema, affinché , come detto in premessa, aumenti la sensibilità dei cittadini e vengano individuate soluzioni semplici ed economiche, insieme agli enti locali, per rispondere alle esigenze di quelli che oggi, consapevolmente o inconsapevolmente, sono a tutti gli effetti atteggiamenti criminali.