Le riflessioni della Cgil sulla festa della donna che si celebra l’8 marzo 2013.
Otto marzo 2013, dedicato a Maria, Giovanna, Claudia, Donata e tante altre donne, non note, che devono fare i conti con la povertà per un lavoro che non c’è’, con i maltrattamenti quotidiani, donne che subiscono in silenzio violenze fisiche e psicologiche da parte dell’uomo che amano.
A loro va oggi il nostro pensiero.
Un pensiero che non è fatto solo di belle parole, ma che viene accompagnato da un piccolo gesto di solidarietà per lenire, almeno per un giorno, il sentimento di solitudine e di disperazione.
Non rinunciamo a pensare che e possibile ristabilire un corretto rapporto tra i sessi perché non ci siano più donne violentate,torturate,maltrattate o ricattate.
Perché chi decide di tenere suo figlio,sebbene non sostenuta da una famiglia, possa avere sostegno e assistenza; perché nella nostra società le donne siano considerate valore aggiunto e non soggetti da escludere o tenere ai margini.
Perché ciò accada dobbiamo però volerlo noi, artefici del nostro destino e difensori estenuanti della nostra condizione, del rispetto della nostra dignità,delle nostre capacità,delle nostre idee e pensieri.
Mai più donne oggetto ma soggetti pensanti e agenti attivamente perché il cambiamento ci sia partendo da noi stesse, dal nostro sentito protagonismo.
L’8 Marzo la CGIL di Matera sarà presso la parrocchia di San Rocco per incontrare don Angelo e per consegnare la nostra concreta solidarietà alle donne in disagio, in emergenza sociale, senza lavoro per dire loro che con questo gesto vogliamo lanciare una sfida a noi tutte: di non mollare, di resistere, di credere che cambiare si deve e si può .
Il cambiamento va preteso: e se non ora, quando?
Consegnare il nostro piccolo contributo di solidarietà (alimenti di prima necessità e una piccola somma di denaro frutto della solidarietà di tutte le categorie della CGIL di Matera) proprio in questa giornata vuole segnare la necessità che occorrono più fatti e meno parole verso le donne, verso questa nostra società, verso i bisogni di tutte le persone finora dimenticate.
Matera, 7 marzo 2013
Manuela, Antonio, Marcella, Fernando, Carmela, Vito, Giulia, Franco, Tonia, Giuseppe, Donata, Maria Bruna, Cosimo, Annarita, Saverio, Lucia, Angelo, Cinzia, Lucia,Simone,Mariagrazia,Michele, Angiola, Maurizio, Ivana, Eustachio, Angela, Vincenzo, Giusy, Achille,Pina,Maria,Ottavio,Giovanni, Bruna, Luigi, Rocco, Peppino, Nunzia, Antonio, Mimì, Filomena, Tonino, Giovanni ………
…. tutti gli uomini e le donne della CGIL di Matera (categorie, camere del lavoro comunali, sistema servizi).
Festa della donna, nota di Giuditta Lamorte, Responsabile welfare e pari opportunità UGL Basilicata
“Come ogni anno l’otto marzo, al di fuori delle mimose e delle feste, rappresenta un momento di analisi della situazione socio-economico al femminile. L’ attuale situazione economica italiana, rappresenta un’ evidente crisi sistematica, un malessere generale le cui prime vittime sono le donne”.
E´ quanto sostiene Giuditta Lamorte, Responsabile welfare e pari opportunità UGL Basilicata per la quale, “nella nostra regione il tasso di disoccupazione femminile, già più alto rispetto a quello maschile, e’ destinato a crescere ed in maniera direttamente proporzionale calerà anche il tasso di natalità, già a livelli tali (1,2 figli per donna) da non garantire il ricambio generazionale. Le donne – continua l´esponente Ugl – fanno quotidianamente i conti con i dati ISTAT: per ogni figlio che nasce, la famiglia riduce il proprio tenore di vita di circa il 30 per cento e questo ha effetti immediati sulla vita lavorativa della donna. La donna, non avendo a proprio favore adeguate politiche di genere, ne’ un welfare che consideri le necessità al femminile, e’ costretta ad abbandonare il mercato del lavoro per dedicarsi unicamente alla famiglia che cresce.
Per l´Ugl le donne rappresentano l’anello debole della catena, i loro posti di lavoro sono i posti maggiormente a rischio e sarà difficile parlare, nella sistematicità della crisi, di conciliazione famiglia e lavoro, quasi impossibile sarà pensare di restare a casa, uscire dal mondo del lavoro e poi rientrarvi in presenza di un sistema di Welfare che anziché partire dalle esigenze della famiglia, si basa solo ed esclusivamente sulla famiglia ed in particolare sulla donna”, -conclude la responsabile Lamorte.
Ugl Basilicata
Festa della donna, nota di Coldiretti: “Quando il giallo si tinge di rosa. Le donne in agricoltura e la festa dell’8 marzo. E’ l’occasione per fare il punto sulle quote rosa dell’agricoltura.”
Aumentano le donne manager in agricoltura: titolari, amministratrici o socie di aziende, in controtendenza rispetto alla crisi economica generale che vede una diminuzione dei loro colleghi maschi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al terzo trimestre del 2012 rispetto a quello precedente. Il trimestre registra anche un aumento del 3 per cento delle assunzioni di lavoratrici dipendenti nel settore.
Sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Unioncamere, Inps e Istat, quasi una impresa agricola su tre (29 per cento) è condotta da donne che hanno aumentato progressivamente nel tempo il loro peso all’interno del settore agricolo, dove hanno trovato occupazione come dipendenti ben 406mila lavoratrici nel 2011.
In Basilicata al 2012 sono 16.933 le imprese al femminile in tutti i settori, e ben 6.790 nel settore agricolo, il 40 per cento.
La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne.
Un impegno che è infatti particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali, come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali. L’ingresso progressivo della presenza femminile nell’agricoltura italiana ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l’ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la crescente attenzione al benessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni in rosa.
“Coldiretti Donne Impresa è finalmente presente e attivo anche in Basilicata, con l’obiettivo di dare slancio a tutte le iniziative ed ai progetti che l’Organizzazione ha messo in campo per uscire dalla crisi economica e di valori che ha investito tutti gli ambiti e tutti i settori della vita lavorativa e sociale”, a dichiarato la responsabile di Basilicata Nicla Di Maria. “L’augurio che facciamo alle donne protagoniste in agricoltura e in tutti i settori economici è quello di operare al fine di ridare una speranza, farsi portatrici di un’etica del lavoro, di costituire un esempio da seguire… in rosa appunto”.
Coldiretti Donne Impresa promuove lo sviluppo dell’imprenditoria femminile agricola, organizza attività culturali e di comunicazione con i consumatori, elabora proposte per le politiche sociali attinenti al mondo agricolo, rappresenta Coldiretti nelle istituzioni della parità, promuove la presenza femminile negli organismi decisionali della Coldiretti. Vi aderiscono le iscritte alla Coldiretti che nominano una Responsabile ed indicano una Coordinatrice per le iniziative che si svolgono a tutti i livelli, dal locale al nazionale.
Fanelli (Parità): Cassazione reintegra lavoratrice licenziata
“Un’azione concreta contro le discriminazioni”. La Consigliera regionale di Parità si è costituita in giudizio nell’iter processuale, anche presso la Suprema Corte di Cassazione, per assistere una lavoratrice ingiustamente licenziata che ha subito vessazioni e persecuzioni sul posto di lavoro.
La Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato da una lavoratrice, licenziata dal datore di lavoro, che nel percorso giudiziario è stata assistita dall’Ufficio della consigliera regionale di Parità, oltre che dal suo legale. Per la donna, il cui licenziamento è stato considerato illegittimo, la Corte ha disposto il reintegro sul posto di lavoro. Per la Consigliera di Parità Maria Anna Fanelli, si tratta di “un risultato molto importante ed un’azione positiva concreta contro le discriminazioni che rappresenta un successo per la lavoratrice, ingiustamente allontanata dal posto di lavoro, ma anche per l’Ufficio della Consigliera e per l’avvocato a cui la donna si è rivolta”.
Il percorso che ha portato alla sentenza definitiva, è stato lungo e articolato cominciato nel 2004: “La donna – spiega Fanelli – ha denunciato di aver subito una serie di comportamenti vessatori e persecutori da parte del suo datore di lavoro, per non aver corrisposto ad un interesse extra lavorativo manifestato dal datore di lavoro. L’Ufficio della Consigliera regionale dell’epoca intervenne con un’azione in giudizio e il Tribunale competente emise un’ordinanza di reintegro sul posto di lavoro confermando sia il Fumus bonis iuris sia il periculum in mora, riconoscendole il diritto alle retribuzioni maturate dal momento dell’illegittima interruzione del rapporto di lavoro fino all’effettivo reintegro, oltre a interessi, rivalutazioni e spese legali. Successivamente il datore di lavoro fece appello alla sentenza deducendo che il giudice di primo grado avrebbe erroneamente ordinato il reintegro e non avrebbe correttamente valutato le ragioni che avrebbero reso ‘incompatibile’ la signora”. Nel 2007 la Consigliera Fanelli sottoscrive un mandato per confermare la costituzione in giudizio e la volontà di comparire alla successiva udienza, continuando così a seguire il caso con interesse e partecipazione. “Nel 2008 – ricostruisce Fanelli – la corte di Appello, pur confermando l’illegittimità del licenziamento della lavoratrice, non ha ritenuto applicabile la tutela reale nei confronti del datore di lavoro, pertanto l’Ufficio della Consigliera si è costituito in giudizio innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, che ha portato al pieno reintegro sul posto di lavoro della lavoratrice e all’accoglienza del dispositivo di primo grado della Corte di Appello”. La Consigliera Fanelli ha voluto infine esprimere un ringraziamento agli avvocati Bonito Oliva e Vincenzo Santangelo (per l’Ufficio della Consigliera di Parità) e Giovanni Salvia (rappresentante legale della lavoratrice) “per aver assistito la donna e l’Ufficio in questo percorso giudiziario che ha trovato una soluzione importante, positiva e di successo con il riconoscimento dei pieni diritti della lavoratrice che ha espresso coraggio e tenacia in tutto il lungo e difficile percorso, mantenendo ben ferme la propria posizione e il giusto desiderio di riscatto rispetto alle vessazioni subite”.
Tra le azioni che l’Ufficio di Parità può mettere in campo per contrastare le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, c’è anche quella di assistere e rappresentare la lavoratrice nelle fasi del procedimento giudiziario. La Consigliera Fanelli ricorda che “qualora venissero ravvisate delle discriminazioni sul lavoro, gli interessati/le interessate, potranno recarsi negli Uffici delle Consigliere di Parità Regionali e Provinciali, per ricevere attività garantistica, conciliativa ed un’eventuale funzione interventistica delle Consigliere, anche attraverso la possibilità di agire in giudizio. E’ necessario che le denunce di discriminazioni non siano vaghe ed imprecise e non vengano espresse in luoghi non consoni”. Pertanto la Consigliera Regionale di Parità segnala che le consultazioni per segnalazioni relative a discriminazioni verranno acquisite attraverso una precisa prassi accompagnata da una modulistica volta a garantire: 1. la dichiarazione per il trattamento dei dati personali e o non autorizzazione dei dati personali (decreto legislativo 196/2003); 2. il conferimento della delega alla Consigliera di Parità ad assisterla/o e rappresentarla/o e a porre in essere ogni azione utile a tutela degli eventuali interessi lesi; 3. verbali degli incontri tenutesi presso l’Ufficio della Consigliera di Parità; 4. verbali di mancata conciliazione; 5. verbali di accordo; 6. eventuali azioni in giudizio.